Ecco perché l’adorazione è una pratica veramente gradita a Dio

Ecco perché l’adorazione è una pratica veramente gradita a Dio

di Padre Giuseppe Tagliareni*

PER QUESTO È ENORMEMENTE OSTACOLATA DAL MALIGNO

L’adorazione è una pratica veramente gradita a Dio, utile alle anime, enormemente ostacolata dal Maligno, che ne conosce bene il valore salvifico. Il primo culto che Dio richiede è proprio l’adorazione, con la quale Lo si riconosce come unico Dio, Signore di tutte le cose visibili e invisibili, Autore della vita e di ogni altro bene, nostro sommo Benefattore, Fine ultimo dell’uomo e nostra eterna felicità. Davanti a Lui bisogna stare in ginocchio (se si può), in umile atteggiamento di sottomissione, di ascolto, infinitamente grati per averci Egli creati solo per Sua bontà e redenti dalla maledizione eterna solo per Sua misericordia.

L’adorazione ci propizia Dio e ripara per una infinità di peccati: di bestemmia, di negazione, di ateismo e ribellione, di cecità e durezza di cuore, di disamore verso Dio e verso il prossimo. Inoltre, l’adorazione di Gesù nel Sacramento valorizza la sua presenza sacrificale che prolunga la Santa Messa e dà valore a tutte le nostre offerte e suppliche. Infatti, solo per Cristo, con Cristo e in Cristo noi abbiamo accesso al Padre, né c’è altra via che questa: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo mio” (Gv 14,6). Per questo, l’adorazione migliore è quella che si fa a Gesù-Dio presente nel Sacramento dell’altare, dove Dio e l’uomo s’incontrano.

Segniamo qualche semplice regola che può servire a fare meglio una pratica così utile per la vita spirituale: vero alimento della fede e fonte inesauribile di ogni grazia. Infatti, nel SS. Sacramento è presente Dio fatto uomo per noi e vivente in mezzo a noi per farci grazia. Chi ne sa approfittare con fede e amore, riceverà grazia su grazia e farà la cosa più utile per salvare le anime e il mondo, mettendo al centro della sua attenzione e del suo culto Gesù (= Dio che salva), l’Apostolo del Padre, Colui che Egli ha mandato per la nostra salvezza ed abita con noi (cfr. Ez 37,28). Ecco in breve alcuni atti che aiutano a fare una buona adorazione:

*Fare l’atto di mettersi in presenza di Dio, concentrando l’attenzione su di Lui presente nell’Ostia consacrata, vivo e vero, che tutto vede e ascolta con amore infinito. Dire espressamente: “Gesù, io credo che Tu sei qui, vivo e vero come sei in cielo. Ti adoro come Dio e ti amo sopra ogni cosa. Ti ringrazio e ti benedico con la Madonna, con gli Angeli e i Santi. Godo della tua presenza amabilissima e mi unisco a tutti coloro che ti amano per darti lode, onore e gloria”.

*Considerare la presenza di Gesù come Agnello immolato per noi. È qui nell’atto del Suo sacrificio più grande: quello del Calvario, dal quale scaturisce la salvezza del mondo e tutte le altre grazie. Perciò bisogna passare parecchio tempo a ringraziarlo e benedirlo senza sosta, considerando che Egli è il nostro più grande Benefattore. Ci aspetta per farci grazia!

*Saper vedere i Sacri Cuori di Gesù e di Maria perfettamente uniti come il ponte divino-umano attraverso cui salgono a Dio le nostre offerte e preghiere e scendono tutte le grazie e misericordie del Signore su coloro che Lo amano e Lo temono. Il Sacro Cuore di Gesù trafitto dalla lancia del soldato è la sede della Divina Misericordia, la sorgente di tutte le grazie ed anche l’oggetto del nostro culto più accetto a Dio. Il Cuore Immacolato e Addolorato di Maria è ontologicamente saldato a quello di Gesù per sempre; è la fonte da cui sgorga lacqua viva che nasce nel Cuore di Gesù e scende sui suoi adoratori.

*A questo punto, è opportuno dare un tempo alla lode, al ringraziamento, alla contemplazione silenziosa, facendo memoria della Passione del Signore e della Madonna per noi, immergendosi nel loro “ al Padre, amando la Sua volontà che vuole la nostra salvezza eterna, per la quale sacrificò Suo Figlio e la Vergine Madre. È ovvio che Dio Padre è presente lì dove c’è il Figlio ed è presente benevolo e benedicente su coloro che accolgono il Figlio Suo Gesù (cfr. Gv 16,27).

*Entrare nel silenzio di ascolto e leggere qualche brano delle Scritture. Il Buon Pastore ci conduce ai pascoli della vita eterna (cfr. Ez 34,14), come figli amati. La Sua Parola è dono di luce e di vita nuova: bisogna recepirla, meditarla, contemplarla in Gesù e Maria e poi farla diventare proposito di vita, perché diventi “carne”, cioè si traduca in opere concrete.

*Ora è il momento opportuno di fare la propria supplica, incominciando col chiedere la forza di mettere in atto la Parola di Dio sentita prima ed operare sempre per la gloria di Dio. Alla sua luce possiamo vedere dove e come agire perché si compiano i Suoi divini disegni su di noi e sul mondo. Dio ci fa vedere come meglio santificarci e fare del bene al mondo.

*Intercessione: presentare a Dio la supplica per coloro per i quali si vuole pregare, vivi o defunti che siano. Si può opportunamente far passare davanti a Gesù ad una ad una le persone per le quali si vuole pregare e chiedere grazie specifiche per ognuna di loro. Chiedere molto e con fede, ringraziando per ogni grazia accordata. Gesù ama far grazia a chi chiede con fede e amore: basta guardare al centurione di Cafarnao e a tutto il Vangelo.

* Continuare a lungo a cantare, lodare, benedire il Signore con umile gioia, perché “grande è la sua misericordia” : fa grazia “per mille generazioni” (Es 34,7) a coloro che lo temono e lo amano. Ringraziarlo a nome di tutte le creature che ricevono incessantemente vita, aiuti, provvidenza, protezione, liberazione dal male e dal Maligno; adorarlo per coloro che non lo fanno in troppe chiese e lo abbandonano nella solitudine dei tabernacoli.

*Fare dei momenti di preghiera comunitaria: Santo Rosario alla Madonna, Coroncina della Divina Misericordia, “Ora Santa”, Vespri, Santa Messa oppure Benedizione eucaristica. La preghiera comunitaria completa opportunamente quella personale: bisogna che ci sia tempo per l’una e per l’altra, alternando tempi di silenzio e tempi di parola.

L’adorazione eucaristica deve diventare una componente essenziale della pietà personale e comunitaria, da alimentare con la frequente visita in chiesa, da esercitare durante la Santa Messa specialmente alla consacrazione e durante la Santa Comunione.

Bisogna ornare di luci e di fiori freschi il santo Tabernacolo ed avere sempre il cuore rivolto a Gesù presente immolato e vivo in mezzo a noi. L’Eucaristia è il massimo tesoro della nostra santa religione: non faremo mai abbastanza per amarlo come va amato e custodirlo dai profanatori e dai malvagi.

 

 

 

 

* Padre Giuseppe Tagliareni
(29 luglio 1943 – 25 gennaio 2022),
è il fondatore dell’Opera della Divina Consolazione

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