Canada, Trudeau e quella repressione del Freedom Convoy in stile cinese

Canada, Trudeau e quella repressione del Freedom Convoy in stile cinese

di Pietro Licciardi

IN VIRTU’ DI UNA LEGGE SPECIALE MAI APPLICATA FINORA SONO COMINCIATI GLI ARRESTI DEI CAMIONISTI. INTANTO IL GRADIMENTO PER IL PREMIER CANADESE E’ PRECIPITATO AL 16%, INCASSANDO LE CRITICHE PERFINO DALLA “SUA” CINA

Justin Trudeau, figlio di quel Pierre Trudeau primo ministro dal 1980 al 1984 che simpatizzava apertamente per Fidel Castro, e lui stesso più volte estimatore della Cina comunista e totalitaria, ha gettato la maschera dando il via agli arresti indiscriminati dei camionisti che da giorni stazionano pacificamente davanti ai palazzi del potere di Ottawa per chiedere la revoca delle misure eccezionali adottate in occasione della pandemia, che non hanno più ragione di essere dal punto di vista sanitario ma che stanno rendendo difficile il ritorno alla normalità e ostacolano pesantemente il lavoro di tutti, non solo dei camionisti.

Una protesta che, come ha riferito InFormazione cattolica ha il sostegno della gran parte della popolazione, comprese le minoranze etniche e i numerosi immigrati in Canada, ma che l’attuale governo liberale, di sinistra, ha deciso dapprima di ignorare, poi di denigrare rovesciando sui manifestanti il solito vocabolario di improperi che fanno parte del frusto bagaglio sinistrorso: fascisti, razzisti, suprematisti bianchi e via elencando; infine attuando in questi giorni la repressione in virtù di una legge antiterrorismo mai applicata prima in Canada che di fatto attribuisce a Trudeau i pieni poteri consentendogli di instaurare la legge marziale. 

E’ esattamente il comportamento adottato da Pechino per schiacciare le proteste a Hong Kong e prima ancora quelle degli studenti in piazza Tienanmen nel 1989.

Paradossalmente si tratta di una mossa che accelererà la caduta del regime di Trudeau dal momento che, come mostrano perfino i sondaggi ufficiali – i quali spesso come sappiamo sono pilotati – il 61% dei giovani canadesi sono dalla parte dei manifestanti; e i giovani sono quelli che votano prevalentemente per la sinistra liberale, mentre la popolazione canadese nel suo complesso è passata dal 34% di consensi iniziale per il Freedom Convoy a oltre il 50%. Trudeau al contrario è precipitato nei sondaggi al 16%, il che fa supporre che vi saranno profondi cambiamenti nel quadro politico di quella nazione, specialmente adesso che alcuni esponenti della sinistra mostrano di voler abbandonare la barca traballante rivolgendo forti critiche all’operato del premier. 

Addirittura sembra che perfino la Cina abbia giudicato eccessiva l’applicazione della legge speciale, mentre al contrario il presidente “democratico” Biden dalla Casa Bianca ha spinto per dare inizio alla repressione in quanto vuole che il Canada sia un esempio per i camionisti americani, che il 23 febbraio vorrebbero mettersi a loro volta in marcia dalla California alla volta di Washington per chiedere anch’essi il ritorno alla normalità, specialmente dopo aver costatato che i lockdown, gli obblighi vaccinali e la restrizione delle libertà costituzionali non hanno in impedito al virus di fare il suo corso. Anzi il Covid ha imperversato di più proprio negli stati democratici in cui le misure di contenimento sono state più severe. 

Intanto cresce la simpatia per i manifestanti anche negli Stati Uniti, dove la rete nazionale Fox News e il suo più popolare anchorman Tucker Carlson seguono fin dall’inizio le vicende dei camionisti con filmati e interviste che mostrano chiaramente la realtà dei fatti, in netto contrasto con le reti di regime, come Cnn, che parlano di scontri e violenze causate dai manifestanti, dipinti come fuorilegge, ignorando del tutto l’assoluta arbitrarietà delle azioni del sindaco e della polizia di Ottawa, ispirate dal governo, i quali hanno letteralmente rubato la benzina destinata al riscaldamento delle cabine dei camion nel gelido inverno canadese e i generi alimentari e di conforto donati dai cittadini; per non parlare dei dieci milioni di dollari donati dai sostenitori della protesta alla piattaforma GoFundMe, la quale ha unilateralmente congelato l’ingente cifra con la scusa che non era chiaro l’utilizzo. Questo quando GoFoundMe non ha avuto scrupoli a raccogliere denaro e finanziare i disordini dei Black Lives Matter che per mesi hanno messo a ferro e fuoco diverse città americane, causato milioni di dollari di danni e una trentina di morti.

Comunque i canadesi non cedono e continuano a protestare. Un esempio di libertà e vera democrazia per il mondo intero.

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