Ecco chi è sant’Alice (Adelaide) di Vilich
di Mariella Lentini*
–
“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Quante bambine portano questo bellissimo nome! Diventato famoso grazie alla favola Alice nel paese delle meraviglie scritta dall’inglese Lewis Carroll e pubblicata nel 1865, Alice deriva dal germanico athalaid (Adelaide) che significa “nobile” (da adal) abbreviato in Heidi. In Francia diventa Alis, si trasforma nel latino Alicia, arriva in Inghilterra, per poi ritornare in Italia e in Francia come Alice. Questo nome giramondo ha anche origini greche: da alykè che significa “marina”, “del mare”. Una santa chiamata Alice nasce in Germania, a Geldern, nel 960. È Sant’Alice (Adelaide) di Vilich. La sua famiglia è ricca e nobile e, da bambina, Alice riceve la sua istruzione presso il Monastero di Colonia di Sant’Orsola, dove si distingue per brillantezza negli studi e bontà d’animo. All’età di diciotto anni viene nominata badessa del Monastero di Vilich (Bonn), fatto costruire dai genitori in memoria di un fratello di Alice, Goffredo, morto in battaglia.
La santa è molto giovane, eppure riesce a guidare e a far prosperare con saggezza ed efficace organizzazione il convento. Adotta il precetto di San Benedetto: pregare lavorando. Le suore pregano per i malati, per la pace, perché trionfi l’amore. Ma si danno anche tanto da fare: lavorano i campi rendendoli fertili e con la frutta, la verdura, i cereali e i legumi che raccolgono, sfamano se stesse e tutti i poveri che si rivolgono al monastero chiedendo aiuto. Alice ha una sorella, Bertrada, anche lei suora, badessa del Convento di Santa Maria a Colonia. Quando Bertrada muore, Alice guida anche il Monastero di Colonia. Qui i bisognosi trovano un rifugio sicuro, una mano tesa contro la disperazione.
La santa trae la forza di aiutare concretamente gli altri dalla preghiera e dalla fede in Dio. Sant’Alice muore nel 1015 a Colonia e viene sepolta a Vilich. Le vengono attribuiti tanti miracoli avvenuti per sua intercessione, di cui non si ha conoscenza nei dettagli. Tuttavia può essere considerato già un miracolo l’aver salvato molte vite, organizzando l’accoglienza di poveri e malati, dato loro da mangiare, un giaciglio al caldo dove dormire e, soprattutto, il calore di una preghiera, di una parola di conforto e d’amore. Uno dei simboli di Sant’Alice è il pane. Viene invocata contro le malattie degli occhi.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”