Non abbiamo mai conosciuto la libertà, perciò non sappiamo difenderla come i canadesi
di Pietro Licciardi
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MENTRE IN CANADA UN’INTERA NAZIONE SI SCHIERA CON I CAMIONISTI CONTRO IL GREEN PASS, IN ITALIA CI AZZANNIAMO L’UNO CONTRO L’ALTRO MENTRE IL GOVERNO DRAGHI-SPERANZA CONTINUA COME SE NULLA FOSSE…
Man mano che la questione “pandemia” si sta facendo più chiara; ovvero man mano che emergono le manipolazioni e le menzogne da parte dei governi e delle istituzioni pubbliche ad esse asservite, o che si chiarisce la strategia adottata dai mezzi di comunicazione di massa, tv e giornali, che hanno “informato” a senso unico, censurando opinioni discordanti o annegandole in un mare di notizie e pareri appiattiti sulla narrazione ufficiale, calunniando e minimizzando le spontanee e pacifiche proteste dei cittadini, stiamo capendo almeno due cose.
La prima è che vi è una strategia comune adottata dal mondo Occidentale, ormai per lo più governato da partiti e leader della sinistra o legati a doppio filo col potere finanziario internazionale e globalista che con le ideologie e la prassi della sinistra ha moltissimo in comune. A riprova di ciò il fatto che la pandemia è stata gestita – in Italia e nel resto dell’Europa, negli Stati Uniti del “democratico” Biden, nel Canada da Justin Trudeau e in Australia – alla cinese.
Ovvero con ripetuti lockdown che hanno rinchiuso in casa milioni si cittadini, impedendo loro di usufruire di diritti costituzionali e rovinando intere economie nazionali e famiglie, imposti con legislazioni di emergenza che hanno espropriati i parlamenti nazionali delle loro prerogative; per non parlare della introduzione di “passaporti interni digitali” – in cui confluiscono dati sensibili di carattere personale, sanitario, fiscale ma che un domani potrebbero comprendere ogni minimo aspetto della nostra esistenza -, i quali sono una porta aperta al controllo totale della popolazione. Esattamente come sta avvenendo oggi in Cina, il più grande blocco comunista e totalitario sulla terra.
Senza fare del complottismo, del quale non c’è bisogno avvenendo ormai tutto alla luce del sole, appare evidente che il Covid-19, le cui dimensioni sono state notevolmente esagerate come ha denunciato anche inFormazione Cattolica [QUI], [QUI] e [QUI], non è che un pretesto per imporre qualcos’altro: il controllo della popolazione e l’asservimento delle masse ad un potere sempre meno democratico in vista di una riorganizzazione sociale ed economica senza precedenti – che si chiami Great reset, Green deal, o altro poco importa – in cui la famiglia scomparirà e tutti noi diventeremo individui senza stabili legami reciproci, divisi in tribù che le élite al potere scaglieranno l’una contro l’altra per far passare qualsiasi loro progetto sociale o diktat.
Una tecnica – questa del divide et impera – nota e consolidata che abbiamo visto funzionare alla perfezione proprio in questi due anni, in cui la paura ha fomentato l’odio di chi, ligio alle cervellotiche e talvolta ridicole regole sanitarie, si è scagliato contro chi riconosceva l’insulsaggine di certe imposizioni; oppure tra i vaccinati e chi più prudentemente voleva essere informato prima di inocularsi una “sostanza sperimentale”, fino ad arrivare agli odierni sostenitori senza se e senza ma dell’inutile Green pass.
La seconda amara costatazione è che gli italiani sono un popolo che da quando si è unito non ha mai conosciuto la vera libertà e quindi non è più capace di riconoscere l’oppressione, alla quale pare essersi assuefatto, e di conseguenza difendere ciò che gli appartiene per diritto naturale. E questo nonostante ormai sessant’anni di melensa e ipocrita retorica resistenziale, appelli alla difesa dei valori democratici e costituzionali, portata avanti, ironia della sorte, proprio da quei partiti che oggi li stanno bellamente calpestando.
E’ vero, ci sono state centinaia di migliaia di persone che nei mesi scorsi hanno pacificamente manifestato in moltissime città italiane, ma a farlo avrebbero dovuto essere a milioni, come in questo momento sta avvenendo ad esempio in Canada, in cui più di 50mila camion hanno marciato alla volta della capitale Ottawa per chiedere l’abolizione del Green pass, la cui giustificazione ha molto di totalitario e ben poco di sanitario. Sul loro cammino centinaia di migliaia di persone che attendono anche per ore a meno trenta gradi di temperatura il loro passaggio per sostenere la protesta, la quale ha già raccolto milioni di dollari, donati da semplici cittadini, che serviranno a pagare il carburante e il cibo ai camionisti, determinati a non tornare a casa fino a quando le richieste non saranno state accolte dal premier Trudeau, che prudentemente e vigliaccamente si è allontanato dal suo posto.
Questo mentre la stampa asservita ai poteri forti, canadese e americana, secondo un copione ben noto anche in Italia, sta appiccicando la vetusta etichetta di “fascista” a chi sta pacificamente difendendo diritti e Costituzione.
Non so se anche noi riusciremo, magari in extremis, a capire il destino che altri ci stanno riservando o se, come avvenuto nella Germania nazionalsocialista e nei paesi del blocco sovietico, dovremo bere fino in fondo ancora una volta l’amaro calice della persecuzione e dell’oppressione prima di riuscire a capire da chi siamo “governati” e dove ci vogliono condurre. Tuttavia qualcuno che reagisce ancora c’è e, fintanto c’è resistenza c’è speranza.