Jennifer R. Morse (Ruth Institute) «l’industria della FIVET andrebbe abolita»
A cura di Angelica La Rosa
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SCAMBIO DI EMRIONI IN UNA CLINICA STATUNITESE CHE PRATICA LA FIVET. A QUESTO PUNTO, AFFERMANO DAL THINK THANK CONSERVATORE “THE RUTH INSTITUTE”, ANDREBBE CONSIDERATA L’ABOLIZIONE DI QUESTA NEFASTA PRATICA DI FECONDAZIONE ARTIFICIALE
Una coppia della California ha intentato causa contro una “clinica della fertilità” per aver impiantato con la tecnica dell’utero in affitto un embrione sbagliato.
La presidente del Think thank Ruth Institute Jennifer Roback Morse ha osservato in proposito: «Mi spiace per questi genitori, sono sicura che sia stata per loro un’esperienza traumatica, compresa la drammatica reazione della sorellina maggiore che non si riesce a spiegarsi perché dover restituire il bambino».
Ma è ancora più traumatico il destino del bambino concepito in questa innaturale modalità, ha continuato Morse: «Quale delle due donne è la sua “vera” madre, la madre genetica o la madre gestazionale? La donna che ha portato in grembo il bambino per nove mesi ha sicuramente stretto un legame indissolubile con lui, e lo stesso bambino ha sentito quella donna come sua madre».
La fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione (FIVET), ha aggiunto la dottoressa Morse, «fa promesse false: la coppia a volte, anche se non sempre, riesce a ottenere un bambino. Ma non è, oggettivamente, lo stesso che concepire un bambino attraverso l’atto coniugale».
La FIVET va oltre l’ideologia contraccettiva realizzando il disordine di una procreazione priva dell’atto sessuale d’amore. A differenza del concepimento di un figlio alla vecchia maniera, però, afferma provocatoriamente la presidente del Ruth Institute, con la FIVET è insita spesso una «confusione di embrioni».
La famiglia che ora è in causa in California ha sospettato di avere il bambino sbagliato sin dall’inizio, perché non c’era alcuna somiglianza fisica con nessuno dei due genitori. Ma solo al raggiungimento del primo anno di età un test del DNA ha potuto confermare i sospetti. È emerso in pratica che due bambini sono stati scambiati e, la famiglia, sta adesso facendo causa alla clinica della fertilità per l’imperizia medica, la negligenza e la violazione del contratto riscontrata.
La Morse ha concluso che è «l’intera industria della FIVET, insieme all’establishment medico e legale che le sta dietro, che sono colpevoli di negligenza. Fanno soldi convincendo le coppie che un ovulo fecondato e poi impiantato nel corpo di una donna sia l’equivalente del concepire un bambino attraverso il rapporto sessuale».
«L’intera industria ha bisogno di essere verificata e, la premessa su cui si basa, interamente riconsiderata», ha detto la Morse. Non essendo plausibile applicare rimedi normativi efficaci per far fronte alle nefaste conseguenze di questa pratica, secondo il Ruth Institute, la soluzione rimane una «l’industria della FIVET andrebbe abolita».