La vita eterna dipende dalla scelta del cuore di ogni giorno
OGNI GIORNO NOI COSTRUIAMO LA NOSTRA ETERNITÀ
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Di Giuliva Di Berardino
La vita eterna dipende dalla scelta del cuore di ogni giorno. Ed è bello sapere che ogni giorno noi costruiamo la nostra eternità. Per questo Gesù nel Vangelo ci insegna a lavorare per i beni eterni e non per ciò che passa. In ogni epoca si è cercata una rappresentazione dei beati, del Paradiso, e soprattutto nelle chiese medioevali, dove dominava il Pantocratore, il Veniente glorioso, si potevano vedere immagini del giudizio universale, in cui alla destra di Cristo c’erano i beati e alla sua sinistra i dannati, che erano condannati all’inferno. Era un modo per avere sempre presente questa realtà di fede: un giorno sarà manifestato in modo universale, quello che decidiamo oggi nella nostra vita terrena.
Questo ci fa capire quanto è preziosa questa vita, quanto è importante il bene che possiamo fare, e quanto siamo liberi di vivere da oggi la gioia vera, quella che non finisce mai, nella misura in cui ci uniamo a Gesù Cristo il Risorto vivente, che ha vinto la morte per amore, insegnandoci a passare nella morte con amore. È così che la vita eterna può essere non solo una speranza, ma può anche essere desiderata, pur nella consapevolezza del dover attraversare le acque oscure della morte, acque che – secondo Origene – possono essere espiazione dei peccati. Per questo crediamo che chiunque aderisce a Gesù, ascolta la sua parola e vive di essa, mangia la sua carne e beve il suo sangue, e lo segue ovunque vada (cf. Ap 14,4), ha in sé la vita eterna come un seme che crescerà e darà il suo frutto nel Regno. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù stesso dice: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3).
Anche nell’Apocalisse, Giovanni, al termine delle sante Scritture, tenta a più riprese questa profezia: ci sarà un banchetto di nozze per l’Agnello sgozzato ma risorto e ora in piedi e vittorioso; attorno a lui tutti i salvati vivono in una liturgia eterna, in una danza, una pericoresi, cioè una circolazione d’amore, l’amore del Padre amante, del Figlio amato, dello Spirito amore. Questa comunione è comunione tra Dio e ogni creatura, comunione in cui l’umanità redenta sarà una cosa sola in Dio.
Concludo questa riflessione con un antichissimo canto liturgico previsto dalla liturgia ortodossa per la notte pasquale, perché tutti noi possiamo essere aiutati dalla sapienza della Chiesa a credere la vita eterna come il dono più gioioso e bello che abbiamo ricevuto nel nostro battesimo, con l’augurio che in questa fede di eterna gioia possano, tutti i credenti in Gesù, vivere e rimanere, per sempre:
O danza mistica! O festa dello Spirito!
O Pasqua divina che scende dal cielo sulla terra
e dalla terra sale di nuovo al cielo!
O festa nuova e universale,
assemblea cosmica!
Per tutti gioia, onore, cibo, delizia:
per mezzo tuo sono state dissipate le tenebre della morte,
la vita viene estesa a tutti,
le porte dei cieli sono state spalancate.
Dio si è mostrato uomo
e l’uomo è stato fatto Dio.
Entrate tutti nella gioia del Signore nostro;
primi e ultimi, ricevete la ricompensa;
ricchi e poveri, danzate insieme;
temperanti e spensierati, onorate questo giorno:
abbiate o no digiunato,
rallegratevi oggi!
Nessuno pianga la sua miseria:
il Regno è aperto a tutti!