Ritorna DOC e fa il pieno di pubblico: le prime due puntate con il 30% degli spettatori
di Simona Trecca
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MEDICI POSITIVI E GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO PER LA NUOVA SERIE DELLA FICTION “DOC – NELLE TUE MANI”, CON LUCA ARGENTERO
La prima stagione della serie Tv Doc – Nelle tue mani, che è andata in onda su Rai uno a marzo e ottobre 2020, ha sbancato l’Auditel mantenendo una media di 7 milioni e oltre di telespettatori per tutti gli episodi. Era una scommessa. Ma il caso ha voluto che la messa in onda coincise con un momento storico del nostro Paese in cui il personale sanitario era idolatrato perché in trincea contro un virus letale e sconosciuto: il SARS-CoV-2. Erano i nostri eroi quotidiani e la salvezza degli Italiani era nelle loro mani: Mai titolo di una fiction fu più azzeccato.
La storia prende spunto da una vicenda reale del Dottor Pier Dante Piccioni. Il protagonista della serie è il bellissimo Luca Argentero, bravissimo attore, affascinante che interpreta il Dottor Fanti. Giovedì 13 gennaio, quindi, dopo una lunga attesa, Doc – Nelle tue mani è ritornato ed ha fatto di nuovo il pieno di ascolti!
Nel primo episodio “Una nuova Vita”, temporalmente ambientato nel febbraio 2020, ogni personaggio ha fatto le sue scelte, inconsapevole che un nuovo virus dalla Cina sta per piombare nella loro vita e nel reparto del Policlinico Ambrosiano mandando all’aria tutti i loro piani.
Nel secondo episodio “La guerra è finita” siamo catapultati nel post pandemia. Il Dott. Lorenzo Lazzarini è morto presumibilmente per Covid-19. Un nuovo primario che ispira odio alla prima inquadratura metterà in crisi il reparto. Si aprirà una inchiesta interna all’ospedale per stabilire le responsabilità per la gestione della pandemia. Un nuovo dottore, si unirà al team, il bello-e-tenebroso Damiano Cesconi che ricorda un Lorenzo Lazzarini più alto e più muscoloso. Come sempre le storie dei pazienti s’intrecciano con le vite dei nostri beniamini chiamati a scelte coraggiose per salvare il proprio reparto.
A fine serata, i followers si scatenano sui social per esprimere il loro punto di vista sul medical drama. Quasi tutti non hanno apprezzato la morte di Lorenzo, c’è chi ha criticato il riferimento che Matilde Gioli, nei panni di Giulia Giordano, ha fatto all’aborto senza alcuno scrupolo morale, né in lei né nel padre (lo stesso Lazzarini, sebbene alla fine si capisce che il figlio lo perdono per un aborto spontaneo) ma, soprattutto, molti spettatori non hanno apprezzato il racconto del fenomeno pandemia. Perché vista dall’interno di un reparto ospedaliero fa ancora più paura. E raccontata visivamente è terrificante.
Ma giovedì 20 gennaio i criticoni erano tutti lì davanti ai televisori, curiosi di conoscere il segreto della morte di Lorenzo. Nell’episodio “Sfide” la direzione sanitaria inizia l’inchiesta interna per stabilire le responsabilità circa la gestione della pandemia mettendo a rischio il ruolo di Agnese e di Fanti. Quest’ultimo inizia i test attitudinali per ritornare a fare il primario, con l’aiuto del suo amico psichiatra Enrico Sandri e con l’appoggio ritrovato di sua figlia. Mentre Elisa viene abbandonata dall’uomo con il quale chattava perché in partenza per l’Australia (in realtà per diventare prete).
Nel secondo episodio “Quello che sei” Ludovico, giovane promessa del tennis italiano, viene ricoverato e dopo un malore mentre giocava a racchettoni con Fanti sulla terrazza dell’ospedale gli viene diagnosticata una malattia inguaribile con la quale dovrà convivere per tutta la vita rinunciando ai suoi sogni. Alba ritorna in ospedale dopo la morte della Dottoressa Martelli e Carolina che durante la sua assenza si era avvicinata a Riccardo, soffre nel vederli insieme. Alla fine di questo episodio sarà proprio Enrico Sandri a rendere l’atmosfera inaspettatamente passionale. Entrerà in ascensore con la caposala Teresa… e si abbandoneranno ad un bacio appassionato al limite del cliché del rapporto sessuale consumato in ascensore (la mano dello psichiatra cerca il tasto stop!).
Sui social si comincia ad ipotizzare sulla morte di Lorenzo e a scherzare sull’audacia di Giovanni Scifoni, direttamente nei suoi profili ma anche le critiche fioccano. Infatti, ciò che si chiede alla serie tv è più leggerezza; se scegliamo di vedere una fiction è per distrarci dalla realtà orwelliana che da mesi ci perseguita e che non sembra migliorare.
“La sospensione dell’incredulità” che sottintende la visione o la lettura di una qualsiasi narrazione, cozza prepotentemente ad ogni fine puntata con la realtà dei nostri medici di tutti i giorni, quelli a cui il telefono squilla in continuazione e che non rispondono mai, quelli che se tu li chiami dicendo che hai il Covid-19, ti liquidano con “una tachipirina e vigile attesa”, purché l’attesa non sia nel loro studio!
Restano ferme e positive nella nuova serie le due coordinate culturali e deontologiche che confidiamo possano ispirare almeno i nuovi medici italiani: 1) curare non la malattia ma la persona nel suo insieme e 2) considerare importante non solo la propria crescita professionale ma prima di tutto la solidarietà fra colleghi e l’affiatamento di tutta la “squadra”.