Chi sono i no green pass?
di Pietro Licciardi
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IN PIAZZA CONTRO IL RICATTO VACCINALE PER GLI OVER 50, ASPETTANDO LA MANIFESTAZIONE A ROMA DEL 14 E 15 GENNAIO
Gabriele Nannetti lavora come traduttore dall’inglese all’italiano ed è uno dei coordinatori di Libertà Livorno, movimento che si batte contro il green pass, la discriminazione e per le cure domiciliari. Sabato scorso è sceso in piazza assieme ad alcune migliaia di livornesi: insegnanti, poliziotti, commercianti, impiegati, pensionati, per riprendere la protesta dopo l’ultimo vessatorio e quasi certamente inutile decreto governativo.
Come è nato il vostro movimento?
«E’ nato in maniera abbastanza spontanea, dopo una manifestazione a Giugno in cui ci siamo resi conto che i vari gruppi di protesta che erano sorti in città sarebbero stati meno incisivi senza un coordinamento unitario. Adesso facciamo parte anche del coordinamento toscano»
Avete un qualche orientamento politico?
«Ovviamente non siamo apolitici perché la politica si fa anche in piazza e con azioni sociali. Siamo però apartitici e ciascuno ha i suoi riferimenti, storia politica e militanza. Anche oggi hanno sfilato persone di sinistra e altre col tricolore in mano ma quello che vogliamo è fare qualcosa che va oltre i partiti e riguarda il sostegno reciproco, la società»
Dopo questa ripresa delle manifestazioni che farete?
«Stiamo decidendo se andare a Roma il 15 gennaio dove già dal 14 si svolgerà un sit-in davanti Montecitorio.»
Voi siete contro il vaccino e contro il green pass. Perché?
«Noi non siamo contro i vaccini, ovvero sostanze che contengono il patogeno il quale fa ammalare in maniera lieve e dà una immunità permanente. Ma gli attuali sieri genici sperimentali anti-Covid, non contengono il patogeno e non conferiscono una immunizzazione permanente. Siamo contrari a questo tipo di siero genico soprattutto perché è sperimentale. Se non fosse sperimentale e se vi fosse certezza di assenza di effetti collaterali a breve, medio e lungo periodo, non avremmo nulla in contrario. Ma anche adesso diciamo che se una persona, nonostante appunto i vaccini siano sperimentali, in scienza e coscienza, pienamente consapevole degli effetti avversi certificati anche gravi, come la morte, si vuole vaccinare noi siamo pienamente d’accordo. Però vogliamo che sia possibile anche la scelta opposta, ovvero non essere considerati topolini da laboratorio e poter scegliere di avere le cure appropriate la cui esistenza è ormai accertata; soprattutto adesso che la variante Omicron si è dimostrata molto meno pericolosa anche se più contagiosa»
Riguardo il green pass?
«Il green pass è stato venduto come una misura sanitaria ma di sanitario ha ben poco, perché, soprattutto adesso che è stata tolta la possibilità di fare il tampone, comprime i diritti dei lavoratori. Soprattutto ha tutta l’aria di essere il grimaldello col quale costruire quella identità digitale – come si sta ipotizzando da anni – con la quale controllare con un unico strumento tutta la vita dei cittadini. Perché – come avviene in Cina – quando si collega ad un passaporto digitale la possibilità di fare spese, andare in banca, entrare in un ospedale da un giorno all’altro basta un semplice clic per togliere ogni diritto ad una persona. Questo è un rischio che non possiamo mettere nelle mani dei governanti che oggi abbiamo. Anzi, nessuno dovrebbe avere questa possibilità di disporre arbitrariamente di diritti che i nostri padri costituenti hanno voluto proteggere dopo aver vissuto la dittatura e anche una pandemia. Ricordiamoci che molti, quando è stato scritto l’articolo 32 e gli altri articoli della Costituzione, non solo sapevano degli esperimenti nazisti sui prigionieri dei lager ma ancora ricordavano l’epidemia Spagnola, che poco più di vent’anni prima in Italia aveva fatto più vittime della Grande Guerra uccidendo giovani, bambini, anziani e persone sane. E il Covid per fortuna non è neppure lontanamente paragonabile».
Quanto è diffuso il movimento in Toscana?
«Le realtà sono veramente tante e sono cresciute di numero; per questo si è pensato di riunirle in qualche modo, chiedendo loro di osservare alcuni principi base come l’opposizione a questo stato di emergenza permanente e soprattutto la non violenza. Per il resto ciascuno faccia quello che può per aumentare la consapevolezza delle persone. Perché sono le persone che hanno il potere di condizionare il governo»
Quanti sono quelli che vi seguono?
«In Toscana sono un 20-25%, ovvero i non vaccinati ma anche tantissimi che hanno fatto due dosi e si rifiutano di fare la terza perché hanno patito reazioni avverse, loro o i loro familiari. Ci sono anche parecchi vaccinati con terza dose e questo ci ha un po’ sorpreso. Si tratta di persone che pur credendo nel diritto di vaccinarsi non erano affatto d’accordo sulla imposizione del green pass con queste modalità vessatorie o con l’obbligo vaccinale uscito fuori adesso per gli over 50. C’è infatti una grossa differenza tra la libertà di sottoporsi ad una terapia vaccinale e imporla a tutti; oltretutto col ricatto»