I giovani di “Cada Vida Importa” si mobilitano contro il Governo giallo-rosso di Pedro Sánchez
Di Giuseppe Brienza
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I GIOVANI E LE FAMIGLIE SPAGNOLE SCENDONO IN PIAZZA A MADRID CONTRO I PROGETTI DI CRIMINALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO PROLIFE CUI STA LAVORANDO IL GOVERNO SOCIALISTA DI PEDRO SÁNCHEZ
Migliaia di famiglie hanno marciato domenica scorsa a Madrid contro le imposizioni ideologiche cui sta lavorando il Governo giallo-rosso guidato da Pedro Sánchez, composto principalmente da una coalizione fra socialisti (Psoe) e “grillini spagnoli” (Podemos).
L’esecutivo di sinistra (sebbene i grandi media, anche internazionali, lo definiscano di centro-sinistra), si sta mobilitando infatti per cercare tarpare le ali, come già fatto in Francia (2017) e in Belgio (2020) con l’introduzione del reato di “ostacolo all’aborto” (délit d’entrave à l’avortement, spesso definito per negare la verità con la forma più asettica di délit d’entrave à l’interruption volontaire de grossesse).
A questi progetti centinaia di giovani e di famiglie, molte con bambini piccoli, hanno reagito scendendo in piazza (nonostante il Covid-19) riempiendo la Puerta de Alcalá, nel centro di Madrid e rispondendo così all’appello lanciato da più di quaranta organizzazioni impegnate nella difesa e nella promozione della vita umana innocente.
Quasi tutti i manifestanti, sventolando bandiere con lo slogan “Cada vida importa” (Ogni vita è importante), hanno proclamato il loro diritto costituzionale alla «libertà di espressione e di manifestazione» contro la riforma del Codice penale che sta per imporre pene detentive ai volontari che offrono informazioni alle donne davanti alle cliniche abortiste. Se i progetti liberticidi del Governo Sánchez andranno in porto, sostengono gli organizzatori del movimento pro-life, «sarà a causa del nostro silenzio».
«È essenziale alzare la voce in difesa dei più deboli», ha spiegato Nayeli Rodríguez, responsabile di 40 días por la vida (40 giorni per la vita), una delle associazioni che ha promosso la manifestazione di Madrid. Con uno striscione gigante con la frase La preghiera non è molestia (Rezar no es acosar), questa giovane ha difeso la missione etica e religiosa della sua organizzazione, sorta negli Stati Uniti, che smetterebbe di operare se passasse la riforma del Codice penale.
Tra le ragioni che hanno spinto finalmente i pro-life spagnoli a tornare in piazza a Madrid, dopo quasi venti mesi di sospensione delle mobilitazioni pubbliche causate dalla gestione politica della pandemia, c’è stato anche un ulteriore fronte, quello della legge sull’eutanasia, con i continui attacchi all’obiezione di coscienza dei medici e la mancanza di aiuto pubblico alle donne che si trovano ad affrontare gravidanze difficili o indesiderate.
«La Spagna ha bisogno di leggi che rispettino la dignità della vita, che ci permettano di restare umani e non ci inducano verso la cultura dell’usa e getta, indotta da leggi come quelle sull’aborto o sull’eutanasia senza nessuno spazio per le cure palliative o politiche di sostegno alle madri incinte», ha detto Javier Rodríguez, direttore del Forum delle Famiglie spagnolo, una delle organizzazioni che fanno parte della coalizione Cada Vida Importa, organizzatrice di questa manifestazione non politica e non confessionale, alla quale hanno partecipato 800 persone, secondo la Delegazione del Governo a Madrid, e circa 4.000, secondo gli organizzatori.
«Uccidere sarà sempre uccidere e non c’è nessuna legge, nessun sentimento e nessuna ideologia che possa giustificarlo», ha affermato la d.ssa Luisa María González, vicepresidente della federazione dei medici di Madrid (Icomem).
«Il movimento pro-vita è più vivo che mai tra i giovani spagnoli – ha detto Joan Folch, il direttore di Más Vida, che da sola è riuscita a mobilitare più di 800 volontari per l’organizzazione della manifestazione di domenica -. Siamo qui perché siamo convinti che ogni vita conta e che dobbiamo essere la voce di coloro che non hanno voce: i non nati e i malati».
Sotto il palco, le famiglie e i giovani che hanno partecipato al corteo di Madrid sono stati edificati e mobilitati dall’intelligenza e dallo spirito di battaglia dei tanti attivisti e professionisti della sanità e della medicina. Durante l’evento, il momento più emozionante è stato quello del minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’eutanasia ed ai quasi 90.000 bambini che, a causa dell’aborto, non nascono ogni anno in Spagna.
Come ripetuto nel passato da uno dei volontari “storici” di Cada Vida Importa, Álvaro Ortega, il punto forte di questo tipo di iniziative è di saper coinvolgere molti ragazzi e ragazze: «Il messaggio arriva di più se è dato da un giovane della tua età!».