Ecco chi è san Galgano Guidotti (e “la spada nella roccia”)
di Mariella Lentini*
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“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
La Spada nella Roccia esiste davvero. La leggenda di re Artù, che estrae la spada “Excalibur” da una roccia, e dei cavalieri della tavola rotonda, avrebbe origine dalla storia di San Galgano Guidotti, nato nel 1148 circa in Toscana, a Chiusdino (Siena).
I genitori Guidotto e Dionisia, ricchi e nobili, pregano l’arcangelo Michele di poter avere un figlio. Nasce l’atteso bambino che viene chiamato Galgano. Cresce forte e vigoroso nel suo castello. Diventa un bel cavaliere dedito, però, ai combattimenti e alle gozzoviglie in un mondo, quello medievale, caratterizzato dalla violenza, dove a vincere è il più forte. Mamma Dionisia prega per l’amato figlio e soffre per il suo comportamento scapestrato. Una notte il superbo e prepotente Galgano sogna l’arcangelo Michele e questo fatto lo turba. In seguito lo sogna ancora e questa volta il bellissimo arcangelo lo conduce presso un prato fiorito, e gli presenta la Madonna e i dodici apostoli in una casa rotonda. Il giovane cavaliere riflette sulla sua condotta e capisce che quella vita non lo soddisfa più.
Un giorno, mentre si sta recando dalla sua promessa sposa Polissena, il cavallo si ferma nei pressi del Monte Siepi (Siena) e non vuole più andare avanti. Galgano scende da cavallo e prega Dio di aiutarlo a capire quale sia la sua missione. Sente una voce interiore che arriva dal Cielo. Ora tutto è chiaro. Quello è il luogo dove Galgano deve restare per cambiare completamente vita, lodare il Signore e fare del bene agli altri. Prende la sua spada e la conficca nel terreno roccioso, a formare una croce. Il suo mantello, orgoglio di ogni cavaliere, diventa il suo umile saio. Si costruisce una capanna e si ciba di erbe selvatiche e del pane che qualche anima buona gli regala. Prega e compie miracoli di guarigione.
Dopo la sua morte, avvenuta a Chiusdino nel 1181, a Monte Siepi è stata costruita una chiesa rotonda che custodisce la spada nella roccia e, accanto, un’abbazia caratterizzata dalla mancanza del tetto. Questi luoghi, oggi, sono mete di visitatori affascinati dal magico paesaggio toscano che riporta indietro nel tempo e, soprattutto, di bambini attratti dalle leggendarie gesta di re Artù e dalla sua mitica spada nella roccia.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”