Green pass e tamponi: da domani sarà il caos
IL DIRITTO AL LAVORO, SUL QUALE SI FONDA IL NOSTRO ORDINAMENTO GIURIDICO, E’ GRAVEMENTE CONTRADDETTO…
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Di Emanuela Maccarrone
Nell’attuale tempo di crisi, nel quale il lavoro scarseggia e le difficoltà economiche creano disagio a molte persone e famiglie, ‘ricattare’ i lavoratori con il green pass, in pratica costringendoli a cedere alla vaccinazione, è una “bestemmia costituzionale”.
Così ha specificato il giurista professor Ugo Mattei, anch’egli intervenuto presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato assieme al filosofo Agamben.
“La Repubblica avrebbe il dovere di trovare lavoro ai cittadini, non di farglielo perdere“, ha commentato il giurista.
E da domani si prospetta una realtà del lavoro alquanto difficile, soprattutto nel settore dei servizi pubblici.
L’esperto retroscenista politico Marco Antonellis, ospite di una puntata su ‘ Radio Radio’, ha fatto notare che il green pass “è un problema in generale e sarà un problema ancora peggiore nelle forze armate. Possiamo rinunciare alla sicurezza perché 80mila tra vigili e forze armate staranno a casa? Il Governo deve trovare un piano B. Non è possibile che migliaia di lavoratori nei servizi pubblici essenziali possano stare a casa”.
L’Associazione Nazionale Autotrasportatori Professionali (Trasporto Unito) sta monitorando le manifestazioni e le espressioni di volontà dei lavoratori, poiché la preoccupazione è che “l’introduzione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro, se da una parte è strumento incentivante verso la vaccinazione, dall’altra potrebbe trasformarsi in un pericoloso boomerang soprattutto su alcune filiere economiche come ad esempio l’autotrasporto”.
Infatti, l’associazione ha timore che da domani vi sia il rischio di un fermo tecnico di gran parte della flotta di veicoli di trasporto per conto terzi; a questo si aggiunge la conseguenza relativa alle assenze di personale nei centri di carico e scarico.
Dalla F.I.S.I. (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) è giunta la notizia riguardante uno sciopero ad oltranza che “è irrevocabile ed interesserà, dal 15 ottobre al 20 ottobre, tutti i settori lavorativi in cui vi è l’obbligo della presentazione del certificato verde”.
La Federazione è fortemente intenzionata a combattere la discriminazione che si verrà a creare per i lavoratori non vaccinati che, sospesi ingiustamente dal lavoro, vedranno penalizzato “il diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla loro famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Secondo il professor Mattei “un’emergenza che si protrae da due anni non è più un’emergenza, diventa uno stato dell’arte delle nostre istituzioni giuridiche“, soprattutto se si pensa che l’Italia è uno dei pochi Paesi che sta ancora forzando uno stato di emergenza, a differenza di altri Stati europei, quali Spagna, Portogallo, Germania, Belgio che “non hanno mai decretato una sospensione dell’ordine costituzionale”.
“Il contrasto fra il nostro decreto legge e l’ordinamento giuridico italiano interno, nonché l’ordinamento giuridico europeo è abbastanza palese” ha dichiarato il professor Mattei. Per il giurista si è davanti a un cambiamento non solo politico, ma della stessa natura del diritto dove il sapere giuridico sembra essere sostituito dagli algoritmi e dall’intelligenza artificiale, mentre lo stato d’emergenza, protratta artificialmente, sta comportando una schedatura dei cittadini a causa del green pass, impattando sul diritto di uguaglianza sostanziale.