“No Green Pass”, ecco chi scende in piazza per difendere la libertà e la democrazia
di Pietro Licciardi
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IL MAESTRO STEFANO BURBI SPIEGA LE RAGIONI DI CHI MANIFESTA NELLE PIAZZE DI TUTTA ITALIA CONTRO L’ATTUALE “REGIME POLITICO-SANITARIO“
Stefano Burbi, fiorentino, è compositore, direttore d’orchestra, con oltre mille brani all’attivo fra colonne sonore per film, balletti, musical, musica sinfonica, da camera e sacra. Ha diretto orchestre prestigiose come la Canadian Chamber Academy di Toronto, l’orchestra Antonio Vivaldi, l’orchestra Nova Harmonia, la Nuova Camerata italiana e i Filarmonici di Firenze. Ha anche ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali e dal 2007 al 2011 è stato presidente dell’Associazione Mozart Italia. In campo letterario, ha pubblicato vari saggi e libri di poesie. E’ stato definito uno dei più eccellenti, intensi e prolifici autori contemporanei, capace di colpire il cuore dell’ascoltatore senza artifici o modernismi, ma con una scrittura “classica”, trasparente ed incisiva. Una personalità dunque di grande cultura e sensibilità, che come moltissimi altri italiani ha voluto impegnarsi in prima persona in una civilissima battaglia per il diritto e la libertà.
Maestro, cosa ha significato per lei e il suo lavoro la pandemia, il lockdown e le successive restrizioni?
«Nel corso del 2020 l’isolamento forzato è stato paradossalmente fonte di ulteriore ispirazione, tanto che ho scritto in poco più di quattro mesi due musical ispirati a due lavori di Orwell che mi auguro di portare presto sui palcoscenici internazionali, visto che i testi sono in inglese. Per quanto riguarda l’attività concertistica, inutile dirlo, è stata completamente azzerata, ma era inevitabile. Ora, sinceramente, sono molto dispiaciuto che una scelta privata ed intima, come quella della vaccinazione, possa costituire un discrimine così netto e che si sia addirittura interdetto l’accesso ai teatri a chi non ha aderito all’invito del governo di sottoporsi ad un trattamento sanitario che, al momento, non è stato reso obbligatorio con una legge. Non mi sembra assolutamente giusto. Ci sarebbero stati altri modi per garantire la salute pubblica e la sicurezza senza arrivare ad una discriminazione vera e propria e senza precedenti da quanto esiste la Repubblica».
Quando ha deciso di impegnarsi in prima persona contro il ricatto vaccinale e il green pass?
«Subito, quando ne hanno parlato, perché era palesemente una violazione della Costituzione, anche se lo negano. Premetto che io non sono un cosiddetto no vax, etichetta orribile inventata per screditare chi nutre dubbi su questo vaccino in particolare; cosa ben diversa da coloro che sono contrari ad ogni tipo di vaccino. Io rispetto le opinioni di tutti e non ho personalmente nulla né contro i vaccini in genere e nemmeno contro questi preparati anti-Covid. Semmai eccepisco sul metodo e sulla superficialità con cui si è puntato tutto sulla vaccinazione di massa senza tenere conto dei consigli che medici saggi ed avveduti, ma inascoltati, avevano provato a dare. Per esempio, si poteva e si doveva evitare l’open day che portò mesi fa alla morte della povera Camilla, [Camilla Canepa, la diciottenne deceduta dopo essere stata vaccinata il 10 giugno scorso N.d.r.]
Secondo l’Agenzia italiana del farmaco i morti a causa del vaccino a luglio erano quasi 500, eppure si nega che questi vaccini sono sperimentali e quindi potenzialmente pericolosi…
«L’isterismo collettivo e l’inadeguatezza dell’informazione hanno prevalso. Ecco, pur rispettando la paura del virus e senza negare la sua subdola pericolosità, non possiamo pensare di subordinare tutto ad esso negando i diritti fondamentali della persona. Non importa la propria opinione sui vaccini e non è nemmeno rilevante che uno sia o meno vaccinato: in tutti i casi non è tollerabile un’imposizione e tanto meno la penalizzazione di chi non ubbidisce ad un diktat che francamente trovo inaccettabile sotto tutti i punti di vista. Come non è necessario essere neri per condannare il razzismo, parimenti non è necessario essere non vaccinato per stigmatizzare questo clima segregazionista e di caccia all’untore che è stato scatenato, mi duole sottolinearlo, proprio dalle più alte cariche dello stato; un fatto che mi ha particolarmente addolorato».
C’è chi obietta che difronte all’emergenza i diritti debbano fare un pass indietro…
«Il cosiddetto green pass è un abominio vero e proprio, non ha alcun senso da un punto di vista sanitario, visto che anche i vaccinati possono trasmettere il virus ed essere infetti, e costituisce un diabolico strumento di tortura finalizzato all’annientamento della volontà dell’individuo, come del resto lo stesso Brunetta ha ammesso pubblicamente con parole agghiaccianti. Se volevano condurre una campagna vaccinale convincente e trasparente hanno sbagliato veramente tutto: la comunicazione è stata assolutamente fallimentare, contraddittoria, confusionaria e ovviamente non ha persuaso gli indecisi, anzi…»
Come è riuscito ad aggregare altre persone per scendere in piazza?
«In realtà sono io ad essermi aggregato al gruppo rispondendo ai vari inviti che sono arrivati trasversalmente: una delle cose che più mi ha piacevolmente sorpreso è stata quella di ritrovare in piazza come fratelli e sorelle nella lotta, persone con le quali, solo qualche mese fa, magari non avremmo avuto molti punti in comune, politicamente parlando, e con cui invece adesso si ha una piena condivisione di ideali».
Quali sono i punti fermi attorno ai quali si svolge la resistenza?
«Ritiro immediato di ogni provvedimento immotivatamente e discriminatorio, trasparenza e pluralismo nell’informazione, libertà di scelta in tema di vaccini, interruzione della campagna denigratoria del movimento che si oppone a questo disdicevole stato di cose».
Chi sono le persone che scendono in piazza o che condividono i motivi delle vostre manifestazioni?
«Famiglie, professionisti, medici, infermieri, operai, studenti, artisti, persone normalissime e non violente, profondamente segnate da restrizioni insensate e misure discriminatorie. Alcuni sono disperati nella loro disarmante dignità e meritano tutto il nostro supporto. Tutti pensano di essere finiti in un incubo dal quale sembra difficile svegliarsi, Moltissimi sono vaccinati, ma non accettano, giustamente, un mondo ostile con chi solo osa farsi delle domande o avere dei dubbi legittimi».
LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA SARA’ PUBBLICATA DOMANI