San Vincenzo Romano, “lu prevete faticatore”
di Mariella Lentini*
–
“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Torre del Greco (Napoli), dove nel 1751 nasce il santo festeggiato oggi Vincenzo Romano, si affaccia sul mare accanto al Vesuvio, il vulcano famoso in tutto il mondo per aver sepolto con una pioggia di cenere la città di Pompei nel 79 d.C.. I genitori di Vincenzo, Nicola e Grazia Rivieccio, sono umili, ma molto religiosi. Vincenzo a quattordici anni ha già in mente di diventare sacerdote. Entra in seminario a Napoli e nel 1775, a ventiquattro anni, corona il suo sogno. Nella sua città, Torre del Greco, Don Vincenzo organizza nella propria casa una scuola gratuita per i bambini poveri. Il suo stile di vita rappresenta un esempio per tutti i sacerdoti, anche per quelli di oggi, tanto da essere considerato il patrono dei sacerdoti di Napoli. Egli pensa ai bisognosi, non a se stesso. Predica, con parole semplici ma efficaci, il Vangelo, per le strade e in campagna; attorno a lui si formano capannelli di uomini, donne, contadini. Se ci riesce, li accompagna nella chiesa più vicina per invitarli a pregare nella “Casa del Signore”.
Incurante dei pericoli che corre, Don Romano si avventura nei rifugi dei delinquenti per indurli al pentimento o per cercare di attenuare i danni delle loro losche e malavitose intenzioni. Cura i malati e difende i diritti dei marinai, soprattutto dei pescatori di corallo, mestiere, questo, molto rischioso, che regala a Torre del Greco un primato mondiale, di cui la città, ancora oggi, va orgogliosa. In particolare i torresi imparano ad amare Don Romano (soprannominato in dialetto napoletano lu prevete faticatore, “il prete lavoratore”) durante la terribile eruzione del Vesuvio del 1794.
La lava incandescente – che dopo la sua folle e lunga corsa si riversa sul mare – non risparmia le abitazioni e la Chiesa di Santa Croce: incendi, terremoti, fumo e cenere invadono e distruggono mezzo paese. Don Vincenzo spende tutte le proprie forze per dare conforto morale e materiale alla popolazione. Aiuta la gente a risollevarsi dalla catastrofe e contribuisce alla ricostruzione delle case abbattute e della chiesa che viene riedificata ancora più imponente e maestosa. Don Vincenzo Romano muore nel 1831 a Torre del Greco dove riposa, presso la basilica da lui fatta ricostruire, meta di pellegrinaggio di fedeli che lo invocano soprattutto contro i tumori alla gola. Due miracoli di guarigione da tumore, infatti, sono avvenuti grazie alle preghiere a lui rivolte, una nel 1891 e l’altra nel 1940.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”