Se i medici si dimenticano il giuramento di Ippocrate, la donna abortisce perché senza tampone
di Sofia Prezzia
–
PER I PROTOCOLLI PARTORITI DA UN GOVERNO CHE SBEFFEGGIA LA DEMOCRAZIA È MORTO UN BAMBINO
C’è stato un tempo – neanche troppo lontano – in cui il giuramento di un uomo durava fino alla morte. C’è stato un tempo in cui principi, valori e umanità erano più importanti di tutto il resto.
Oggi, in un mondo in cui non è più importante nulla se non il Covid-19, valgono esclusivamente i protocolli e anche se si perde una vita a causa di una regola, è “comprensibilmente” giustificato. Infatti, se una donna incinta si reca al pronto soccorso con evidenti minacce di aborto e dolori addominali, è diventata prassi che non venga assistita e aiutata se prima non la si sottopone a tampone.
Non desta scandalo che l’ospedale non sia provvisto di tamponi e che la donna venga fatta accomodare sanguinante nel parcheggio – con la prescrizione di una tachipirina che a quanto pare in tempo di Covid-19 non deve mai mancare – dove da lì a poco si sarebbe consumato un aborto spontaneo; dove lì, su una macchina, sarebbe morto un bambino innocente che non è stato aiutato perché la mamma, vaccinata con due dosi e in attesa della terza, non aveva fatto il tampone.
Mi hanno sempre appassionato le storie di Grey’s Anatomy e per quanto io alla vista del sangue tenda allo svenimento, guardavo con ammirazione sognante quei medici pronti a salvare vite in ogni condizione e di fronte alle situazioni più surreali.
Certo è pur sempre una serie tv direte, ma quante volte i medici – quelli con la M maiuscola – hanno rischiato la loro stessa vita per salvare quella dei loro pazienti? Non hanno scelto questa professione proprio per questo?
Pensiamo un attimo ai medici e soccorritori militari che sotto le bombe salvano soldati.
Non è questa una situazione più pericolosa per medici e infermieri rispetto a quella di una donna gravida in reparto senza tampone?
Il primario di ginecologia dell’ospedale di Sassari, Giampiero Capobianco, dove è avvenuta la tragedia, si è giustificato affermando che “i casi più semplici, in assenza di un tampone, cerchiamo di risolverli nel pre-triage. La paziente ha parlato di una lieve perdita e di dolori addominali, è una situazione purtroppo frequente a 3-4 settimane di gravidanza, e gestibile a casa. […] è triste dirlo, noi non avremmo potuto cambiare le cose. Non almeno in una fase così prematura del feto”.
Le parole di questo medico sono scandalose in quanto:
– definire il caso di questa donna “semplice” è inesatto e falso dato che la paziente ha abortito;
– si sarebbe potuto affermare che situazioni come quella in oggetto sono “gestibili da casa” se la paziente fosse stata visitata, solo a quel punto si sarebbe accertata la gravità delle condizioni della stessa;
– dire a priori, senza neanche aver messo un dito addosso alla paziente, che non si sarebbe potuto fare nulla è illogico e indegno per chiunque svolga questa professione.
Vedete, potete giustificarvi con ogni mezzo e con ogni scusa poiché siete protetti da protocolli partoriti da un governo che sbeffeggia la democrazia e la giustizia ma la realtà, per quanto possa essere mistificata, non cambia e prima o poi vi verrà a bussare alla porta.
Per i vostri protocolli è morto un bambino e per lui non ci sarà nemmeno una bara bianca ma tanto in mondo dove nel 2021 si sono praticati circa 45 milioni di aborti, di certo questo piccolo e insignificante grumo di cellule non farà nessun scalpore.
Rimarrà però indelebile il dolore di una madre e di un padre che hanno perso loro figlio perché il medico di turno ha dimenticato di aver fatto il Giuramento di Ippocrate e che davanti alla vita di una persona non ci sono leggi da rispettare se non quella morale.
Vengono i brividi di fronte a questa realtà! Signore guarda giù speriamo in te.