Gestione della pandemia: uno in pagella al Governo italiano

Gestione della pandemia: uno in pagella al Governo italiano

di Raffaele Cerbini*

GESTIONE PANDEMICA: ALLA LUCE DELLE ATTUALI EVIDENZE SCIENTIFICHE LA COMPAGINE DI GOVERNO NON NE HA AZZECCATA UNA E HA ANCHE CONDIZIONATO LE AGENZIE MEDICHE NAZIONALI

Proseguiamo nella valutazione di medici e governo alla luce di quanto pubblicato dalla letteratura scientifica internazionale. 

Un Otto va al provvedimento del governo di estendere l’obbligo di mascherine FFP2 fino alla fine dello stato d’emergenza in cinema, teatri, stadi, palazzetti dello sport e mezzi di trasporto pubblici. Il voto sarebbe stato maggiore se avesse inserito anche le scuole, e tutti gli altri luoghi pubblici al chiuso. Sorvoliamo sul fatto che la decisione è arrivata con quasi due anni di ritardo. La letteratura scientifica ricorda come la protezione assicurata da mascherine chirurgiche o similari sia totalmente insufficiente nei luoghi chiusi e solo le mascherine FFP2, correttamente indossate, sono in grado di assicurare una protezione superiore al 98,5%. 

Il voto Sette ad Israele, il quale analizza e pubblica i dati scientifici più velocemente di tutti gli altri paesi del mondo avendo i propri ospedali tutti connessi tra loro. I dati dello scorso 8 Dicembre pubblicati nel New England Journal of Medicine risultanti dall’analisi di 4,7 milioni di persone hanno chiaramente stabilito che rimane importante vaccinare le popolazioni a maggior rischio di morte e complicanze gravi da Covid-19, come gli over 50 e i pazienti fragili, mentre nelle età più giovani – under 40 – non vi sono dati sulla necessità di procedere alla dose booster. Se applichiamo questi dati alla realtà italiana appare chiarissimo che il nostro green pass non ha alcuna giustificazione scientifica; ancor meno per i soggetti con età inferiore ai 40 anni.

Una sufficienza, stiracchiata, Sei va ai centri di screening mediante tampone, il cui personale è certamente efficiente ma tutta l’organizzazione che vi ruota attorno è assai deludente in quanto la politica aveva deciso di abbandonare del tutto la strada dei test. Le attuali file chilometriche sono la testimonianza dell’incompetenza della politica su cui solo l’impegno dei volontari riesce a mette una pezza.

A noi medici invece un Cinque, perché la gran parte della classe medica non è aggiornata sulla pandemia e rimane fissa nelle proprie convinzioni, spesso derivanti da precedenti informazioni inaccurate o non aggiornate. L’esempio lampante di ciò si è avuto in occasione della comunicazione ufficiale degli organi regolatori relativa ai rischi del vaccino Astrazeneca nello scorso Aprile e dei vaccini a mRNA dello scorso Luglio. Se chiedete a tanti colleghi medici di base molti di loro si dimostreranno totalmente all’oscuro dei rischi derivanti dalla somministrazione dei vaccini. Questo è inaccettabile, come è inaccettabile che vi siano medici complici delle assurdità da parte del governo. Tuttavia il voto, che dovrebbe essere pessimo, è mitigato dai tanti medici che si prodigano per trattare una malattia devastante negli anziani e nei soggetti fragili. 

La decisione dello stop a tutti gli eventi, fino al 31 Gennaio – feste in piazza ed i concerti all’aperto – merita invece un Quattro. Siamo in una fase acuta di pandemia e le misure anti-assembramento si sono dimostrate tra le più efficaci per contenere la curva dei contagi. Misure che potevano essere evitate semplicemente chiedendo un tampone negativo per entrare nei locali pubblici. Tampone e vaccino avrebbero significato la fine del vergognoso green pass, ma per questo governo è evidentemente impossibile, come per il Fonzie di Happy Days, ammettere di aver sbagliato.

Un Tre alla Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) in collaborazione con il Ministero della Salute. L’Agenzia non si è mai mostrata all’altezza del compito essendo totalmente succube delle decisioni politiche ministeriali. Recentemente l’Aifa ha fatto assurde dichiarazioni sull’estensione della dose booster anche ai giovani tra i 16-17 anni quando nessun vaccino è ancora autorizzato dalla Agenzia Europea dei Medicinali per tale utilizzo. Si tratta di esternazioni paradossali, in totale contrasto con le evidenze scientifiche e solamente funzionale a supportare la prosecuzione della vergognosa imposizione di misure inutili come il green pass agli adolescenti. Sempre l’Aifa ha annunciato tale vergognosa estensione anche ai 12-15enni, senza avere a disposizione nessun dato clinico ed in aperto contrasto con i dati provenienti da Israele secondo cui tale vaccinazione aggiuntiva non reca alcun beneficio aggiuntivo. In pratica, è l’ennesimo salto nel buio del nostro governo sulla pelle dei nostri giovani.

Due alla decisione di portare il green pass a sei mesi. La decisione corretta sarebbe stata abolirlo del tutto perché non si tratta in alcun modo di un provvedimento con basi scientifiche. Il green pass sarebbe forse stato utile qualora i vaccini fossero stati in grado di prevenire i contagi. È stato invece chiaramente dimostrato da tutta la letteratura scientifica internazionale come i soggetti vaccinati possano trasmettere l’infezione virale in maniera esattamente identica ai non vaccinati e questo con buona pace delle vergognose bugie delle soubrette televisive del Cts. 

Ancora più paradossale la decisione di ridurne la durata a partire dal primo febbraio 2022 quando sono stati pubblicati dati riguardanti l’evanescenza della protezione anche con la terza dose e la mancanza di protezione nei confronti della variante Omicron. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, soprattutto quando in gioco c’è la vita delle persone

Uno al governo italiano. Aveva cominciato benino raccomandando le vaccinazioni alle classi di età più elevate, ma poi ha fatto come Cimabue: ha fatto una cosa e ne ha sbagliate due… poi tre, quattro. Insomma non ne ha azzeccata una, imponendo restrizioni assurde ed incomprensibili solo per colpire la rispettabilissima decisione di chi non vuole vaccini che non riescono a proteggere in maniera adeguata. 

Chi scrive è persuaso che esista una giustizia divina ma si spera che anche la giustizia terrena intervenga al più presto. 

L’obbligo di mascherine all’aperto merita uno Zero. Nonostante siano passati due anni dall’inizio della pandemia i nostri governanti non hanno capito come utilizzare un dispositivo di protezione individuale importantissimo come le mascherine facciali. Far indossare le mascherine FFP2 al chiuso è corretto, ma far indossare le mascherine all’aperto è una totale bestialità. Numerosi articoli [QUI e QUI] hanno dimostrato che la trasmissione del virus SARS-CoV-2 sia di gran lunga molto più probabile nei luoghi chiusi rispetto agli spazi aperti. Inoltre far indossare mascherine all’aperto a persone sole, senza possibilità di trasmettere virus ad alcuno, per definizione non rappresenta un rischio di trasmissione virale. L’infezione virale avviene quando la concentrazione di virus raggiunge una certa soglia e quando l’esposizione ha una certa durata. Tutto questo all’aperto è assolutamente trascurabile, salvo in caso di affollamento e code ma sempre in misura poco determinante [QUI]. Tanto è vero che non è mai stato evidenziato alcun evento cosiddetto di “super-spreading”, ovvero di diffusione generalizzata di infezione, che si sia verificato esclusivamente all’aperto [QUI e QUI]. Pertanto, in maniera consistente con le basse concentrazioni di SARS-CoV-2 all’aria aperta dovuta alla ventilazione naturale, la trasmissione all’aperto contribuisce in maniera infinitesimale alla epidemia da coronavirus 

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* Laureato nel 1996 si è specializzato nel 2002 in Medicina Interna e Medicina d’Urgenza. Dal 2005 fa parte del mondo farmaceutico dove ha ricoperto varie posizioni con crescenti responsabilità e occupandosi da vicino di ricerca clinica in vari settori, per poi concentrare l’attività nelle terapie innovative a partire dal 2013, inclusa la terapia genica e la terapia somatica cellulare. 

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