Ecco chi è il beato Daniele Alessio Brottier, il “padre degli orfani”
di Mariella Lentini*
–
“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Quando siamo convinti di aver intrapreso nella vita la strada che abbiamo sempre sognato, a volte arriva un ostacolo, un evento imprevisto. Allora siamo costretti a cambiare rotta. Se questa, però, è la volontà di Dio, la nuova via sarà quella giusta e ci farà diventare dei “giganti” in un altro ruolo. È il caso del beato Daniele Alessio Brottier. Nato a La Ferté Saint–Cyr (Blois, Francia) nel 1876, a chi da bambino gli chiedeva: «Cosa vuoi fare da grande?» – egli rispondeva – «il sacerdote e poi il papa». Devoto alla Madonna, entra in seminario facendosi ben volere da tutti per le sue qualità di formatore dei ragazzi e organizzatore di ritiri spirituali. Nel frattempo per un anno deve assolvere al servizio militare e nel 1899, finalmente, diventa sacerdote. Si occupa dell’educazione dei ragazzi e ben presto i superiori lo propongono alla guida di una parrocchia.
Ma il sogno di Daniele Alessio è di partire missionario. I suoi genitori sono preoccupati perché chissà quanto lontano andrà il loro ragazzo, ma di fronte alla volontà di Dio essi accettano la scelta dell’amato figlio. Daniele Alessio si mette in viaggio per l’Africa e raggiunge il Senegal, una colonia francese. Qui si dedica soprattutto ai bambini e ai giovani. Tuttavia vi rimane solo per tre anni perché soffre di violenti mal di testa. Torna in Francia, si ristabilisce e decide ancora una volta di partire missionario in Senegal, ma nuovamente il mal di testa si fa insopportabile. Così il prete rinuncia definitivamente al suo sogno. In Francia, continua a pensare al Senegal e organizza la raccolta di offerte sia per la popolazione, sia per far costruire una Cattedrale a Dakar (capitale del Senegal), inaugurata nel 1936. Decide, poi, di mettersi al servizio dei soldati al fronte durante la Prima guerra mondiale, incurante dei gravi pericoli, protetto dalle preghiere rivolte a Santa Teresa di Gesù Bambino di Lisieux, alla quale il sacerdote è molto devoto.
Finita la guerra, Daniele Alessio diventa famoso per l’aiuto concreto dato agli orfani parigini, nel quartiere Auteuil. In seguito fonda l’Opera degli orfani apprendisti e per questo motivo viene chiamato “Padre degli orfani”. Si racconta che alla sua morte, avvenuta a Parigi nel 1936, l’ex impiegata dell’orfanotrofio lo abbia implorato di guarirla dai dolori alle ossa: «Padre Brottier, se sei nel Cielo guariscimi!». La guarigione arriva all’istante.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”