Gesù, che cosa ce ne viene in tasca a seguirti?
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DI MARTEDÌ 1° MARZO 2022
Dal Vangelo secondo san Marco 10, 28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
COMMENTO
«Che cosa ce ne viene in tasca a seguirti?». In parole povere è questa la domanda di Pietro. Ed è una domanda umana, una domanda lecita, una domanda che ciascuno di noi si fa, è inutile negarlo. Infatti il Signore non si scandalizza di questa domanda, anzi risponde: «riceverete molto di più di quello che avete lasciato». Certamente nella vita eterna, ma anche in questa vita: cento volte tanto. Insieme però – precisa Gesù – a persecuzioni. Come è possibile questo? Cos’è questo centuplo che viene promesso, se comprende anche le persecuzioni? Il fatto è che il centuplo che il Signore promette a coloro che lo seguono non indica necessariamente il successo nella vita, valutato con gli occhi del mondo. Indica il modo di vivere nuovo di chi vive nella pace e nella gioia di Dio. La vita di chi segue il Signore – al pari della vita di chiunque – non è priva di amarezze, di delusioni, di dolori, ma tutto assume un sapore diverso, perché è abitata da Dio.