Povera Italia, come ti abbiamo ridotto!
Di Gian Piero Bonfanti
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CARA ITALIA, FERITA E AGONIZZANTE, È ORA DI RIMETTERTI IN PIEDI
Povera Italia, come ti abbiamo ridotto!
Eri un paese pieno di vita e ti abbiamo trasformato in una culla di ipocondriaci mascherati.
Eri il paese dei sapori, dei ristoranti aperti, dei pranzi e delle cene invidiate da tutto il mondo, ed ora dobbiamo esibire un patentino verde per sederci distanziati ad un tavolo, il più delle volte con sguardo triste ed impaurito mentre godiamo del senso del gusto.
Eri il paese che regalava la vista di meraviglie naturali ai turisti provenienti da tutto il mondo, il paese dove il turismo era un motore pulsante dell’economia. Ora per visitare un museo, per prenotare un albergo in qualsiasi località o solamente per accedere a luoghi dove potrebbero “esserci assembramenti”, è necessario dimostrare di essere “idonei”, di essere in possesso del certificato rilasciato dal Ministero della Salute. Tra un po’ forse non basterà neanche più quello provvisorio, considerato il fatto che c’è chi sta proponendo di invalidare chi lo ottiene con i tamponi nel naso, tra un po’ solo gli inoculati avranno questo privilegio.
I colori ed i paesaggi mozzafiato hanno lasciato oramai il posto al grigiore ed alle tristezze di anime impaurite, rinchiuse nelle loro case come se fuori tutto fosse dannoso, contagioso, letale.
Eri il paese della musica, delle canzoni e di tutta quell’arte che si poteva assaporare anche solo passeggiando per strada. Ora si stanno facendo le ultime prove per tornare a cantare dai balconi intonando lo slogan di sottofondo più errato che sia mai stato creato: “andrà tutto bene”.
Eri il paese delle strette di mano e degli abbracci, il paese in cui il contatto fisico dimostrava affetto e vicinanza. Ora ci si saluta a distanza, mascherati fino agli occhi e nelle ipotesi più audaci abbozzando un saluto con un gomito o un pugnetto, sempre stando attenti a non eccedere in affettuosità prolungando il contatto fisico.
Sei stata la patria di santi, di personaggi storici importanti, artisti e pensatori, cara Italia sei stata la culla della cultura, quella viva e pulsante, quella che ha ispirato le menti di tutto il mondo. Ora ti ritroviamo guidata da una élite non ben definita, svenduta dal compromesso e dalla paura inculcata da gruppi di potere, infimi e corrotti.
Eri un luogo accogliente, una casa, un rifugio, dove il tuo grande popolo sapeva bene a chi aprire la porta e come farlo, pur conservando dignità e sicurezze per se stesso. Oggi vengono ad “insegnarci a vivere” gli stranieri seminatori di odio: non bastavano le ragazzine Greta Thunberg e Carola Rackete, oggi abbiamo insegnanti come Lady Gaga e Richard Gere, pronti a sentenziare su quanto siamo brutti e cattivi, su come siamo intolleranti.
I tuoi odori inebrianti sono oramai filtrati da mascherine di carta che ne modificano l’intensità e l’unicità.
Che tristezza, povera Italia, averti conosciuto nel tuo massimo splendore e vederti oggi così sofferente!
Sapere che potresti offrire molto di più di quello che le nuove generazioni possano immaginare e vederti così ferita e agonizzante, ci riempie il cuore di tristezza.
E pensare che basterebbe ritrovare un po’ di amor della patria, un po’ di fiducia in noi stessi e la fede in Dio, per rimetterti in piedi e consegnarti nel tuo massimo splendore alle nuove generazioni!