Ucraina: la pace è possibile
di Vincenzo Silvestrelli
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OGGI PREGHIAMO PER LA PACE IN EUROPA, COME RICHIESTO DA PAPA FRANCESCO. CI AUGURIAMO ANCHE CHE, SULLA BASE DELLA NORMATIVA INTERNAZIONALE, SIANO GARANTITE LE CONDIZIONI DI GIUSTIZIA PER RENDERE SALDA LA NON BELLIGERANZA IN UCRAINA
Per la giornata di oggi il Santo Padre ha chiesto a tutti di pregare per la pace in Ucraina. «Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste – ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica –. Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli. Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace».
L’iniziatica ricorda altre situazioni analoghe. Nel 2013 si pregò per la pace in Siria e non si ebbe l’intervento degli Stati Uniti a sostegno degli islamisti che minacciavano la vita di cristiani e sciti in quel martoriato paese. Anche oggi sarebbe auspicabile che la situazione non degenerasse in una guerra “fratricida” fra Russia e Ucraina. Sarebbe un confronto voluto da altri e molto pericoloso per la stabilità europea.
È evidente che “opus iustitiae, pax”, la pace è realizzata dalla giustizia. Questa si conseguirà in primo luogo evitando la strumentalizzazione della delicata situazione in Ucraina come base per lo strangolamento della Russia, del rispetto degli accordi di Minsk che prevedono il ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nel Donbass, regione che da anni registra uno stillicidio di vittime innocenti in conseguenza dei bombardamenti indiscriminati sui luoghi abitati.
Un altro elemento essenziale è il rispetto della identità del popolo ucraino a cominciare dalla lingua, in particolare quella russa.
Ci sono alcuni che vedono nella guerra una soluzione, non per il popolo ucraino, vera vittima di questa situazione, ma per il perseguimento di fini geopolitici. Mentre seguiamo gli avvenimenti con attenzione, siamo abbastanza sicuri che la Russia, che conosce bene l’orrore della guerra per aver avuto 20 milioni di morti nel secondo conflitto mondiale, sarà saggia anche se determinata a difendere il proprio territorio minacciato.
Speriamo che anche la NATO sappia fare altrettanto evitando le provocazioni di questi anni. Registriamo per ora in Europa la posizione della Germania che ha impedito l’uso del proprio spazio aereo agli aerei inglesi che stanno rifornendo di armi l’esercito ucraino e che, per bocca del comandante della marina tedesca Achim Schoenbach, ha detto: «Davvero Putin vuole incorporare una parte dell’Ucraina? Questo è un nonsenso. Probabilmente il Cremlino vuole esercitare un po’ di pressione, perché Putin sa di poterlo fare. Così può dividere l’Europa. Quello che Putin vuole davvero è rispetto. È facile dargli il rispetto che vuole e che, probabilmente, merita anche». Da capo della marina della Germania l’alto Ufficiale ha poi sottolineato: «Io sono un cattolico romano radicale. Io credo in Dio e nella cristianità», spiegando che «la Russia è un paese cristiano, la Cina no».
Dopo queste affermazioni l’ammiraglio si è dimesso dall’incarico ma complessivamente la situazione vede la Germania molto cauta nell’andare ad uno scontro militare in Europa. Speriamo che anche l’Italia si adoperi per la pace in Ucraina perseguendo il bene del popolo ucraino ed il nostro interesse ad avere regolari forniture di gas.