Si stanno purificando, in modo misterioso ma reale, per poter essere ammessi alla gioia del Paradiso

Si stanno purificando, in modo misterioso ma reale, per poter essere ammessi alla gioia del Paradiso

IL VANGELO DI MARTEDÌ 2 NOVEMBRE 2021, COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI GIOVANNI

Di Don Ruggero Gorletti

 

 

Dal vangelo secondo Giovanni 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

COMMENTO

La commemorazione che oggi facciamo, nella liturgia della Chiesa, è una cosa tutta particolare. Dopo aver celebrato, ieri, i santi, coloro che vivono già nella visione di Dio, oggi la Chiesa fa memoria di tutti i defunti, in particolare di quelli che si stanno purificando, in modo misterioso ma reale, per poter essere ammessi alla gioia del Paradiso. È una delle celebrazioni più sentite dell’anno, anzitutto perché siamo legati dall’affetto per le persone a cui abbiamo voluto bene, e che non sono più fra noi. Ma non c’è solo questo. C’è anche il pensiero che prima o poi la morte toccherà anche a noi. Noi siamo stati creati per la vita, e la morte ci crea grande disagio, grande dolore, grande sgomento. Ce lo crea proprio perché è un mistero, un salto verso un qualcosa che non conosciamo. La morte ci mette a disagio anche perché, volenti o nolenti, in fondo ci aspettiamo che dopo la morte ci sarà una verifica, un giudizio complessivo sulla nostra vita, e questo, con tutto lo scetticismo che possiamo fingere, non può non inquietarci. Cosa ci sarà un secondo dopo la morte? Come facciamo a saperlo! In realtà lo sappiamo. Gesù ce lo ha detto. Un secondo dopo la morte c’è Lui. La commemorazione dei fedeli defunti è un’occasione preziosa per due motivi: il primo è quello di pregare per i defunti, per i defunti che sono nello stato di purificazione, in Purgatorio. Questa è l’unica cosa che possiamo fare per loro. Tutte le altre cose che si fanno per i morti (commemorazioni, statue, targhe, e cose simili, talvolta purtroppo anche sciocche) non servono ai morti, servono a noi, nella migliore delle ipotesi per tenerne vivo in noi il ricordo, ma a loro non servono a nulla. La nostra preghiera, le nostre celebrazioni di suffragio invece a loro servono, e servono tanto per abbreviare e alleviare la loro purificazione. E possiamo stare certi che, una volta terminato questo stato, i defunti a cui avremo fatto del bene, dalla casa del Padre non mancheranno di aiutarci. E questo è il primo motivo. Il secondo è che ci aiuta a meditare, senza manie, ma anche senza superficialità, alla nostra morte, e a quello che seguirà: al giudizio, all’Inferno o al Paradiso. Cogliamo questa preziosa occasione, non lasciamola sfuggire senza che porti frutti di bene nella nostra vita. Non limitiamoci a fare quanto la tradizione ci suggerisce senza metterci il cuore. Meditare sui novissimi (le quattro cose ultime: morte, giudizio, inferno e paradiso) ci aiuta a vivere bene, in modo sereno ma non superficiale, ci aiuta a spendere bene il nostro tempo, ci aiuta a non sprecare inutilmente la cosa più preziosa che abbiamo: la nostra vita.

 

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In modo misterioso… eppure tante tradizioni religiose ammettono la Reincarnazione, dividendo la nostra anima in due componenti: l’Anima che si reincarna e il Sè, la cosiddetta “Scintilla di Dio” che l’Anima vera e propria che mantiene la sua identità e si reincarna. Siamo proprio sicuri che sia tutto sbagliato?