Ecco chi è il beato Ambrogio da Siena
di Mariella Lentini*
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“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Povero bambino sfortunato, nato deforme e nascosto dalla famiglia per vergogna! Questa è la storia della ricca e potente famiglia Sansedoni nella Siena del Medioevo. Nel 1220 mamma e papà aspettano un bambino con trepidazione. Quale orrore quando si accorgono che il neonato, un maschietto che chiamano Ambrogio, presenta tali malformazioni da renderlo impresentabile alla società. Lo affidano a una nutrice con l’ordine di nasconderlo. La nutrice lo porta nel Convento domenicano di Santa Maddalena e qui lo cura con tutto l’affetto di cui è capace. Dopo un anno, miracolosamente, Ambrogio guarisce. Nel suo corpo ogni traccia di malformazione sparisce. Così la famiglia, felice, accoglie il proprio figlio a palazzo.
Ambrogio cresce meravigliosamente bene: studia con profitto, è intelligentissimo, buono e caritatevole verso i bisognosi. In lui alberga una “Luce” particolare, che arriva dal “Cielo”. Il prestigioso palazzo senese della famiglia Sansedoni, che ancora oggi domina la celebre Piazza del Campo dove si corre il Palio, ben presto viene aperto ai poveri e alcuni locali adibiti ad ospedale dal giovane Ambrogio. A diciassette anni il ragazzo svela ai genitori di volere entrare nell’Ordine di San Domenico. La famiglia non esita ad approvare la scelta del figlio, consapevoli di essere stati “graziati” da un intervento divino. Ambrogio diventa monaco e si trasferisce a Parigi e a Colonia per seguire le lezioni del grande insegnante dell’epoca Alberto Magno. Qui diventa amico di un altro domenicano dall’intelligenza straordinaria, San Tommaso d’Aquino. Le strade dei due amici, poi, si dividono. Mentre d’Aquino diventa il più grande filosofo dell’epoca e continua ad insegnare e a scrivere importanti opere, Ambrogio si dedica con successo alla predicazione in Germania e poi di nuovo in Italia. Proverbiali le sue invettive contro gli usurai. Si narra che, quando predica, una bianca colomba voli sulla sua testa per suggerirgli le parole ispirate dallo Spirito Santo. Ambrogio possiede anche grandi qualità di pacificatore tra i potenti del suo tempo (re e papi compresi) e, quando torna nella sua Siena, la sua fama è già vastissima. Muore nel 1286 a Siena, dove viene acclamato, onorato e proclamato compatrono della città.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”