Chi sono i grandi peccatori?
di Padre Giuseppe Tagliareni*
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IL PECCATORE NON CAPISCE LA RAGIONE DEL SUO MALE
Sono tutte quelle persone che vivono come se Dio non ci fosse. Di fatto calpestano tutti i Suoi Comandamenti e fanno del proprio io il centro e lo scopo della vita. Ingrati, non riconoscono che tutto il loro bene viene da Dio e a Lui debbono amore e adorazione. Empi come sono non danno culto a Dio come unico Assoluto da cui tutto dipende, ma danno culto all’io come centro della vita, punto di partenza e di arrivo, unico autore del proprio benessere.
Si tratta di figli degeneri che cercano evasione, alcol e droga per fuggire gli impegni, di sposi infedeli che vogliono rifarsi la vita; di fratelli con lo spirito di Caino, di affamati e assetati di vanagloria, di emozioni forti, di giochi d’azzardo; di chi fa del denaro il suo dio; di chi si ostina su vie non buone: adulterio e prostituzione, pedofilia, usura, furto, menzogna, spaccio di droga, vendetta, abbandono della Chiesa e del culto a Dio in spirito e verità.
L’egoismo e la superbia allontanano Dio, non Gli danno posto, impedendo di riconoscerlo come Autore della vita, fonte della gioia e fine ultimo dell’esistenza. La spinta all’infinito che Dio ha posto nel loro cuore per dirigersi a Lui e possederlo, viene rivolta a se stessi, al mondo e ai beni che passano, senza mai potersi saziare. Da questo nasce l’inquietudine indomabile di chi non cerca Dio. Tutti oggi possono costatare questa inquietudine, che porta alla corsa, alla lotta, all’agitazione, all’affanno, al vuoto esistenziale.
Ma il peccatore non capisce la ragione del suo male. Se è avido di beni come denaro e ricchezze terrene, pensa che è infelice perché quello che ha è poco rispetto a quello che vorrebbe avere. Se è famelico di piaceri ed è sempre più vuoto e amaro, dirà che si è divertito troppo poco e sono da cercare nuove e più eccitanti emozioni. Se è geloso della posizione e gloria altrui, penserà che la sua infelicità nasce dal successo altrui e dal non essere riconosciuto per quel che si vale. E così aumenta la frenesia, l’ansia, la tensione, la delusione.
È Satana che fa ciechi e schiavi del peccato. Chi vive nel peccato, spesso non lo sa o non lo capisce, sempre si giustifica e aggrava ogni giorno la sua posizione, fissandosi in una durezza di cuore tale da spegnere ogni anelito verso il Cielo e ogni pietà verso il prossimo. In lui non c’è vita spirituale né eroismo morale. I valori che fanno grande e nobile la vita non entrano se non in un modo fugace: così l’amore disinteressato, il sacrificio di sé, la testimonianza della verità, la lotta per la giustizia, la pietà verso i miseri, la ricerca del sapere, l’impegno per migliorare il mondo, le conquiste dell’arte e della scienza, etc.
“Se sarete fedeli alla mia parola, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi… Chi fa il peccato è schiavo del peccato… Se il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.” (Gv 8,31-32.34.36).
Solo Gesù può redimerci dal peccato: Egli ha una tale forza da staccarci dal falso fascino del male e col nostro assenso spezzare le catene della schiavitù a Satana, re del peccato. Gesù con la sua morte di croce e risurrezione ha vinto i nemici della vita e della vera libertà: il demonio, il mondo, la carne, che inducono al peccato e inchiodano l’anima alla maledizione eterna.
La conversione è un dono immenso. Dio chiama tutti i peccatori, ma è necessario che l’anima, come Maria Maddalena, s’incontri con Cristo e riconosca nella sua voce quella del Buon Pastore, che vuol portare ai quieti pascoli della vita eterna; è necessario che si lasci afferrare dal suo amore, senza fare calcolo di ciò che lascia; è necessario prendere sul serio la sua parola coma Parola di Dio e seguirlo passo passo per dove ci vuole condurre.
La conversione è un tornare ad amare Dio, a metterlo sopra ogni altra cosa, come principio e fine della vita.
In modi spesso ignoti, a tutti è data la possibilità di convertirsi e tornare a Dio, pentirsi del male fatto e iniziare a fare il bene. Il “buon ladrone” lo fece poco prima di morire e fu salvato per la sua fede in Gesù crocifisso; Maria Maddalena lo fece molto prima di morire: alla luce delle parole di Gesù e della santità della sua vita, essa vide la miseria della sua condizione di peccatrice, avvertì il vuoto esistenziale e il pericolo di perdersi eternamente e decise di cambiare rotta. Andò da Gesù, espresse con lacrime il suo pentimento, baciò con amore i suoi piedi e li unse di olio profumato. Riamò colui da cui era stata tanto amata e ottenne il perdono e la salvezza.
Molti peccatori non conoscono quanto grande sia il pericolo di perdersi eternamente e incolpano Dio della loro infelicità, lo bestemmiano e odiano, presi come sono dal veleno di Satana. In ogni Santa Messa Gesù ripete: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34) e la Vergine Addolorata intercede per i peccatori. Ma bisogna che vi sia un coro incessante di preghiere e di lodi al Dio della misericordia e della consolazione, da parte di molte anime amanti di Dio e di Gesù, perché da quelle sante Piaghe e dal quel Cuore trafitto scendano raggi di luce ad illuminare e fiumi di acqua viva a risanare le menti e i cuori dei peccatori. Sono questi i consolatori di Gesù e di Maria. Infatti, la gioia più grande di Dio è la salvezza di un’anima e tu puoi contribuire.
I Sacri Cuori di Gesù e di Maria sono la fonte della conversione dei peccatori e anche della gioia che da Dio si effonde sugli Angeli e sui convertiti. Tutto viene da Dio Padre per mezzo del Figlio Unigenito, Suo Verbo. Ma questo si è fatto carne nel seno della Vergine per dare all’uomo la salvezza: salvezza che ci è guadagnata sulla croce. Qui è presente l’immolazione delle due Vittime più sante a Dio: Gesù e Maria. Da questa immolazione di valore infinito scaturisce la grazia della conversione di un’anima, che è la più grande grazia. E da qui procede e si espande la gioia davanti agli Angeli di Dio e nel cuore degli uomini.
Se si vuole tutto questo, bisogna allora tenere presenti davanti a Dio l’offerta dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, nell’atto del loro completo sacrificio del Calvario, dove unirono le loro due volontà libere nell’unico intendo di dare gloria a Dio e salvezza all’uomo. Questa infatti era la volontà del Padre.
Per questo era stato mandato il Figlio. Per questo Maria, l’Agnella immacolata, era divenuta Madre: Madre di Gesù e Madre dei redenti. Chi vuole consolare il Cuore di Dio non ha altra strada che quella di unirsi a Gesù e Maria.
* Padre Giuseppe Tagliareni
(29 luglio 1943 – 25 gennaio 2022),
è il fondatore dell’Opera della Divina Consolazione