Ecco come la Chiesa Cattolica ci fa meditare il mistero dell’Incarnazione

Ecco come la Chiesa Cattolica ci fa meditare il mistero dell’Incarnazione

di Giuliva di Berardino

IL TEMPO DI NATALE NELLA LITURGIA

 

Nella liturgia della Chiesa Cattolica e delle altre chiese cristiane, il tempo di Natale è un tempo dedicato alla celebrazione del Mistero dell’Incarnazione del Figlio nel seno della Vergine Maria. Il tempo di Natale, quindi, inizia con i vespri della vigilia di Natale e comprende diverse festività.

Certamente la Solennità del Natale è celebrata nei giorni 24 dicembre con la messa vespertina della vigilia di Natale, che precede le tre messe festive che il rito romano riserva per tradizione alla Solennità del Natale del Signore. Le tre messe festive del giorno 25 dicembre, hanno anche un nome latino che deriva dal testo dell’introito gregoriano che le caratterizza:

Dominus dixit ad me, detta comunemente Messa di mezzanotte

Lux fulgebit, conosciuta col titolo di Messa dell’aurora

Puer natus, indicata oggi come Messa del giorno del Natale del Signore

Il motivo per cui solo il giorno di Natale consente la celebrazione di tre Messe è dovuto all’antichità di una tradizione conosciuta a Roma già agli inizi del secolo VI e che riguarda, ovviamente, la liturgia papale. In un primo tempo, infatti, il 25 dicembre, il papa, che risiedeva in quel tempo nella Basilica Lateranense, è attestato che celebrasse una messa nella basilica costantiniana di San Pietro dove era fissata una stazione della Chiesa locale di Roma. Solo dopo il Concilio di Efeso (anno 431), fu aggiunta a questa una seconda Messa alla mezzanotte del giorno 24 nella basilica liberiana di Santa Maria Maggiore, di fronte al presepio che, anche oggi, è venerato davanti all’altare. Questa Messa segnava il punto finale della veglia notturna.

Quando poi, nel secolo VI, il papa lasciò la sua residenza del Laterano per andare a celebrare nel primo mattino del 25 dicembre a San Pietro, prese l’abitudine di fermarsi nella Chiesa di Sant’Anastasia, che è a metà strada fra il Laterano e la basilica di San Pietro. In questa chiesa il papa celebrava un’altra messa in questa basilica, che apparteneva alla comunità greca di Roma, per l’anniversario della sua dedicazione. Il Messale romano ha conservato fino alla recente riforma liturgica la commemorazione di sant’Anastasia nella seconda Messa del Natale.

UNA PARTICOLARE CARATTERISTICA DELLA LITURGIA DEL NATALE

Oggi è la parola decisiva che la liturgia non tralascerà di ripetere nelle antifone e nei responsori dell’Ufficio e nei canti della Messa: Oggi Cristo è nato, è apparso il Salvatore; Oggi sulla terra cantano gli angeli, si allietano gli arcangeli; oggi esultano i giusti, acclamando: Gloria a Dio nell’alto dei cieli   (II Vesp. ant. al Magn.).

COME NASCE LA CELEBRAZIONE LITURGICA DEL NATALE?

La prima notizia storica del Natale è un calendario che il Cronografo di Furio Dionisio Filocalo compilò nell’anno 354. Si tratta d’una lista dei giorni della morte dei vescovi di Roma vissuti nei cento anni precedenti e di una serie di martiri celebrati nella stessa Chiesa di Roma. In capo alla serie dei martiri, si trova l’indicazione: VIII giorni prima delle Calende di Gennaio (25 dicembre): Cristo, nato a Betlemme di Giudea. Ora, sebbene copiata nell’anno 354, quella lista, secondo gli esperti, risale al 336; quindi è il riferimento più antico che abbiamo alla celebrazione del Natale. Attraverso sant’Agostino, sappiamo anche che, verso la metà del secolo IV, questa festa era già stata introdotta, nello stesso giorno, nell’Africa del Nord. Risale esattamente all’anno 360 un discorso di Ottato di Milevi che costituisce il primo documento liturgico del Natale, ed è del 383 l’informazione di Filastrio di Brescia che accenna a questa celebrazione nell’Italia del Nord. In Oriente, san Gregorio Nazianzeno introduce la festa a Costantinopoli in quello stesso anno, e san Giovanni Crisostomo, ancora sacerdote ad Antiochia, ci fa sapere che, nel 386, in quella Chiesa si celebrava il Natale il 25 dicembre, come festa proveniente da Roma e distinta dall’Epifania, che era celebrata il 6 gennaio.

IL TEMPO LITURGICO DEL NATALE DEL SIGNORE:

Il tempo di Natale inizia, come abbiamo detto, con i vespri della vigilia di Natale e finisce con la domenica del Battesimo del Signore, che ricorre la prima domenica dopo l’Epifania. Al suo interno si distingue l’Ottava del Natale, che offre l’occasione di meditare il mistero dell’Incarnazione in modo specifico, celebrando le seguenti feste liturgiche:

Nell’ ottava di Natale:

26 dicembre: Santo Stefano Protomartire

27 dicembre: San Giovanni evangelista

28 dicembre: Santi innocenti

Prima domenica dopo Natale: Santa Famiglia

31 dicembre: nell’ultima Messa della giornata viene solitamente cantato l’inno liturgico del Te Deum come ringraziamento per l’anno trascorso

1º gennaio: giorno in cui si conclude l’Ottava di Natale, ricordata dalla liturgia prima del Concilio come la festa della circoncisione del Signore, una festa di cui si ha traccia a partire del VI secolo e sostituita nel 1965, nel rito Romano, dalla festa di Maria Madre di Dio.

Nel resto del Tempo di Natale troviamo altre festività e solennità: (Natale, , Epifania, Battesimo di Cristo/ )

3 gennaio: Santissimo Nome di Gesù

6 gennaio: Epifania del Signore (Nome liturgico: Ecce advenit dominator)

Prima domenica dopo l’Epifania: Battesimo di Cristo

In altre tradizioni orientali vengono inseriti: Nozze di Cana e Presentazione del Signore al tempio.

 

COME NASCE IL TEMPO LITURGICO DEL NATALE?

La celebrazione del Natale non esisteva al tempo dei primi cirstiani, ma si diffuse in modo capillare in Occidente solo dopo il Concilio di Nicea, convicato nel 325 dall’imperatore Costantino. Potremmo dire perciò che la festa della Nascita del Signore venne introdotta non tanto per opporsi al mito dell’astro solare che vince le tenebre, cioè alla festa pagana del Sol Invictus celebrata a Roma, quanto piuttosto alle idee gnostiche e ariane che credevano in un Gesù che, solo a partire dal giorno del suo battesimo, sarebbe stato “adottato” come Figlio di Dio così da ricevere l’illuminazione del Verbo eterno per la forza dello Spirito Santo. Pertanto, i padri conciliari riuniti a Nicea nel 325, decisero di diffondere la festa del Natale, come quella dell’Epifania, perché il popolo cristiano potesse confessare e celebrare la vera fede in Gesù, Figlio di Dio, della stessa natura del Padre e nato dalla Vergine Maria e Figlio di Dio Unigenito, fin dalla sua nascita nella carne, come stabilito dalla formulazione del Simbolo di fede che venne appunto definito a Nicea, in questo stesso concilio del 325.

I santi Padri ci hanno lasciato bellissimi discorsi e omelie sul mistero del Natale. I contenuti più frequenti nelle loro riflessioni ci fanno penetrare il mistero di Cristo come Luce delle menti (Logos) che si fa carne.
I Padri ricordano spesso che la Salvezza è nella carne e che  Maria è l’immagine della Chiesa dei battezzati, tempio vivo di Dio. Meditando il mistero dell’Incarnazione, il corpo, la carne, come affermava Tertulliano, diventa “cardine della Salvezza”, perché è la carne il “luogo di culto”, il “centro di relazione” e di comunicazione dell’amore che Dio ha scelto per salvarci.

Concludo questa catechesi liturgica e storica, che ci ha permesso di esaminare diversi temi di spiritualità, con la preghiera che la Chiesa canta in forma di inno, nella preghiera delle Lodi mattutine in questo tempo liturgico del Natale. Pregherò la prima strofa dell’inno liturgico in latino, poi seguirà la traduzione della prima strofa e di tutto il testo.

A solis ortus cárdine adúsque terræ límitem Christum canámus príncipem, natum María Vírgine.

Traduzione dell’intero Inno:

Dal sorgere del sole s’irradi sulla terra il canto della lode. Il creatore dei secoli prende forma mortale per redimere gli uomini. Maria Vergine Madre porta un segreto arcano nell’ombra dello Spirito; dimora pura e santa, tempio del Dio vivente, concepisce il Figlio. Nasce il Cristo Signore, come predisse l’angelo e Giovanni dal grembo. Giace povero ed umile colui che regge il mondo, nella stalla di Betlem. Lo annunziano ai pastori schiere di angeli in festa, cantando gloria e pace. A te sia lode, o Cristo, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.

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