I gesti rituali, le azioni di culto, non ci rendono migliori, quando non sono legati ad una vita buona

I gesti rituali, le azioni di culto, non ci rendono migliori, quando non sono legati ad una vita buona

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MERCOLEDI’ 09 FEBBRAIO 2022

 

Dal Vangelo secondo san Marco 7, 14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

COMMENTO

I gesti rituali, le azioni di culto, non ci rendono migliori, quando non sono legati ad una vita buona, quando non sono l’espressione di un cuore puro, di un’intenzione retta. Pensare che ci sia qualcosa nella natura che automaticamente possa renderci migliori o peggiori, senza il nostro impegno personale e il contributo della nostra ragione e della nostra volontà, è un’idea pagana, è pura superstizione. È il nostro cuore, cioè l’intenzione con cui noi facciamo o non facciamo qualcosa, che rende buono o cattivo il nostro agire, e di conseguenza rende buoni o cattivi noi. Pregare, partecipare alla Messa, ricevere i Sacramenti, senza un reale desiderio di essere in comunione con Dio e di vivere come piace a Lui è qualcosa di inutile, che ci illude di fare qualcosa di buono per noi e per la nostra salvezza e che invece ci mantiene pericolosamente sulla via della perdizione.

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