Senza la celebrazione del Memoriale del Signore non possiamo vivere
OBBEDIRE AL COMANDO DI GESU’: “FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME“
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Di Teofilo Siculo
Ad Abitène, a 80 Km da Cartagine (Africa Proconsolare, Tunisia), nell’anno 303, sotto l’imperatore Diocleziano, 49 cristiani, sorpresi mentre stavano celebrando la Santa Messa in giorno di domenica, furono arrestati e processati. Interrogati sul perché si fossero radunati a celebrare contro gli ordini di Roma i loro riti, risposero: “Sine Dominico non possumus” (= senza la celebrazione domenicale non possiamo vivere). È la Pasqua del Signore! Più che al comando del re, dobbiamo obbedire al comando di Gesù: “Fate questo in memoria di Me”. Essi avevano compreso l’importanza dell’Eucaristia domenicale e così sceglievano di vivere sempre con Gesù nel cuore. Infine, messi alle strette, preferirono morire con Cristo anziché vivere senza di lui.
Oggi tanti cristiani hanno smarrito il senso della fede e della Santa Messa domenicale. Preferiscono lo sport, il lavoro anche di festa, gli spettacoli, il turismo. Non sentono più il bisogno di avere l’incontro con Colui che può mutare l’esistenza e riempire il cuore. E sempre più vuoti e delusi vanno verso la disperazione finale. Essi escono dall’Alleanza che Gesù ha stipulato con Dio sul Calvario, mediante il suo Sacrificio e si fanno schiavi della vanità e del peccato, preda di Satana e partecipi della sua maledizione.
Nel rito dell’Ultima Cena Gesù ha messo il Mistero Pasquale, cioè la sua Passione, il suo passaggio da questo mondo al Padre, il suo infinito Sacrificio della Croce, la sua gloriosa Risurrezione. Tutto ciò diviene nostro mediante l’attiva partecipazione alla Santa Messa. Per questo Gesù comandò: “Fate questo come mio Memoriale”. Egli vuole dunque, che ci teniamo sempre vicini alla sua Croce e Passione per averne tutti i frutti. E il modo per farlo è celebrare la Messa e fare la santa Comunione. L’adorazione al Santissimo poi, prolunga la preghiera e perciò l’unione con Cristo, presente sotto la forma del Pane e Vino consacrati.
Nella comunione la vita divina di Gesù entra in noi, anzi lui stesso viene ad abitare dentro di noi e comincia a divinizzarci, facendoci simili a lui, con tutta la nostra attiva e sincera cooperazione. Egli ci inserisce nella Nuova ed Eterna Alleanza e ci ottiene dal Padre il dono dello Spirito Santo. Ci dà la carità e ci rende capaci di amare anche i nemici, di perdonare chi ci ha offeso, di continuare a servire fino al sacrificio di noi stessi, così come ha fatto lui, fino a dare la vita e morire per amore nostro.
Qual è il significato di “Memoriale”? Non si tratta di fare un ricordo o di celebrare una festa in cui si commemora un fatto passato, ma ormai non più attuale. Così ad es. è la festa della Liberazione che si ripete ogni 25 aprile, facendo discorsi e cortei. Questi servono a non dimenticare un fatto importante della nostra storia recente e a prendere maggiore coscienza del grande valore civico della libertà e della democrazia. Invece, quando si fa il Memoriale della Passione del Signore, l’evento di quella Salvezza operata dal Redentore si fa presente e attuale: è come se noi che celebriamo, per la potenza di Dio che opera nella celebrazione, venissimo a superare tempo e spazio ed a partecipare personalmente all’evento di allora sul Calvario e riceverne i frutti in base alle nostre disposizioni spirituali di fede e di amore. Il rito religioso che noi facciamo per comando del Signore, la Santa Messa, così come è stato fissato da una tradizione di due mila anni, comporta la presenza santificante di Dio Uno-Trino per i meriti di Cristo Redentore. Così nella celebrazione di tutti i Sacramenti: questi sono “segni efficaci della Grazia”, cioè riti fatti da un Ministro che agisce “in persona Christi”, cioè dando a Cristo la voce e la persona qui e adesso, perché Egli possa infondere la Grazia (= vita divina) ai presenti, secondo le loro disposizioni e secondo il Sacramento celebrato.
Perché è così importante la celebrazione domenicale della Santa Messa? Perché in essa ci riconosciamo come Popolo della Nuova Alleanza che con a capo il Sacerdote ministro di Cristo, celebra non solo il Sacrificio del Calvario, fondamento della nostra redenzione, ma anche la Risurrezione di Cristo avvenuta a Pasqua, che ci fa vedere la nuova creazione e introduce quel tempo in cui finalmente saremo liberati dalla morte e i nostri corpi risorgeranno belli e pieni di vita divina, come quello di Cristo. La Domenica è la piccola Pasqua settimanale. Noi ci raduniamo ogni otto giorni, a cominciare dal giorno di Pasqua, fondamento di tutto l’anno liturgico. La Pasqua è la festa più grande e bella; vogliamo riappropriarci della gioia del Risorto e far crescere la fede in Cristo, unico vincitore del peccato e della morte, e la speranza nella nostra futura risurrezione. Non c’è prospettiva più bella e gioiosa di questa. I Cristiani che celebrano regolarmente la Domenica come “Giorno del Signore” risorto e asceso al Cielo, non solo non perdono la fede, ma accrescono la gioia di vivere al servizio di Gesù, unico Salvatore del mondo e prendono forza e grazia per affrontare tutte le prove e difficoltà della vita. Essi escono dalla chiesa portatori del messaggio di salvezza e della forza e luce per dirigersi vigorosamente al Cielo, superando ogni ostacolo e tentazione.
“Fate questo in memoria di Me” non significa solo “rinnovate il mio Memoriale” e cioè celebrate la mia Passione e Risurrezione, ma significa anche “fate ciò che ho fatto Io e come ho fatto Io” e cioè offrite anche voi al Padre la vostra vita in sacrificio di amore, perché abbia il massimo valore e possiate beneficare i vostri fratelli. Fare questo è certamente difficile ed eroico a volte. Ma è Gesù che ce lo comanda. E certamente Egli dà anche la forza per farlo. Egli dice infatti, “chi mangia di Me, vivrà per Me” (Gv 6,57), come Egli vive per il Padre, nel duplice senso di derivare la sua vita da Lui e di dirigerla alla Sua gloria, anche col pieno sacrificio di sé. E il Padre risponde con le Sue benedizioni, visibili nella gloriosa risurrezione pasquale e nell’ascensione al Cielo. Chi si nutre regolarmente di Cristo-Eucaristia a poco a poco acquista le sue caratteristiche di Figlio di Dio e di fratello di ogni uomo, col cuore pieno di carità verso tutti. L’uomo che porta Cristo nel cuore è il vero rivoluzionario della storia: egli immette nella famiglia e nel sociale la corrente vitale del Risorto, la sua gioia, il suo ottimismo sicuro della vittoria finale, la sua fiducia nel Padre dei Cieli, la forza per sconfiggere Satana e tutto l’egoismo umano, che potenziandosi senza fine generano tutte le sventure del mondo.
La Madonna, quale Madre e Corredentrice, aiuta a vivere per Cristo e ad affrontare per amor suo tutti i sacrifici della settimana, sicuri che lo Spirito di Dio opera in noi.
Chi gusta il sapore dell’Eucaristia e comprende il valore vitale del Memoriale del Signore, non ne può più fare a meno. Come i 49 martiri di Abitène può dire: “Senza la celebrazione del Memoriale del Signore non possiamo vivere” e affrontare il martirio, sicuri di avere la forza di sostenerlo. Noi abbiamo un martirio quotidiano da affrontare: fatiche, lotte, tribolazioni, tenta-zioni, malattie, debolezze… Come potremmo resistere senza l’Eucaristia?
Signore Gesù, aiutaci a non potere fare a meno di Te! Chiedi al Padre tuo e nostro di attirarci fortemente a Te, di darci fame e sete di Te, della tua parola, del tuo santissimo Corpo e Sangue, perché possiamo avere la tua vita divina e regnare con Te.
Grazie, Gesù! Tu ci hai amati e ci ami sempre come solo un Dio-Amore può fare. Grazie della tua follia di amore per noi deboli e peccatori. Ti fai mangiare da noi per assimilarci a Te e fare una sola cosa con noi. Anche noi Ti amiamo! Vivi con noi, Gesù!