Il liceo di Cosenza occupato per protesta contro le molestie sessuali: il ministro Bianchi intervenga!
di Simona Trecca
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LA MANCANZA DI ETICA ED ORDINE CHE HA INVASO LE SCUOLE ITALIANE DAL SESSANTOTTO IN POI CONTINUA A FARE SEMPRE PEGGIORI DANNI. COLPENDO IN QUESTO CASO ALCUNE STUDENTESSE DI UN LICEO IN PROVINCIA DI COSENZA CHE SAREBBERO STATE MOLESTATE DA ALCUNI INSEGNANTI, ADDIRITTURA PROTETTI DALLA LOCALE DIRIGENZA SCOLASTICA. MA LE RAGAZZE ED I RAGAZZI UNITI HANNO DECISO DI OCCUPARE L’ISTITUTO ED ATTENDONO L’INTERVENTO DELLE ISTITUZIONI
Una volta la scuola era il luogo più sicuro dopo la famiglia. A tratti si è sostituita all’istituzione familiare nel momento in cui questa ha iniziato a crollare e a non garantire più nel suo interno quella unità e stabilità necessaria all’educazione e alla serenità dei propri figli.
Da qualche decennio a questa parte assistiamo al fallimento totale del sistema scolastico pubblico sia da un punto di vista strutturale sia qualitativo. L’ultima grande riforma che lo riguarda è la cosiddetta Buona Scuola, approvata con la legge n. 107 del 2015, che ha fornito nei primi due articoli maggiore autonomia gestionale ai “Dirigenti” (non più presidi) chiamati a riorganizzare le “risorse” umane, finanziarie, tecnologiche, etc. a loro disposizione, sul modello aziendale. Ma con questo modello quantitativo e (teoricamente) efficientistico il Dirigente scolastico può ispirarsi almeno in termini generali al principio del “buon padre di famiglia”? Difficile dirlo. Ma si tratterebbe di guidare quella che, ricordiamolo, dovrebbe essere una “comunità” scolastica all’insegna di una modalità operativa che tenda a prediligere l’aspetto umano, e non i bilanci o l’immagine pubblica dell’istituto a scapito dei ragazzi. Da questo punto di vista l’ultimo episodio di cronaca che sta riguardando il liceo Valentini-Majorana di Castrolibero (Cosenza) ha dell’incredibile.
Da qualche giorno i ragazzi stanno occupando l’istituto protestando contro un sistema che, all’interno della scuola, finirebbe per tollerare e nascondere certi atteggiamenti da parte di uno o più professori gravemente offensivi nei confronti di alcune studentesse. Insegnanti colpevoli, se le accuse saranno confermate, di essersi rivolti alle alunne con frasi ed atteggiamenti sessuali espliciti e, tutto questo, sarebbe stato insabbiato al fine di salvaguardare l’immagine della scuola.
Tutto nasce da una pagina Instagram denominata “Callout”, che in italiano significa “Gridalo”, aperta da una ex studentessa a cui sono affluite delle segnalazioni anonime di molestie subìte nel corso degli anni proprio all’interno del liceo. Oggi una di queste segnalazioni si è concretizzata in una formale denuncia presso i Carabinieri di Castrolibero.
La denuncia riguarda una ragazza che, quattro anni fa, quando era in prima liceo, avrebbe ricevuto da un professore una proposta indecente: una foto nuda in cambio della sufficienza nella sua materia! La studentessa, che non era sola al momento della molestia, accompagnata da una sua amica si è rivolta alla dirigente scolastica. Risultato? Nessuno, poiché il professore ancora oggi lavorerebbe in quella scuola.
Ma le segnalazioni pubblicate su Instagram sono diverse e tutte inquietanti. Un’altra ragazza ricorda quando un professore gli avrebbe proposto un rapporto sessuale direttamente in aula. Anche questa testimonianza è stata aggiunta a quelle raccolte e depositate venerdì scorso presso la locale Procura che ha aperto un’inchiesta. 12 le ragazze fino ad oggi coinvolte.
Alcuni rappresentanti dei ragazzi che stanno manifestando davanti al liceo hanno dichiarato che gli abusi sarebbero stati «sapientemente infangati negli anni e con una incredibile efficacia, complice anche la totale indifferenza di chi, all’interno della scuola, ha preferito mantenere intatta l’immagine della stessa, piuttosto che tutelare l’incolumità delle studentesse e degli studenti».
Fra le molestie segnalate anche spiacevoli episodi avvenuti durante la famigerata Didattica a Distanza (Dad), con invio di messaggi su WhatsApp del tutto fuori contesto.
I ragazzi però stavolta non sono stati indifferenti e hanno reagito occupando la scuola all’insegna di un obiettivo molto chiaro: “Stop alle molestie”. La loro richiesta, naturalmente, è che vengano allontanati i professori coinvolti nelle molestie e sembrano determinati. Se anche parte delle denunce presentate saranno confermate, come dargli torto?