Ecco chi è il beato Giovanni da Fiesole detto “il Beato Angelico”

Ecco chi è il beato Giovanni da Fiesole detto “il Beato Angelico”

di Mariella Lentini*

I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)

Ci sono tanti modi per essere “apostoli”, ovvero per far conoscere Gesù, sua Madre Maria, i santi e il messaggio del Vangelo: l’amore per il prossimo e la natura, la carità, il Bene. Si possono scrivere articoli e libri o scattare fotografie. C’è chi recita, chi danza, chi gira filmati. Un semplice frate, dal carattere mite e dolcissimo, lo fa con i colori e i suoi pennelli. È un vero genio. Le sue opere d’arte incantano chi le ammira, tanto che l’umile frate diventa un celebre pittore e viene chiamato da tutti “Beato Angelico”. Il suo vero nome è Guido. Nasce a Vicchio di Mugello (Firenze), in Toscana, verso il 1400. La sua famiglia è molto povera. Si sa che fin da ragazzo Guido dipinge e fa parte di un’associazione fiorentina di pittori, la compagnia di San Niccolò.

Il suo talento con i colori presto si accompagna alla vocazione per la vita religiosa. Entra nel Convento dei frati domenicani di Fiesole (Firenze) e viene ordinato sacerdote, con il nuovo nome di Fra Giovanni da Fiesole. Qui il “Beato Angelico” dipinge L’Annunciazione ammirata, perfino, dal celebre pittore dell’epoca Michelangelo. In seguito il frate domenicano si stabilisce presso il Convento di San Marco di Firenze sulle cui pareti, ancora oggi, si possono ammirare i suoi stupendi affreschi. Dipinge soggetti religiosi in tante chiese, cattedrali e conventi e ben presto, per la sua bravura nel promuovere l’arte sacra, arriva il successo che, però, non lo rende superbo. Egli rimane umile e ubbidiente ai superiori. I santi, la Madonna, gli angeli e i presepi da lui raffigurati, dopo aver ogni volta prima pregato, sono l’espressione profonda di quello che il frate sente nel suo intimo, un modo di predicare la cui voce risuona ancora oggi, a distanza di secoli, per mostrare il suo amore per Gesù.

Il papa stesso, Eugenio IV, lo invita a Roma e gli commissiona prestigiosi affreschi per i Palazzi Vaticani e la Basilica di San Pietro. Tra le tante sue opere famosa è L’Incoronazione della Vergine esposta nel prestigioso Museo del Louvre, a Parigi. Muore a Roma, nel 1455, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva, dove è tuttora sepolto. Proclamato patrono dei pittori e degli artisti e protettore dei quadri, una leggenda racconta che alla morte dell’umile fraticello, sulla guancia di ogni angelo da lui dipinto sia scesa una lacrima.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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