Il caro bollette e la questione energetica in Italia
di Vincenzo Silvestrelli
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LE PAROLE PRONUNCIATE IERI SERA DA MARIO DRAGHI NELL’ENNESIMA CONFERENZA STAMPA HANNO DELUSO FAMIGLIE E IMPRESE CON RIGUARDO ALL’INERZIA SUI RINCARI DELLE BOLLETTE DI LUCE E GAS. «VEDREMO POI – HA AFFERMATO SERAFICAMENTE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO -, È PREVISTO VENGANO PRESI ALTRI PROVVEDIMENTI PER AFFRONTARE L’EMERGENZA BOLLETTE NEL TRIMESTRE SUCCESSIVO E NEI MESI A SEGUIRE»
L’aumento dei costi dell’energia in Italia non può essere ridotto ad un dibattito sulla misura dei “ristori” da dare a famiglie E imprese per diminuirne l’impatto. Esso è infatti il frutto di una serie di elementi che denotano come la nostra classe politica, ed in particolare quella del PD, abbia distrutto una preziosa eredità della Prima Repubblica anche in questo settore.
Dobbiamo forzatamente ricordare la grande figura di Enrico Mattei (1906-1962), un eroe italiano che pagò con la vita la colpa di lavorare alla sovranità e indipendenza energetica del nostro Paese. Nel 2012 la sentenza di un processo collegato, quella sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro (1921-1970) che indagava sul fatto, ha riconosciuto ufficialmente che Mattei fu vittima di un attentato, probabilmente ad opera di Paesi “alleati”.
Nel dopoguerra Mattei, commissario dell’AGIP, un ente che si doveva sciogliere su pressione delle compagnie petrolifere statunitensi, la trasformò in una grande azienda petrolifera che aveva la funzione di procurare all’Italia energia a basso costo.
La visione di Mattei impressiona ancora oggi: costituì l’AGIP nucleare che portò nel Paese la tecnologia nucleare, con ENI che aprì collaborazioni con nazioni di tutto il mondo ed in particolare del Mediterraneo, per l’uso delle risorse energetiche offrendo condizioni molto più eque di quelle consuete per le arroganti compagnie anglo-americane. Egli sviluppò i rapporti energetici con l’URSS con l’unico obiettivo di fornire all’Italia l’energia necessaria per il suo sviluppo.
Mattei, cattolico e democristiano, è stato uno dei più grandi politici italiani del XX secolo e, come Aldo Moro, fu assassinato da ambienti “atlantisti” per il suo impegno in favore di una Italia protagonista e di un’economia al servizio delle comunità.
La visione strategica di Mattei può ispirare ancora oggi. L’energia non è questione che si risolve abbassando un po’ le bollette, provvedimento che comunque il presidente Draghi ci ha informato ieri sera in conferenza stampa che non ha intenzione di attuare, ma creando una serie differenziata di soluzioni, interne e di politica estera, che consentano di evitare la schiavitù del mercato “libero” che sta strangolando l’economia nazionale.
Guardando al recente passato, per esempio, ci possiamo chiedere perché l’Italia abbia affossato il South stream, un progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto atto a connettere direttamente Russia ed Unione europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito. South Stream era un progetto sviluppato congiuntamente da Eni, Gazprom, EDF e Wintershall, fortemente voluto dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e poi annullato da Matteo Renzi in servile ossequio alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia in conseguenza della crisi ucraina.
Un progetto analogo, il North stream, non è stato invece sospeso dalla Germania ed è operativo dal 2021. La Germania e non l’Italia sarà così l’hub per il gas russo in Europa e potrà imporre agli altri i prezzi dell’energia che riterrà opportuni, favorendo la competitività della sua industria. Per ora Berlino, su pressione degli Stati Uniti, non sta utilizzando ancora questa nuova linea di rifornimento e, quindi, il costo dell’energia sta aumentando e penalizzando l’Italia che, al contrario della Francia, non ha un settore nucleare. Di fronte ad una nuova guerra fredda che ha come oggetto il gas, l’Italia deve quindi cominciare ad attrezzarsi con risorse esterne ed interne per difendere la propria economia.