L’apertura di tutte le culture al Dio che viene all’incontro…
di Fra Mariosvaldo Florentino*
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LA FESTA DELL’EPIFANIA C’INVITA AD ANDARE FINO A GESÙ, SEGUENDO LE STELLE DELLA VITA CHE DIO METTE SULLE NOSTRE STRADE, AD ENTRARE NELLA SUA CASA, A TROVARLO CON MARIA, AD INGINOCCHIARCI DAVANTI A LUI ED ADORARLO, AD APRIRE I NOSTRI SCRIGNI E DARE A LUI I NOSTRI REGALI PER SIGNIFICARE CHI È GESÙ PER NOI
“Epifania” vuol dire manifestazione di Dio al mondo, a tutte le persone, e la sua accoglienza da parte di tutti i popoli. È per questo motivo che la Chiesa ci propone il vangelo della visita dei magi, i quali sono tre e vengono da paesi diversi da quello ebraico.
Dio ha fatto tutte le cose, tutto l’universo e anche tutte le persone. Tutti noi portiamo in noi stessi il segno di Dio. Tutte le culture hanno cercato e cercano di trovarsi con un essere superiore che inviti a trascendere i limiti dell’esistenza terrena e la riempia di senso. Per questo motivo, poiché era molto difficile che l’uomo da solo arrivasse a comprendere il mistero di Dio nella sua pienezza, Dio stesso decise di entrare nella nostra storia e rivelare il suo mistero.
Il popolo ebreo fu l’eletto per essere il mezzo concreto di questa rivelazione a tutte le nazioni. Tuttavia, preoccupati per tante altre cose, purtroppo essi non furono capaci di accogliere il Messia. Avevano tutte le indicazioni, ma furono presi a sorpresa. Il testo di Matteo ci dice che Gerusalemme restò turbata per la presenza dei magi che domandavano: “Dov’è il re dei Giudei“? Siccome il neonato non era solo il re degli ebrei, ma anche il Signore della storia e di tutti i popoli, questi tre magi venivano in nome di tutte le razze a manifestare l’apertura di tutte le culture al Dio che veniva all’incontro. Certamente è questo che vuole significare quel numero tre che ci dà sempre un’idea di totalità nel Bibbia. Interessante è guardare distintamente i gesti di questi tre magi: “Entrarono nella casa” – rivela tutto il movimento di essi. Entrarono nell’ambiente di Dio. Dio viene a noi, ma anche noi dobbiamo entrare nel posto di Dio. Non possiamo stare completamente passivi, poiché chi rimane con le braccia incrociate, chi non si muove, difficilmente troverà Il Signore.
“Videro il bambino con Maria, sua madre” – il bambino era l’obiettivo dei magi, ma essi non lo trovarono solo, Dio si presenta sempre per mezzo degli uomini e con essi. Per questo Gesù è con sua madre. Certamente l’evangelista vuole sottolineare l’importanza di Maria ed in lei, la grandezza del sì dall’umanità a Dio.
“Si prostrarono davanti a Lui” – prostrarsi è un gesto di profondo riconoscimento e di sottomissione. I magi stanno dicendo con questo gesto che, anche se non sono degli ebrei, essi si sottomettono alla presenza di Dio con la propria cultura, con le proprie differenze, con le proprie caratteristiche.
“L’adorarono” – adorare manifesta il riconoscimento della sua divinità. Quei magi videro in quel bambino Dio fatto carne.
“Aprirono i loro scrigni” – la realtà di Dio esige l’aprirsi. Aprire gli scrigni è manifestare quello che è nascosto, presentare i doni, sapendo che sono nostri perché Dio ce li ha dati, ma dobbiamo ricollocarli a sua disposizione.
“Gli offrirono doni: oro, incenso e mirra” – dare un dono è un gesto molto significativo e rivelatore, perché quando devo scegliere un dono per qualcuno, manifesto quello che penso di quella persona: questo gli piacerà, questo gli servirà o questa è una cosa adatta al suo stile. Anche i magi con i loro regali rivelano la persona di Gesù. L’oro manifesta che Egli è re, l’incenso manifesta che Egli è Dio e la mirra, che si usava per ungere i morti, che Egli è mortale e prefigura già la sua donazione totale nella passione.
La festa dell’Epifania, c’invita ad andare fino a Gesù, seguendo le stelle della vita che Dio mette sulle nostre strade, ad entrare nella sua casa, a trovarlo con Maria, ad inginocchiarci davanti a Lui ed adorarlo, ad aprire i nostri scrigni e dare a lui i nostri regali per significare chi è Gesù per noi.
* Francescano cappuccino del Paraguay