Utero in affitto ed eterologa per tutti: la Corte di Giustizia Europea si piega all’ideologia gender

Utero in affitto ed eterologa per tutti: la Corte di Giustizia Europea si piega all’ideologia gender

di Angelica La Rosa

GANDOLFINI (FAMILY DAY): “I BAMBINI NASCONO DA MAMMA E PAPÀ. SENTENZA CORTE EUROPEA SU RICONOSCIMENTO OMOGENITORIALITÀ TIRA LA VOLATA A UTERO IN AFFITTO ED ETEROLOGA”. PRO VITA & FAMIGLIA: “SENTENZA CORTE UE ILLOGICA. UN AFFRONTO ALLA SOVRANITÀ CHE APRE UN PRECEDENTE PERICOLOSO”

“Un attentato alla sovranità su temi di competenza nazionale e una porta spalancata per pratiche come l’utero in affitto e l’eterologa per tutti, questo rappresenta la sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone di riconoscere l’omogenitorialità dei bambini anche nei Paesi dove quest’ultima non è prevista e nonostante la legge nazionale obblighi all’emissione di un atto di nascita che indichi un solo padre e una sola madre”.

Così il presidente dell’Associazione Family Day, il neuro-chirurgo Massimo Gandolfini, ha commentato il recente pronunciamento dell’organo giurisprudenziale europeo.

“Tutti gli esseri umani hanno un padre e una madre, come va di moda dire ora ‘lo dice la scienza’. Quindi chi porta bambini nati all’estero in un altro Stato, volendo farli iscrivere alla anagrafe come figli di due madri o di due padri, intende far legittimare l’ottenimento di un figlio tramite utero in affitto o eterologa, pratiche che hanno aspetti eugenetici – visto che i gameti sono scelti su un catalogo in base ai tratti somatici – e risvolti di sfruttamento delle donne, usate come contenitori per la gravidanza o bombardate di ormoni per produrre ovuli. I Paesi che non riconoscono e perseguono tutto questo hanno il diritto di non vedersi imporre un riconoscimento de facto di queste pratiche, tramite strampalate sentenze dei giudici europei sulle questioni anagrafiche”, ha ricordato Gandolfini.

Di ritorno dal recente viaggio in Grecia, anche Papa Francesco ha ammonito l’Europa a rispettare ogni Paese ‘come è strutturato dentro’ e ‘la sua sovranità’ sui temi sensibili e le tradizioni, essendo attenti ‘a non essere veicoli di colonizzazioni ideologiche’.

“La sentenza è un affronto ai tanti genitori adottivi che rispettano pratiche e percorsi che durano anni per vedersi riconosciuta la genitorialità di bambini adottati all’estero, mentre chi ottiene un bambino tramite pratiche considerate illegali in Italia pretende un automatico riconoscimento da parte degli uffici anagrafici. Tutto questo è assurdo e sarà rigettato dai Paesi che faranno prevalere la loro sovranità”, ha concluso il medico bresciano.

 

Per Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, la sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone di riconoscere l’omogenitorialità dei bambini anche nei Paesi dove quest’ultima non è prevista è “un affronto nei confronti dei principi Costituzionali degli Stati Membri dell’Unione Europea, nonché l’affermazione di un principio illogico e pericoloso per far contenti i desideri Lgbtqia+”.

“Obbligare gli Stati dell’Unione Europea a rilasciare documenti ai bambini senza esigere anche un certificato di nascita e dunque legittimando che ci siano “due padri” o “due madri” è una vera e propria forma di colonizzazione ideologica”, ha spiegato Coghe. “In più si apre un precedente pericoloso, che apre la strada al prevalere di alcuni ordinamenti su altri. Cosa accadrebbe infatti se alcuni Stati membri dovessero legalizzare l’utero in affitto, le adozioni a coppie gay o altro ancora? Significa che tutti gli altri si devono adattare? Tutto ciò è inaccettabile e ci aspettiamo una presa di posizione netta e contraria dal nostro Governo e da tutta la politica”.

 

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