I comunisti cinesi il cappio al collo se lo sono messi da soli!
di Diego Torre
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IL DRAGONE CI HA RIPENSATO! COMPAGNI SIATE FECONDI!
China Reports Network è un sito web statale di notizie, dove “filtrano” messaggi del potere cinese, utili a sondare l’umore popolare. E’ il caso di un articolo uscito a novembre dove si afferma che ogni iscritto al partito Comunista ha il dovere di avere 3 figli e che “nessuno dovrebbe accampare scuse”, ma “assumersi la piena responsabilità e l’obbligo della crescita della popolazione del Paese e agire sulla politica dei tre figli. Nessun membro dovrebbe usare alcuna scusa, oggettiva o personale, per non sposarsi o non avere figli, né può usare alcuna scusa per averne solo uno o due”.
Sui social la bufera è stata furibonda. Si va a toccare un aspetto molto intimo della vita delle famiglie; e questo dopo aver predicato, praticato ed imposto, anche con gli aborti forzati, violando ogni diritto umano, la politica del figlio unico per quasi 40 anni.
La presunzione e la prepotenza di una simile imposizione è tipica di un regime totalitario come quello cinese, ma i nodi vengono al pettine. Dal censimento 2020 si evince che il 19% del popolo cinese ha più di 60 anni e che il tasso di fertilità per donna è di 1,3. La Cina invecchia velocemente con la frana economica che ne consegue. Già dal 2016 il PCC ha tentato l’inversione di rotta annullando il limite del solo primogenito in vigore dal ‘79 ed incentivando le nascite con sussidi e sgravi per le spese di istruzione. Dal 2020 viene sponsorizzato il 2° figlio. Hanno addirittura “allungato” i tempi dei divorzi e dato una buona “stretta” sugli aborti , ma la cultura e la mentalità di un popolo, per quanto rassegnato come quello cinese, non si orientano sterzando bruscamente il volante della macchina sociale. E così ora ci provano con il richiamo al patriottismo di partito. E’ facile prevedere che anche questo tentativo non darà i risultati sperati. Il contesto sociale e culturale è molto cambiato e le “abitudini” acquisite dalla società cinese nei decenni passati non si cambiano come un paio di calzini.
Ma l’Italia non che è messa meglio!
Da noi il tasso di fecondità è di 1,24 figli per donna, e le persone con più di 65 anni sono il 23,2%. Per imporre la politica del figlio unico è bastato fare sguazzare il popolo italiano nel consumismo, favorire divorzio, aborto e contraccezione e non prevedere alcuna misura di serio sostegno a natalità e famiglie. Il collo nel cappio ce lo siamo messi da soli! Dal milione di nascita del 1964 siamo precipitati alle 400.000 (forse) del 2021. Un trend inarrestabile da decenni!
E’ stato approvato finalmente l’assegno unico, ma …. i 6 miliardi previsti sono decisamente pochi. Ci stiamo indebitando alla grande, ma per le famiglie e le nascite i soldi non si trovano mai! E poiché l’assegno unico assorbirà le previdenze precedenti, taluni andranno addirittura sotto. Fra tanto associazionismo e volontariato manca una potente lobby della famiglia che faccia pressioni su governo e parlamento per un congruo aumento delle risorse.
I soldi si trovano però in Russia, Francia, Ungheria, Polonia etc, paesi che favoriscono le nascite, consapevoli oltretutto che il welfare senza nascite e giovani lavoratori va verso il default. L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) calcola che i giovani italiani che si affacciano oggi al mondo del lavoro andranno in pensione a 71 anni. La (una volta) cattolica Italia dovrà prendere lezioni dalla Cina comunista per comprendere ciò che è di una evidenza drammatica?