Trent’anni di moda cristiana in Spagna: la rivista femminile “Telva” (1963-1997)
L’INFLUENZA DELLA CULTURA CATTOLICA NELLA MODA È STATA, FINO AD ALCUNI DECENNI FA, UN CAMPO IMPORTANTE DELL’APOSTOLATO DELL’OPINIONE PUBBLICA. LA RIVISTA FEMMINILE SPAGNOLA “TELVA”, NEI PRIMI TRENT’ANNI DELLE SUE PUBBLICAZIONI (1963-1997), DIRETTA DA PROFESSIONISTE FORMATESI SPIRITUALMENTE NELL’OPUS DEI COME PILAR SALCEDO e COVADONGA O’SHEA, È STATA ANCHE DAL PUNTO DI VISTA GIORNALISTICO INNOVATIVA E UNICA NEL SUO GENERE
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Di Giuseppe Brienza
Dal momento in cui è apparsa la prima rivista femminile, The Ladies’ Mercury, stampata in Gran Bretagna nel febbraio del 1693, per oltre due secoli e mezzo la funzione di questo tipo di testate è stata sempre quella d’intrattenere e d’informare le donne, senza invogliarle a criticare né mettere in discussione la cultura o le tendenze prevalenti delle varie società del loro tempo.
Ancora oggi la giornalista cattolica spagnola Covadonga O’Shea, fondatrice assieme alla collega Pilar Salcedo di una delle riviste storiche “di moda e bellezza”, Telva, nome che ha origine dalla parola “donna” in asturiano, ha confermato come ancora oggi la loro più importante funzione dovrebbe essere «quella di informare su questioni specificamente femminili e, allo stesso tempo, di distrarre nel campo dell’informazione». Prima che il femminismo se ne servisse come strumento di propaganda ideologica in vista della Rivoluzione del Sessantotto, vi fu nel mondo cattolico chi comprese il potenziale culturale e, alla lunga, politico dei media generalisti (com’erano allora le riviste patinate fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta) nella ridefinizione del ruolo sociale e dell’identità della donna.
Fondamentale da questo punto di vista è la pubblicazione della già citata rivista quindicinale Telva, il cui primo numero, stampato presso una delle più importanti tipografie di Madrid e di tutta la Spagna, la Hauser y Menet, data 1° ottobre 1963.
Si tratta di una testata patinata a colori edita dalla Sarpe, una casa editrice legata all’Opus Dei e, tra le firme che appaiono nelle prime annate, oltre a quelle delle due fondatrici, troviamo quelle di un buon numero di giornalisti di spicco, alcuni dei quali provenienti da altre pubblicazioni, soprattutto dalla rivista Ama.
Sebbene il numero di contributi presenti su ogni numero sia davvero rilevante, le componenti della redazione, tutte donne, non sono molte. Sempre donna è stato, naturalmente, il direttore responsabile della rivista, dal 1963 al 1970 Pilar Salcedo e, dal 1970 al 1997, Covadonga O’Shea (qui sotto in una foto del 2019).
Tra le sezioni tematiche abbiamo (in ordine alfabetico):
- Arte e casa,
- Attualità,
- Cinema (rubrica curata da uno dei pochi redattori uomini di Telva, Mariano del Poza),
- Cucina,
- Decorazione,
- Donna (La) del giorno,
- Itinerari geografici,
- Gioventù (sezione curata da Pilar Urbano),
- Hobby,
- Infanzia,
- Leggi,
- Letteratura,
- Mondo,
- Offerte di lavoro,
- Orientamenti sociali e cristiani,
- Pagine di medicina,
- Pettegolezzi,
- Psicologia,
- Professioni,
- Quiz,
- Quotidianità,
- Reportages,
- Televisione.
Come vediamo il “menù” di Telva era molto ricco, passando da rubriche serie e semi-serie ad altre impegnate, includendo sezioni sul mondo dello spettacolo, della televisione e dei suoi personaggi più popolari senza mancare di influenzare la cultura e l’attitudine femminile anche verso la ricerca (quando desiderato e possibile) del lavoro al di fuori dalle mura domestiche. Nei suoi resoconti, poi, la rivista sa mescolare attualità, informazioni, frivolezza, umorismo ma anche tematiche religiose e spirituali. Fin dal primo numero la redazione di Telva è stata inondata da lettere di lettori e, il numero e la varietà delle rubriche è cresciuto man mano e in linea con le esigenze e richieste delle lettrici.
Alcune delle giornaliste che hanno collaborato con Telva hanno avuto in seguito importanti carriere nella Spagna degli anni Settanta, a cominciare dalla giornalista e scrittrice Pilar Urbano, tra le più conosciute biografe della Casa Reale. Ma raggiunse notevole notorietà anche una delle principali modelle di Telva, Meye Maier (1945-2010), stilista e designer che, negli scatti per la rivista affascina con la sua bellezza serena, elegante e semplice. In effetti, è il taglio complessivo della pubblicazione a presentarsi con uno stile giovanile, dinamico ed efficace.
In conclusione, si può dire che Telva abbia raccolto, nei suoi primi trent’anni di vita, la sfida della modernità occupandosi di questioni attuali e innovative per una rivista femminile, ma con una linea generale d’ispirazione sempre ancorata alla cultura tradizionale e alla morale cristiana. A partire dal 2007, però, uscita dall’orbita dell’Opus Dei, la rivista ha più o meno perso quest’ultima connotazione e, diventata una testata esclusivamente “di moda e bellezza”, nelle mani di RCS mediaGroup, gruppo editoriale (fra l’altro) del quotidiano di centrodestra El Mundo, il secondo in Spagna per diffusione e numero di lettori, ha visto una serie di cambiamenti progressivi e sostanziali rispetto alla linea originaria.
Tuttavia, nonostante la sua “mondanizzazione”, Telva Novias è ancora una testata rivolta alle giovani donne e alle “signore” che, in modo ormai “laicizzato”, percepiscono però la loro realizzazione nel matrimonio e nella famiglia. Ecco perché la sua edizione patinata è best seller in Spagna. In fondo, nelle parole degli stessi componenti dell’attuale rivista, «alla fine, il sogno segreto di tutte le donne è quello di sposarsi».
LEGGI QUI IL PRIMO E IL SECONDO DEGLI ARTICOLI SULLA “MODA CRISTIANA”