Il card. Müller: “c’è una forma di totalitarismo, nazionalista o comunista, che vuole escludere la religione dalla sfera pubblica”
di Emanuela Maccarrone
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SECONDO IL CARD. MÜLLER I PROGRAMMI DI SECOLARIZZAZIONE E LAICISMO CHE I POTERI FORTI STANNO IMPONENDO A LIVELLO GLOBALE, ESSENDO SENZA DIO (O CONTRO DIO), SONO PRIMA O POI DESTINATI INESORABILMENTE A FALLIRE
In una recente intervista, rilasciata al teologo Charlie Camosy della rivista cattolica The Pillar, il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha parlato di alcuni temi attuali attinenti alla secolarizzazione e al laicismo occidentale, ma anche di felicità, diritti umani e dell’autentica dignità di ogni persona.
Secondo il porporato tedesco la Chiesa cattolica, oltre all’importante missione soprannaturale di proclamare Cristo come Figlio del Dio vivente e Redentore universale dell’umanità dal peccato e dalla morte, ha l’impegno profetico affinché si garantiscano l’unità, la pace e la libertà della famiglia umana (il naturale bonum commune).
Il prelato ha spiegato che la cooperazione, pacifica e prospera, tra persone di diverse religioni richiede la tutela dei diritti di ogni singolo essere umano, che si può raggiungere solo attraverso la legge di Dio in quante garante della dignità degli esseri umani.
“La base di questi diritti sono i comandamenti di Dio, iscritti nel cuore di ogni essere umano, cioè nella conoscenza dell’intelletto e nella libertà della volontà. La coscienza distingue la verità dalla falsità, così come le azioni buone da quelle cattive di ogni persona”.
Il cardinale ha denunciato il male insito nella secolarizzazione che riguarda i Paesi europei minandone le radici cristiane. Secondo Sua Eminenza siamo dinanzi a un nichilismo radicale che nega che ogni essere umano sia partecipe di Dio, pertanto l’insistenza cristiana sulla dignità personale “è vista come insistenza conservatrice o reazionaria a partire da una visione del mondo ‘pre-scientifica’, o come una difesa di relazioni sociali superate”.
L’alto prelato ha ribadito l’importanza della legge morale naturale, fondata sulla ragione e che permette agli uomini di distinguere il bene dal male, quale aiuto per gli uomini a comprendere che un ‘paradiso terrestre materialistico’ non solo è controproducente al vero bene degli uomini, ma è anche destinato al fallimento.
“C’è anche una demenza della ragione filosofica. Un buon esempio è la riduzione del concetto di persona […]. Chi fa dipendere la dignità umana dalla realizzazione graduale di alcune caratteristiche scelte arbitrariamente perde la capacità di denunciare sia le ideologie razziste che quelle capitaliste-socialiste, che valutano gli uomini in base alla loro utilità per la società”.
In questa prospettiva, il cardinale ha avvertito riguardo le pratiche che minano il diritto alla vita, dall’aborto al fine vita, invitando i cattolici e i cristiani ad opporsi alle ideologie divisive della “guerra di razza e di classe”, e di lasciarsi guidare dalla verità della fede e dalla ragione che spingono per la comune convivenza pacifica di tutti gli esseri umani.
“Noi cristiani non sopprimiamo spietatamente le altre voci, ma vogliamo inserire nel discorso la voce della ragione fatta carne, Gesù Cristo. Solo Dio garantisce la fine armoniosa di ogni vita umana secondo i suoi piani, nel concerto del suo amore trinitario, che permea la creazione. Come cristiani siamo chiamati a dare testimonianza, ‘importune et opportune’”.
L’invito del cardinale è stato per la partecipazione dei cristiani al discorso sociale, perché il mondo è una creazione di Dio e non il prodotto di ingegneri sociali, per contrastare il laicismo reclamato come la neutralità religiosa dello Stato, ma che in realtà nasconde una forma di totalitarismo, nazionalista o comunista, volta all’esclusione della religione dalla sfera pubblica.