Ecco chi è santa Rosa da Viterbo
di Mariella Lentini*
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“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Che coraggio ha questa ragazzina di appena diciassette anni! Nel Medioevo cammina scalza per le strade di Viterbo e si scaglia contro l’imperatore in persona per difendere la pace e la Chiesa! Rosa nasce nel 1233 a Viterbo (Lazio) in una famiglia di poveri contadini. I suoi genitori si chiamano Giovanni e Caterina. Rosa non è come le altre bambine. A soli tre anni esprime la sua santità facendo tornare in vita una zia appena spirata. La ragazza si ammala e guarisce, grazie alle preghiere rivolte alla Madonna che le appare. La famiglia ha poco cibo, ma la bambina si priva della sua razione di pane per donarla ai poveri. Quando un giorno il padre, sospettoso, le chiede di vedere cosa nasconda nel suo grembiule, la figlia ubbidendo lo apre: ecco che il pane si trasforma in rose appena colte e profumatissime.
In quegli anni la città laziale è martoriata da aspre guerre tra Guelfi (sostenitori di papa Innocenzo IV) e Ghibellini (alleati dell’imperatore Federico II). Nel 1250 i Ghibellini dominano la città. Rosa ha diciassette anni e, senza alcuna esitazione, sfida l’imperatore. La giovane indossa il saio da terziaria francescana e percorre a piedi Viterbo: impugnando un crocifisso, chiede per tutti la pace e invita gli abitanti a rimanere fedeli al Cristianesimo. La famiglia di Rosa viene cacciata e costretta a rifugiarsi in montagna, nonostante sia il 4 dicembre e stia per nevicare. La ragazza predice la morte dell’imperatore che avviene poco dopo, il 13 dicembre. I Guelfi riprendono le redini della città e la famiglia di Rosa può tornare a casa. La giovane compie subito un miracolo, donando la vista a una fanciulla che si chiama Delicata, cieca dalla nascita.
Rosa chiede di entrare in convento, ma viene rifiutata. La ragazza prevede che il convento la acclamerà e la accoglierà da morta. Rosa muore poco dopo, nel 1251 e, come aveva previsto, il convento che la rifiutò in vita, accoglie le sue spoglie. Oggi la santa riposa a Viterbo, dove è molto venerata, nella Chiesa di Santa Maria (odierno Santuario di Santa Rosa), annessa al monastero che non l’aveva accolta in vita. La città laziale festeggia tuttora la sua amata patrona ogni 3 settembre, con una spettacolare ed emozionante processione: il celebre “trasporto della Macchina”, una torre illuminata alta trenta metri, pesante cinque tonnellate e portata a spalla da cento uomini detti “Facchini”. Proclamata patrona del Terz’Ordine femminile di San Francesco, della gioventù femminile cattolica italiana e della Gioventù Francescana Gi.Fra., Santa Rosa da Viterbo protegge anche ragazze e fiorai.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”