Altro che “Via della Seta”, Federico Rampini ci spiega perché la Cina minaccia tutto l’Occidente
di Simona Trecca
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FERMARE PECHINO PER SALVARE L’OCCIDENTE È L’ULTIMO SAGGIO DEL CORRISPONDENTE DA NEW YORK DEL CORRIERE DELLA SERA FEDERICO RAMPINI. PRESENTA UN QUADRO PREOCCUPANTE DEL GRANDE CONFLITTO IN CORSO FRA CINA ED OCCIDENTE SENZA I PARAOCCHI IDEOLOGICI DI TANTI GIORNALISTI DI SINISTRA
Federico Rampini, classe 1956, è un giornalista e saggista italiano naturalizzato statunitense, corrispondente da New York per il quotidiano la Repubblica fino al 2021 e, dal 1° novembre scorso, in forza al Corriere della sera. È stato vicedirettore del Sole 24Ore, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco e Pechino.
La quarta di copertina del suo ultimo libro Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’Occidente (Mondadori, Milano 2021, pp. 306, €19) lo raffigura in maniche di camicia e straccali rossi. Una chioma argentata e un po’ arruffata e un sorriso sornione dissimulano l’origine genovese.
Il saggio inizia con un “botta e risposta” tra Cina e America, preludio di una partita a tennis che dura per oltre 300 pagine, dove lo spettatore (il lettore) osserva silenziosamente il gioco dell’una e dell’altra parte, in un’alternanza di forze che si differenziano per stile e approccio. Il tutto avviene in un debole e teso equilibrio e, alla fine, si capisce che non vince nessuno e, anzi, ci si rende pienamente conto che gioco non è…
Il pregio del libro è quello di raccontare i complessi rapporti economici e geopolitici tra Pechino e Washington, sia del passato che contemporanei, essendo comprensibile anche da chi non ha una forma mentis economico-politica, in un excursus temporale che va da Mao Zedong (1893-1976) a Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), fino ad arrivare a Xi Jinping e Joe Biden passando per Deng Xiaoping e Donald Trump.
L’autore, che proviene da sinistra ma è attualmente senza schieramento alcuno, analizza sistematicamente le realtà di queste due super potenze, incidendo come un chirurgo, con la lama del pragmatismo, le nostre assopite certezze europee. Ci permette di comprendere come gli Stati Uniti non siano più la potenza economica che abbiamo conosciuto in passato e che si faceva portavoce della difesa delle nazioni deboli e di quelle la cui democrazia era in pericolo. Dove c’erano diritti violati, gli americani erano sempre presenti, come quei super eroi che avevano poteri speciali e che vincevano sempre il male.
La Cina, presentata come una potenza che ha saputo primeggiare in pochi anni nei contesti globali-digitali del XXI secolo, in realtà presenta un’altra faccia: diritti individuali affatto garantiti, razzismo verso i suoi stessi cittadini (quelli della campagna o non appartenenti alla razza Han), controllo totale dei mass media.
La popolazione soggiogata, controllata, instradata, subisce lavaggi del cervello a partire dalle scuole, i cui manuali sono riscritti per cambiare una narrazione a favore della Repubblica Popolare e a discapito della cultura occidentale «in un sistema che non ammette dissenso».
Il libro snocciola temi inquietanti e poco conosciuti come Taiwan miccia del mondo e, «se c’è un luogo dove potrebbe scoppiare la guerra “calda” tra Cina e Stati Uniti – scrive Rampini –, quindi la terza guerra mondiale, è proprio quell’isola». Parla poi dei segreti di Wuhan e del suo laboratorio biologico che faceva esperimenti sui virus finanziati in tempi recenti anche dagli Stati Uniti e dalla Francia.
Evidenzia parallelismi tra le due economie, interessi di personaggi come Jeff Bezos (fondatore e presidente di Amazon) e Jack Ma (co-fondatore di Alibaba, il colosso cinese del commercio online) di discussa moralità in fatto di diritti dei lavoratori, politiche interne costellate di problematiche come l’immigrazione, l’ambiente, ideologie apparentemente contrapposte che si accavallano, si confondono, si scambiano.
Poteri forti, poteri occulti, poteri oligarchici alla cui base ci siamo noi, il popolo. Uno spiegamento che non è più confinato nei limiti geografici di queste due super potenze ma per effetto della globalizzazione riguarda proprio tutti noi.
Ciò che accade in Cina ha ripercussioni anche in Europa e in America e viceversa. Nel capitolo I Trenta Tiranni, o il punto sulla guerra economica l’inquietudine regna sovrana. Una lotta a colpi di violazioni di diritti, di evasione fiscale, di strategie industriali e di politiche economiche protezionistiche, con le tecnologie più avanzate che rendono serrato il confronto/conflitto tra le due super potenze che a tratti sfocia in una vera battaglia tra Titani. Per questo, spiega Rampini, «la guerra del futuro sarà un conflitto che opporrà algoritmo contro algoritmo».
In questa partita a due sono coinvolti altri Paesi asiatici tra cui spicca l’India, le cui potenzialità idroelettriche sono già contese e l’Argentina il cui maggiore investitore degli ultimi anni è appunto la Repubblica Popolare cinese in quanto forte importatrice di derrate agroalimentari.
Mentre la democrazia americana è in crisi, Pechino ascende verso la supremazia globale. Ben fatta è la spiegazione dell’attuale situazione politico-sociale interna degli Stati Uniti, dai Black Lives Matter al “1619 Project”, dalla Cancel culture alla Critical Race Theory in base alla quale si sta riscrivendo la storia americana all’insegna del peccato di razzismo verso la comunità afroamericana, con politiche protezionistiche di Biden fotocopie di quelle criticate dall’ex presidente Trump.
L’epilogo del libro è una critica alla nostra classe dirigente, relativamente al contesto internazionale e globalizzato nel quale stiamo evidentemente perdendo pezzi. Oltre che fermare Pechino, bisogna svegliare quindi sia l’Italia sia l’Europa, spogliarle della loro miopia che arriva fino alla cecità in relazione a certe fondamentali dinamiche politico-economiche dell’area asiatica. Invece tanto a Roma quanto a Bruxelles abbiamo a che fare con una burocrazia che aggrava i procedimenti, una corruzione che limita l’operatività, una mancanza di lungimiranza politica e di investimenti economici in settori strategici, il tutto in un declino voluto dei valori occidentali. Ma non c’è più molto tempo. Il dragone apparentemente dormiente negli ultimi decenni sta per sferrare l’attacco finale dimostrando a tutti la sua forza e la sua supremazia militare e tecnologica. Ne subiremo le conseguenze e, già in parte, le stiamo già avvertendo, solo che non lo sappiamo. Con questo libro ne veniamo a conoscenza e, non appena finiremo di leggerlo, avremo le mani tra i capelli!