Ecco chi è il Mahatma Gandhi, “l’apostolo della Non Violenza”, tra luci e ombre

Ecco chi è il Mahatma Gandhi, “l’apostolo della Non Violenza”, tra luci e ombre

di Mariella Lentini*

GANDHI E’ STATO UN “CATTIVO MAESTRO” E UN “MITO” DA SFATARE ALMENO DA DUE PUNTI DI VISTA: L’EREDITÀ POLITICA DELLA SUA “MISSIONE” ED IL GIUDIZIO ESPRESSO SU DI LUI DALLE ÉLITES DEL MONDO TRADIZIONALE INDÙ (VEDI QUI). INTANTO UN BREVE PROFILO PER COME LO CONOSCE IL MONDO…

Possiede solo un paio di occhiali e di sandali e una copia della Bhagavad Gita (libro sacro indù). Per vestirsi realizza umili panni bianchi filando il cotone. Si taglia i capelli da solo, è vegetariano e sta in silenzio un giorno alla settimana. Il suo insegnamento pacifista dall’India, dove è nato ed ha vissuto, si diffonde in tutto il mondo.

Apostolo della non violenza e dell’amore universale, libera il suo Paese dai coloni inglesi e lotta contro le rigide “caste” della società indiana dove gli ultimi sono considerati “intoccabili”. Le armi usate: disobbedienza civile e preghiere.

Mohandas Karamchand Gandhi chiamato Mahatma (in sanscrito “grande anima”) nasce a Porbandar (India) il 2 ottobre 1869, dichiarata «Giornata internazionale della non violenza» dall’ONU. La sua famiglia è benestante, il padre, infatti, è un alto funzionario statale. L’infanzia di Gandhi trascorre serena tra gli agi e gli studi. Si sposa giovanissimo, ha quattro figli maschi e si laurea in legge a Londra. In seguito si trasferisce in Sud Africa, a Durban, dove esercita la professione di avvocato, nonostante sia molto timido e impacciato nel parlare in pubblico.

Intanto approfondisce le sue conoscenze sull’Induismo e il Cristianesimo, prendendo coscienza del razzismo subito dai suoi connazionali e lottando per il riconoscimento dei loro diritti civili. Fonda un giornale e una fattoria, ashram, in cui si vive in povertà, svolgendo lavori agricoli e artigianali e pregando.

Tornato in India fonda un altro ashram e, con la celebre “marcia del sale” messa in atto per opporsi al monopolio inglese, si batte per l’indipendenza dell’India, cercando di unire la maggioranza indù con le minoranze cristiana e musulmana. Durante una carestia aiuta i contadini, vessati da troppe tasse, a scioperare e ad ottenere un accordo.

Leggendarie sono le sue marce a piedi nudi e i digiuni che si protraggono per giorni, fino a quando anche solo una piccola sommossa non viene messa a tacere. Arrestato più volte, Gandhi diventa famosissimo e il suo messaggio di lotta non armata universalmente diffuso.

Il 15 agosto 1947 l’India ottiene l’indipendenza. A Nuova Delhi, il 30 gennaio 1948, un fanatico religioso gli spara ponendo fine alla sua vita.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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