La maggior parte degli adulti statunitensi sostiene la pena di morte
PER LA CHIESA CATTOLICA LA PENA DI MORTE È INAMMISSIBILE PERCHÉ ATTENTA ALL’INVIOLABILITÀ E DIGNITÀ DELLA PERSONA
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A cura di Angelica La Rosa
La maggior parte degli adulti statunitensi sostiene la pena di morte. E questo sostegno alla pena capitale aumenta gradualmente con l’aumentare dell’età degli intervistati.
Secondo un rapporto del Pew Research Center circa sei adulti americani su dieci sono a favore della pena di morte per le persone condannate per omicidio.
I più favorevoli alla pena di morte sono gli adulti di età compresa tra 50 e 64 anni (69% a favore).La fascia di età meno favorevole è quella degli intervistati di età compresa tra 18 e 29 anni (con il 51% di approvazione). I gruppi di età 39-49 e 65 anni hanno mostrato che circa sei su dieci sono favorevoli all’uso della pena di morte.
La pena capitale negli Stati Uniti è una punizione legale in 27 stati. Tuttavia solo 21 stati hanno la possibilità di eseguire condanne a morte, mentre gli altri 6 sono soggetti a diversi tipi di moratoria.
Da ultimo, l’Assemblea Generale della Virginia ha promulgato una legge che abolisce la pena di morte in quello stato a partire dallo scorso 1° luglio. Insieme a Giappone, Taiwan e Singapore, gli Stati Uniti sono una delle quattro democrazie avanzate, e l’unica nazione occidentale, che applica regolarmente la pena di morte. Ancora, gli Usa sono uno dei 55 paesi al mondo che applicano la pena capitale e sono stati la prima nazione a sviluppare l’iniezione letale come metodo di esecuzione, che da allora è stato adottato da altri cinque paesi.
La Corte Suprema ha affermato la legalità della pena capitale nel caso Gregg vs. Georgia del 1976. Da allora, più di 7.800 imputati sono stati condannati a morte; di questi, più di 1.500 sono stati giustiziati. Un totale di almeno 185 persone condannate a morte dal 1972 sono state esonerate. Al 16 dicembre 2020, 2.591 condannati sono ancora nel braccio della morte.
Il Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Trump aveva annunciato i suoi piani per riprendere le esecuzioni per crimini federali nel 2019. Il 14 luglio 2020, Daniel Lewis Lee era diventato il primo detenuto giustiziato dal governo federale dal 2003. A maggio 2021, c’erano 46 detenuti nel braccio della morte federale. 13 condannati a morte federali sono stati giustiziati da quando le esecuzioni federali sono riprese nel luglio 2020.
L’ultima esecuzione federale sotto la presidenza di Donald Trump è stata quella di Dustin Higgs, giustiziato il 16 gennaio 2021.
Joe Biden si dichiara contrario alla pena capitale negli Stati Uniti e i democratici hanno introdotto una legge federale sull’abolizione della pena di morte lo scorso 4 gennaio 2021. Il disegno di legge è attualmente all’esame della commissione giudiziaria della Camera ma la pena di morte non si ferma. L’ultima esecuzione, il 27 ottobre 2021, ha riguardato John Grant, 60enne afroamericano colpevole di avere assassinato una guardia carceraria. La condanna, eseguita tramite iniezione letale in un carcere dell’Oklahoma, si è trasformata per l’uomo in un vero e proprio supplizio perché è deceduto dopo ventuno minuti di sofferenze.
La Chiesa Cattolica ha insegnato per secoli che la pena capitale non è intrinsecamente cattiva. Il Catechismo del Concilio di Trento insegna che attraverso il loro “esercizio legale e giudizioso” le autorità civili “puniscono i colpevoli e proteggono gli innocenti“.
Come è noto il Sommo Pontefice Francesco, nell’Udienza concessa in data 11 maggio 2018 al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale gesuita Luis F. Ladaria, ha approvato la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica, che dispone: “2267. Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi. Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona» [Francesco, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (11 ottobre 2017): L’Osservatore Romano (13 ottobre 2017)] e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo”.