Crisi della fede o crisi della Chiesa?

Crisi della fede o crisi della Chiesa?

I RISCHI PER I CATTOLICI: RICHIUDERSI NEL PRIVATO, RIGETTARE L’ISTITUZIONE-CHIESA, REINVENTARSI LA DOTTRINA, APPAGARSI DI UN DEISMO SENTIMENTALE VAGO ED INCONSISTENTE

Di Diego Torre

“L’incerta fede. Un’indagine quali-quantitativa in Italia” è Il sondaggio commissionato dalla Conferenza Episcopale Italiana e segue il precedente  su “La religiosità in Italia”, diffusa prima del Convegno ecclesiale di Palermo del 1995. Condotta da Roberto Cipriani (professore emerito di sociologia dell’Università Roma Tre) e pubblicato da Franco Angeli editore, è un’indagine conoscitiva i cui confronti con quella di 25 anni fa sono indubbiamente illuminanti. Osserviamo alcuni dei dati riportanti: prima quelli del 1995 e poi quelli del 2019, anno della raccolta per “L’incerta fede”.

Frequenza della S. Messa domenicale = dal 31% passa al 22% – Il 27,5% non va mai a Messa anche se si dice cattolico.

Credenza di una vita dopo la morte fisica = dal 41% al 28  (con un 4,4% che “apprezza” la reincarnazione).

Favorevoli all’eutanasia = dal 22% al 63 %- contrari all’eutanasia dal 43% al 22%.

Va meglio la  preghiera personale: il 26,1% degli intervistati del 2019 dichiara di praticarla ogni settimana; non prega mai “soltanto” il 26,8%; va male invece nell’ambito sessuale dove si prescinde dal magistero della Chiesa per  il 65%. Nel 2019 un buon 26,5% dei fedeli  si definisce “cattolico a modo mio”.

Queste sono alcune delle cifre di un lavoro ricco di ben 500 pagine che merita ovviamente maggiore approfondimento. Il quadro che ne esce è allarmante e la causa principale è nell’ultima voce : “cattolico a modo mio”. La mancata accettazione di una verità oggettiva, esterna all’uomo, alla quale adeguarsi,  genera quel relativismo che provoca tutti i crolli in ordine alla fede, alla frequenza della liturgia, alle convinzioni profonde e alla morale; un  atteggiamento disgraziatamente presente, almeno a livello irrazionale, in ben più del 26.5% riportato dall’indagine. Il desiderio del sacro può prendere così le vie più diverse pur permanendo un formale riferimento al cattolicesimo.

Dice il prof. Cipriani a Vatican News: «Sono nuove forme, che a volte possono persino rasentare soluzioni di tipo magico, di tipo superstizioso. Ma non solo questo: si ricerca qualcosa di diverso. Per esempio: il significato dell’astronomia, il significato del rapporto con gli altri, il significato del condividere un’esperienza di tipo ludico, il significato del pregare in un modo diverso, il significato per esempio della musica e del canto. Sono molteplici, davvero innumerevoli, tutte queste nuove formule che diventano per certi aspetti un’alternativa rispetto al religioso tradizionale, ma per molti altri aspetti c’è una continuità, ci sono dei legami che vengono mantenuti. Nell’insieme, si può tutto riassumere con la spiritualità come ricerca di un sacro, magari anche diverso, che si trova in altre espressioni».

La secolarizzazione quindi più che un ateismo dichiarato e lucido ha prodotto una “fluidificazione della fede” , un fenomeno che avanza da ben prima del 1995 e invade ormai il mondo ecclesiale. I dati rilevati inoltre sono anteriore all’epidemia, che ha accentuato ulteriormente la tendenza: richiudersi nel privato, rigettare l’istituzione-chiesa, reinventarsi la dottrina, appagarsi di un deismo sentimentale vago ed inconsistente.

La reazione di tanti uomini di Chiesa è un adeguamento che vorrebbe essere furbo, ma che ignora il monito evangelico:  “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini (Mt 5,13). Una Chiesa che si mimetizza, che ripete le parole d’ordine del mondo , che nasconde la Verità controcorrente, che non annuncia e testimonia con coraggio il messaggio ricevuto da Dio … non santifica i suoi membri ed è destinata a colossali fiaschi pastorali.

Eppure il desiderio del sacro permane; esso è inestinguibile nel cuore dell’uomo.  E si continua pur sempre a guardare alla Chiesa, anche da parte di chi è al di fuori di essa, come ad un punto di riferimento quantomeno interessante. Se ritrovassimo la fierezza della nostra fede, la consapevolezza di possedere una Verità rivelata superiore al giudizio umano, la semplicità e la fermezza dei cristiani migliori; se credessimo fortemente che la soluzione dei problemi di ogni uomo e dell’umanità risiedono in Dio… proprio nel tempo della massima confusione e paura in cui viviamo, butteremo le premesse di quel trionfo del Cuore Immacolato che la Madonna ha promesso a Fatima. E che avverrà; con o senza il nostro contributo.

“Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana”(Cardinal Joseph Ratzinger,  1.9. 1990).

 

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