Nonostante le paure di tanti, preoccupati per la presenza del Papa da Fazio, ne siamo rimasti edificati

Nonostante le paure di tanti, preoccupati per la presenza del Papa da Fazio, ne siamo rimasti edificati

di Enzo Vitale

SULLA PARTECIPAZIONE DEL PAPA ALLA TRASMISSIONE DI RAI TRE “CHE TEMPO CHE FA” DI DOMENICA 6 FEBBRAIO 2022

Un pensiero mi frulla per la testa dopo la partecipazione del Santo Padre Francesco alla trasmissione di Fazio Fazio. Provo a spiegarmi.

Ho appreso della partecipazione del nostro Papa a quella trasmissione da un post visto su un social. Pensavo fosse uno scherzo. E invece…

Appena la notizia è cominciata a diffondersi, contestualmente, ho letto ed ho ascoltato diversi che lamentavano e disquisivano sulla opportunità che un Papa partecipasse ad una trasmissione che – in effetti questo è vero – non sempre è stata corretta nel presentare certe tematiche e, magari, ha anche calcato la mano presentando argomenti che contrastavano con l’insegnamento ecclesiale. Molti, addirittura, temevano tale partecipazione.

Temevano, secondo me, non tanto le domande che sarebbero state poste al Santo Padre (a mo’ di tranelli e trappole dialettiche per metterlo in difficoltà) quanto, piuttosto, quello che il Papa avrebbe potuto dire.

Personalmente, non so se le domande erano state concordate in precedenza. Non so neanche se la trasmissione fosse registrata – almeno nella parte relativa all’intervista al Papa – ma, va da sé che, nonostante le paure dei tanti preoccupati per quella presenza in televisione, ne sono rimasto edificato. E cerco di spiegarmi.

Non scenderò nei dettagli di quanto detto dal Papa: non credo sia questo il contesto. Se c’è stato qualcosa di sbagliato chi di dovere lo segnalerà. Ma, ripeto, voglio condividere un’impressione segnalando alcuni passaggi, tre in particolare.

Innanzitutto, mi ha colpito quel “richiamo” che il Papa fa sul dovere di perdonare sempre: “il perdono è un diritto umano”. Chi è competente in materia di diritto potrà dettagliare spiegando la portata di tale affermazione: io, in quel contesto, ci ho “letto” tutto il desiderio di quell’uomo, il Papa, di portare il messaggio di Misericordia di Cristo.

Un’altra considerazione: ha citato la famosa preghiera di san Tommaso Moro. La conoscevo: per me niente di nuovo. Ma come restare indifferenti al fatto che, il giorno dopo, c’è stato un “sovraffollamento” nella diffusione di quella preghiera in rete? Quante persone – mi sono chiesto – a partire da quel momento, reciteranno quella preghiera?

Terza considerazione: non sapevo che il Papa – pur amante della musica – non guarda mai la televisione. Quante famiglie che, ascoltando quelle parole, sono state rincuorate nella loro determinazione a non permettere ad uno strumento fin troppo invadente, di togliere spazi di intimità quando si pranza, quando ci si intrattiene un pomeriggio domenicale a casa o si sta assieme a degli amici. In soldoni: la televisione può stare spenta! Importante è stare con i propri amici.

Non me vogliate se sono così superficiale nel citare solo questi tre passaggi della interessante e, per certi versi, stimolante chiacchierata del Papa. Ma – questo per il me il punto! – se si ama il Vicario di Cristo, non ci si può preoccupare tanto temendo per quello che potrebbe dire.

Io ringrazio perchè, nell’essere strumento nelle mani di Dio, ha voluto anche usare quel mezzo, attraverso una trasmissione che – vi confesso non ho mai visto e non credo che lo farò in futuro – serve per arrivare al cuore di milioni di persone.

Pensate che non ci sia riuscito? Io dico di sì! È mio desiderio, sempre e comunque, illuminare positivamente quanto il Papa dice. E se, talune volte non riesco a capire o sembra poter essere non condivisibile quanto da Lui affermato, preferisco fare silenzio e attendere. Che ne pensate? Sbaglio? O forse tutti, volendo servire la Chiesa, dovremmo fare così?

SNon credete che Dio, guardando la nostra buona volontà, nei casi in cui “proprio non ci arriviamo”, fatichiamo a comprendere, verrà in nostro aiuto con il Suo Spirito?

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