Spagna, agli animali più diritti degli esseri umani non ancora nati
di Angelica La Rosa
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IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL GOVERNO SOCIAL-COMUNISTA SPAGNOLO HA DATO IL VIA LIBERA ALLA LEGGE SUL “BENESSERE E LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI” CHE REGOLA IL RAPPORTO CON GLI ANIMALI DOMESTICI
In Spagna gli esseri umani non nati possono essere sacrificati sugli altari delle cliniche per aborti mentre per una legge approvata nei giorni scorsi dal governo social-comunista presieduto da Pedro Sánchez, gli animali da compagnia non possono essere più macellati se non per motivi di salute pubblica o, e questo vale anche per gli esseri umani, per eutanasia in caso di grave malattia.
Il Consiglio dei ministri del governo social-comunista spagnolo ha dato il via libera alla legge sul “benessere e la protezione degli animali” che regola il rapporto con gli animali domestici e punisce il maltrattamento, l’abbandono e il sacrificio di animali.
La nuova norma promossa dal Ministero dei diritti sociali e dell’Agenda 2030 risponde all’impegno espresso nell’accordo di coalizione e rappresenta, per il governo, un “progresso”.
La legge porrà fine alla commercializzazione di animali nei negozi di animali, nonché alla loro esposizione ed esposizione al pubblico per scopi commerciali. A ciò si aggiunge che l’allevamento potrà essere svolto solo da allevatori autorizzati, in nessun caso da privati e che devono figurare anche in più registri.
Altre misure incluse nella norma sono il divieto di pratiche che causano sofferenza agli animali, come l’uso di collari elettrici o spuntoni o la possibilità di tenerli legati a un veicolo in movimento. Inoltre, si raccomanda di promuovere i giardini zoologici nei luoghi di riproduzione indigena in cattività ed è stabilito che gli individui non possono avere più di cinque animali nella loro casa.
La legge ritiene che nessun animale sia pericoloso a causa della sua razza e che i cani debbano essere valutati individualmente. Ecco perché l’elenco dei cani pericolosi viene eliminato, “nonostante, per regolamento, siano stabilite le condizioni in cui dovrebbero essere maneggiati, dopo aver effettuato uno studio di socialità”.
La legge stabilisce un regolamento sanzionatorio che contempla tre tipologie di sanzioni (minori, gravi e gravissime) e che potrebbero arrivare fino a 600.000 euro di sanzione. Le sanzioni per l’inosservanza potranno comportare anche la confisca dell’animale e la sua consegna a un ente di protezione, nonché la possibilità di interdire il proprietario dalla detenzione di animali “per un periodo massimo di cinque anni per reati gravi e da cinque a dieci anni per i gravissimi”.