Hai il Green Pass ma grazie al tampone? Lavori in ambiente sporco ed entri dall’ingresso di servizio…
BENVENUTI NELL’ITALIENISCH REICH AGEVOLATO DAL GOVERNO DRAGHI…
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Di Angelica La Rosa
“La presente per ricordare ai Sigg. Dipendenti che l’accesso nella sede di via[omissis] è consentito solo con il Green Pass da vaccino in corso di validità. Pertanto i lavoratori non provvisti di tale certificazione potranno accedere alla sede ubicata in via [omissis] presentando Green Pass da tampone in corso di validità“.
Con questa comunicazione un’azienda del Nord-Italia ha relegato una parte dei suoi dipendenti, coloro che sono forniti di green pass di 48 ore, cioè quello ottenibile grazie al tampone, in un luogo di lavoro diverso rispetto a coloro che hanno lo stesso documento, che dallo scorso 15 ottobre è obbligatorio per tutti, ma frutto dell’effettuazione del vaccino.
I lavoratori di “serie B” (cioè quelli con green pass ottenuto con il tampone) sono stati relegati per il loro lavoro in un deposito di materiali industriali e d’ufficio dismessi, “con scrivanie improvvisate in mezzo a rottami di varia natura e, soprattutto, in un ambiente non igienizzato, sporco e con escrementi di animali“.
“Abbiamo separato chi è completamente sicuro da chi è a sicurezza limitata“, ha spiegato il titolare dell’azienda, spiegando di non avere controllato di persona l’altro edificio.
In realtà, oltre ad essere discriminati perché in possesso del green pass da tampone e non da vaccino, il personale collocato nell’edificio distaccato – hanno denunciato alcuni dipendenti – non dovrà avere contatti con quello della sede principale, pena la possibilità da parte dell’azienda di “punire disciplinarmente” quei dipendenti “con una contestazione”. Come se non bastasse ai lavoratori non vaccinati è precluso anche l’utilizzo della mensa.
Benvenuti nell’Italienisch Reich agevolato dal governo Draghi…