Le parole di Amato significano sdoganamento legale e socio-culturale di eutanasia e Cannabis libera?
di don Antonello Iapicca
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I QUESITI REFERENDARI IRRICEVIBILI ERANO SOLO LA TESTA DI PONTE PER AGGREDIRE IL CASTELLO DELLA VERITÀ E DELLA RETTA ANTROPOLOGIA
Temo di non sbagliare pensando che abbiano perso solo una battaglia, non la guerra.
Hanno volutamente puntato un bersaglio impossibile per raggiungere quello prefissato.
Le parole di Amato, al netto delle lacrime false, sono il triste presagio di ciò che ci attende: legalizzazione dell’eutanasia e della cannabis. “I referendum non erano su eutanasia e cannabis…”. Che significa sdoganamento legale e, soprattutto socio-culturale, dell’omicidio e della droga.
Siamo sulla vetta del piano inclinato, i quesiti irricevibili erano solo la testa di ponte per aggredire il castello della verità e della retta antropologia.
Ora sono arrivati dinanzi al portone, che proprio queste dichiarazioni in codice di Amato lasciano socchiuso agli invasori. Ora basterà un colpetto, magari parlamentare, per aprirlo e cominciare a rotolare giù, verso abomini ad oggi inimmaginabili.
Erano immaginabili cinquant’anni fa pillola abortiva come anticoncezionale alle minorenni? O il matrimonio omosessuale con utero in affitto e figli comprati? No. Così sono inimmaginabili gli abomini a cui ci condurranno l’omicidio pietoso e la legalizzazione della droga “leggera” per alleggerire la vita dei ragazzi.
D’altronde, come diceva Madre Teresa di Calcutta, una volta legalizzato l’aborto nessun abominio sarà più precluso. Non sarà difficile legalizzare la morte di corpi e cervelli, insieme alla distruzione della famiglia ad opera di false famiglie, adozioni da parte di coppie omosessuali e uetto in affitto.
Sono gli autentici obbiettivi del demonio incarnato nelle élite che prestano i soldi a strozzo e a condizione di demolire la società erede del cristianesimo.
Nel mezzo del tramestio mediatico e dei social che sparge indignazioni per le pretese mutilazioni dei diritti di cui il Paese sarebbe vittima, assordati dal garrire di politici e influencer, sarà un gioco da ragazzi invadere quel poco di società rimasta umana perché figlia di secoli beneficamente “salati” dai cristiani.
La crisi di fede e la secolarizzazione hanno evaporato le apparenze di cristianesimo clericale e ipocrita, lasciando spazio, anche nella Chiesa e nei cristiani, all’ideologia mascherata con la pietà, l’amore, la solidarietà, l’accoglienza non delle persone ma della loro caricatura disegnata dal pensiero unico dominante.
Per questo, il grido inesausto della verità che smascheri la menzogna, non basta. Dobbiamo ripartire dalla fede, senza paura. Arriveranno onde terribili da questo tsunami di male. Precipiteremo sul piano inclinato degli abomini. Ma noi, come Noè, dovremo preparare l’Arca dove salvare le primizie della vita nuova dopo il diluvio incipiente.
Dobbiamo cioè seminare la fede attraverso l’annuncio del Vangelo, senza stancarci, perché la fede viene dalla predicazione. E formare cristiani che, nell’Arca che è la Chiesa, crescano sino alla statura adulta della fede, attraverso una seria iniziazione cristiana. Perché lo tsunami di male finirà con l’implosione di questa ideologia che, fondata sulla menzogna e nemica dell’uomo, non potrà restare in piedi. Allora i cristiani, difensori della vita e della verità, saranno pronti ad accogliere le vittime dell’ideologia, per accompagnarle a Cristo, l’unico medico delle nostre anime, capace di risuscitare anche chi giace nel sepolcro da quattro lunghi giorni, questo tempo impazzito, e dà cattivo odore. Perché nulla è impossibile a Dio, e noi lo sappiamo. E anche se il demonio può vincere una guerra non vincerà il combattimento escatologico. Anzi, l’ha già perso.