In Canada pronto il blitz delle Giubbe Rosse, come in piazza Tienammen

In Canada pronto il blitz delle Giubbe Rosse, come in piazza Tienammen

di Pietro Licciardi

LA PROTESTA DEL CONVOY FOR FREEDOM SI ALLARGA MA TRUDEAU E’ PRONTO A STRONCARLA RICORRENDO ALLA VIOLENZA

La protesta pacifica dei canadesi contro gli ormai inutili obblighi vaccinali e le restrizioni imposte col pretesto di una pandemia che ormai, secondo quanto stanno dicendo le fonti medico-scientifiche internazionali, ha perso tutta o quasi la sua forza, prosegue a Ottawa e nelle altre maggiori città del paese. Ad essa si sono uniti gli agricoltori e innumerevoli cittadini, soprattutto là dove i camionisti hanno i loro presidi, con la possibilità di mostrare a tutti l’assoluta ragionevolezza delle loro richieste e il modo pacifico, anzi festoso, di manifestarle; in netto contrasto col quadro dipinto dai media di regime, che in Canada come del resto in Italia, continuano ad alimentare la paura, silenziano ogni voce contraria alla narrazione ufficiale e dipingono come irresponsabili, disinformati o peggio tutti coloro che hanno dubbi o mettono in discussione il modo totalitario, alla cinese, col quale i governi hanno gestito, oltretutto malamente, l’epidemia.

Da parte sua il premier Justin Trudeau, anziché ascoltare le ragioni della protesta come ci si aspetterebbe da un politico democratico e responsabile, prosegue sulla linea dura, col supporto del sindaco della capitale Ottawa, Jim Watson, il quale ha sguinzagliato la polizia a cui ha fatto sequestrare le taniche di gasolio in circolazione per impedire ai manifestanti di scaldarsi, soprattutto di notte, quando le temperature scendono ben oltre lo zero. Da considerare che molti camionisti hanno portato con se le famiglie, compresi i bambini, per i quali le cabine degli automezzi sono da giorni la loro casa. Pronta la contromossa dei canadesi, che hanno cominciato a circolare a migliaia con taniche in mano, alcune piene di acqua, alcune vuote e altre contenenti gasolio, in modo da rendere molto difficile alla polizia interrompere ancora i rifornimenti. Un giudice ha comunque riconosciuto il diritto dei camionisti a tenersi le taniche e la polizia ha dovuto restituirle, non prima però di aver inquinato il gasolio con acqua, rendendolo inservibile.

Da segnalare che moltissimi poliziotti hanno fraternizzato con la gente in piazza e per questo quasi la metà degli agenti in servizio nella capitale sono stati allontanati dal capo della polizia. Al loro posto stanno invece cominciando ad affluire agenti in assetto di guerra della polizia a cavallo, le famose Giubbe Rosse, che ormai assolvono a compiti di ordine pubblico, il che fa temere un’azione di forza da parte del governo, il quale, dopo aver accusato i camionisti di razzismo, fascismo, e addirittura terrorismo, si appresta a far degenerare la situazione con un arresto in massa paragonabile all’assalto di pazza Tienanmen a Pechino nel 1989.

In una conferenza stampa comunque i manifestanti hanno assicurato che neppure in quel caso ricorreranno alla violenza, e anzi hanno chiesto ai canadesi di affluire ancora più numerosi a Ottawa, per cercare di far fallire il blitz, con la forza del numero. Appare chiaro che ormai la violenza è la sola carta rimasta in mano a Justin Trudeau e al suo partito liberale per stroncare subito la protesta e impedire un drastico cambio di rotta nella politica canadese, contando magari sulla memoria corta delle persone.

Intanto qualcosa in Canada si sta muovendo. L’opposizione conservatrice sembra si sia svegliata dal suo torpore e la leader temporanea del partito, Candice Bergen, ha sostenuto nel parlamento federale le ragioni dei canadesi e accusando Trudeau di aver politicizzato i vaccini e la pandemia, mentre i governatori di Alberta e Saskatchewan hanno rimosso gli obblighi vaccinali e tutte le altre restrizioni derivanti dal Covid, anche se i camion al confine tra Alberta e Stati Uniti restano in strada nel timore, come già avvenuto, che il governatore di Alberta si rimangi tutto dopo una settimana o un mese.

Sul banco degli imputati infine pure il sistema dei media che in Canada, come nel resto del mondo e in Italia ha informato, o meglio disinformato a senso unico, rendendosi responsabile del clima di paura che ha reso possibile ai governi adottare misure liberticide e totalitarie, come la vaccinazione obbligatoria con medicinali sperimentali e il famigerato passaporto verde. I camionisti tra l’altro in conferenza stampa hanno fatto notare come il consenso informato preveda di vaccinarsi solo quando sono state fornite le informazioni del caso; ma come è possibile questo se a oltre un anno dall’uscita del primo vaccino ancora non sono stati resi noti i dati riguardanti la sperimentazione [come ha riportato anche InFormazione cattolica N.d.r] e gli studi clinici non sono completi?

La protesta dei Canadesi prosegue, mente nel resto del mondo occidentale si sta organizzando. Proteste sono in corso anche in Australia. Staremo a vedere come andrà a finire.

 

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