Il ponte tra Dio e l’uomo è più attivo che mai
PONTE E PONTEFICE…
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Di Teofilo Siculo
L’umanità, creata ad immagine e somiglianza di Dio, durò poco nello stato di grazia e di comunione con Dio, che ci destinava al Cielo, alla vita eterna con Lui nella gloria. Il catastrofico peccato delle origini rovinò tutto e rese necessaria una “nuova creazione”, che solo la fantasia infinita di Dio poteva inventare, per purissimo amore e infinita misericordia verso la specie umana peccatrice. Tuttavia il castigo e la sentenza dovevano attuarsi per giustizia e il peccato essere pienamente riparato dall’uomo stesso. Ma per fare ciò ci voleva un uomo-Dio: lui solo sarebbe stato in grado di espiare, morendo da innocente, il peccato delle origini e tutti gli altri che seguirono. E questo perché uomo. D’altra parte, solo il sacrificio di un Dio sarebbe stato di valore infinito. Per questo fu decisa da Dio l’incarnazione del Verbo.
Ma per l’incarnazione c’era bisogno di una donna, che fecondata direttamente da Dio desse carne pura al Figlio di Dio, poiché solo questa sarebbe stata degna di Dio. Per impedire questo disegno, Satana attaccò la donna nell’intento di corromperla e rendere impossibile l’incarnazione del Verbo. Allora scattò il disegno di creare Maria, come l’unica creatura senza alcuna macchia di peccato e piena di ogni grazia, perché fosse degna abitazione dell’Altissimo e desse a Dio la sua libera adesione al progetto di “ricreare” l’uomo, facendolo rinascere non dalla carne e dal sangue, ma verginalmente, dallo Spirito Santo e dall’acqua del Battesimo.
“Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). E fu dato al momento giusto: quando fu pronta colei che doveva essere sua madre nella natura umana, Maria di Nazareth. Una volta compiuto il suo sacrificio, il Verbo incarnato avrebbe dato inizio alla nuova creazione dell’uomo. E questo avvenne il mattino di Pasqua, con la sua risurrezione dai morti: quel corpo martoriato e disfatto del Cristo crocifisso venne trasfigurato con la vita divina per mai più morire. L’uomo era ormai redento, perdonato e ricreato proprio ad immagine di Dio, senza macchia di peccato e degno di entrare nel Regno dei Cieli. La divina Giustizia era soddisfatta perché la pena era stata interamente espiata e la Misericordia aveva trionfato ridando la vita divina all’uomo, tanto amato dal Signore.
Creando i sacri Cuori di Maria e di Gesù indissolubilmente uniti, Dio creò il ponte tra la divinità e l’umanità: due poli che si erano disgiunti col peccato delle origini. Maria fu creata immacolata e senza il peccato originale; lo stesso Gesù, che come Dio non poteva avere peccato alcuno, che anzi veniva a togliere il peccato di tutti. I Cuori di Gesù e di Maria furono da sempre uniti in una dualità inscindibile dallo stesso Creatore e Signore della grazia. Essi costituiscono “il ponte” tra Dio e l’umanità: il Verbo rappresenta il primo pilone; Maria il secondo. Dall’istante della sua creazione nel grembo della Vergine, il sacro Cuore di Gesù si è legato al Cuore immacolato di Maria, diventata sua Madre ed Egli suo figlio. Il legame ormai indistruttibile della carne esprime in modo visibile l’unione spirituale tra i due Cuori, cioè tra le due persone: quella divina del Verbo diventato figlio dell’uomo e quella umana di Maria, diventata per l’eternità Madre di Gesù, Verbo incarnato.
Attraverso questo “ponte” eterno passa tutta la grazia di Dio per gli uomini. La sorgente divina è il sacro Cuore di Gesù, ma la fonte a cui attingere è il Cuore immacolato di Maria, Madre di Cristo e di tutti i redenti: maternità che essa acquisì sul Calvario, come frutto del Sacrificio di Cristo e da Lui manifestata con le parole: “Donna, ecco tuo figlio” e al discepolo: “Ecco tua madre”. Attraverso questo rapporto di divina maternità, Dio concede ai redenti la grazia, che è vita divina, cominciando col Battesimo, che è “nuova nascita” operata dallo Spirito Santo nel grembo verginale della Chiesa, immagine di Maria, e poi con gli altri Sacramenti. Non si può avere Dio per Padre, se non si ha Maria per Madre. E tutto ciò per i meriti di Gesù, per la sua dolorosa Passione, Morte e Risurrezione.
Il Pontefice (= colui che fa il ponte) è il Verbo di Dio incarnato, con l’aiuto e la corrispondenza della Vergine Maria, necessaria col suo “sì” al piano di Dio. Essa è la Corredentrice, in dipendenza dal Redentore, che è la vittima divina, il cui sacrificio è di valore infinito: il solo che poteva espiare tutti i peccati, compreso quello delle origini che è il più grave di tutti. Gesù, uomo-Dio fu il Pontefice (Sommo sacerdote) e insieme la vittima divina offerta sull’altare del Calvario e più ancora sull’altare del Cuore immacolato di Maria, amorosamente consenziente al Sacrificio del Figlio e alla volontà del Padre, che le chiedeva d’immolare quel figlio come ad Abramo il figlio Isacco. (Cfr. Gen 22,1-2; Eb 2,14-18; 7,26-28; 9,11-14).
Gesù è il sommo Sacerdote che ci occorreva: “santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli” (Eb 7,26). “Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Eb 2,18). “Non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna” (Eb 9,12). Per fare tutto questo, l’Uomo-Dio ha avuto bisogno del sì di Maria sua Madre: il sì di entrambi al Padre ha costituito una volta per sempre il “ponte” tra Dio salvatore e l’uomo redento dal Signore. Questo ponte è sempre attivo, specialmente nella Santa Messa. È allora che si realizza la profezia di Gesù: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo» (Gv 1,51).
Cosa avviene durante la Messa? Il ponte tra Dio e l’uomo è più attivo che mai, perché sulla terra si offre il divino Sacrificio del Calvario, qui e adesso: nel luogo e nell’ora in cui si celebra, a favore dei presenti e di tutta l’umanità. Gli Angeli innalzano al Cielo il Corpo e il Sangue di Cristo immolato sulla croce, con tutte le suppliche, le offerte, le istanze, i bisogni dell’umanità presente sulla terra e ridiscendono sul Figlio dell’uomo ripieni delle grazie di Dio da effondere secondo il suo beneplacito sugli uomini, a cominciare dai presenti e dai loro cari vivi e defunti, secondo le loro preghiere e necessità. Il sacro Cuore di Gesù è la sorgente divina della grazia; il Cuore immacolato di Maria è la dispensatrice: la sua mediazione è ormai indispensabile. Tutta la grazia di Gesù passa a noi per di lei mani, sicché possiamo riconoscerla come Madre, Corredentrice, Avvocata, Mediatrice di tutte le grazie.
Conversione e santificazione, guarigione e liberazione, vocazione e missione, vittoria nelle tentazioni e salvezza dell’anima, carismi e luce di sapienza, rivelazione e conoscenza, fervore e aumento di amore a Dio e al prossimo, fortezza e pazienza nelle tribolazioni, forza di preghiera, efficacia di apostolato, tutto è grazia: grazia sgorgata dal Cuore di Gesù, grazia diffusa per le mani di Maria, che ci rigenera per opera dello Spirito Santo.