Ecco chi è san Cirano
di Mariella Lentini*
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“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Figlio di un nobile del territorio denominato Berry (Francia) del VII secolo, Cirano è destinato a una brillante carriera e a un matrimonio prestigioso. Il padre viene nominato vescovo di Tours e il figlio Cirano entra a far parte della Corte del re di Borgogna. Il padre, nel mentre, gli fa conoscere la sua futura sposa, una ragazza adatta al suo rango: bella, ricca, nobile. Che cosa potrebbe volere di più dalla vita il fortunato Cirano? Nulla di tutto questo. Il ragazzo non si sente attratto dalla vita mondana. Rompe il fidanzamento e si rifugia a Tours, presso la tomba di San Martino, a fare l’eremita. Cirano abbraccia la vita religiosa e, quando suo padre muore, inizia a spendere le sue immense ricchezze per aiutare i poveri. Il nuovo vescovo lo fa rinchiudere, giudicandolo un pazzo sperperatore di denaro.
Dopo la morte del vescovo, Cirano torna libero e decide di abbandonare Tours per entrare a far parte di un gruppo itinerante di religiosi guidati dal vescovo Flavio, proveniente dall’Irlanda. Cirano viaggia in Europa e in Italia e si sposta da una città all’altra studiando, predicando, insegnando e guadagnandosi il pane quotidiano zappando la terra, come tutti i suoi compagni. Tornato in Francia, si stabilisce vicino ad un corso d’acqua dove fonda un monastero che segue la Regola benedettina. La comunità di monaci prospera sempre di più, grazie al fiume inaspettatamente e particolarmente ricco di pesci. Ogni giorno, infatti, Cirano pesca esattamente un pesce per ogni monaco della comunità, oltre a quelli occorrenti ai poveri del circondario. Un mattino Cirano pesca un pesce in meno. «Come mai?» – si chiede, perplesso. La risposta arriva presto. Un giovane monaco chiede perdono e confessa di aver augurato a Cirano una scarsa pesca poiché trovava quel cibo troppo monotono. Cirano gli fa capire con dolcezza l’errore commesso e riprende la sua pesca. Successivamente Cirano subisce la calunnia di un gruppo di monaci che lo accusano di utilizzare il pesce per venderlo e arricchirsi di nascosto. Il monaco, innocente, non si difende e non cerca di discolparsi. Si allontana dal monastero e inizia a vagabondare, continuando a predicare, a fare del bene e a pescare per sopravvivere. Non si sa, quindi, dove sia morto il prodigioso pescatore, né in quale anno.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”