La teologa Giuliva di Berardino riflette sulle gerarchie angeliche
GLI ANGELI SONO PRESENTI IN MODO A NOI MISTERIOSO
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Di Giuliva Di Berardino
Cercherò di presentarvi quello che ho potuto studiare sugli angeli. Dentro le situazioni, gli ambienti, le relazioni che ci legano, gli angeli sono presenti in modo a noi misterioso, secondo un criterio a noi inaccessibile, perché gli angeli sono creature diverse da noi, creature come noi, ma di natura diversa, non umana ma spirituale.
Attraverso la loro preghiera e attraverso i loro interventi diretti sulla nostra vita, alcuni a noi completamente sconosciuti, altri poco riconoscibili, o, la maggior parte di essi, difficili da percepire, gli angeli ci aiutano a far fruttificare in noi i doni dello Spirito Santo e a progredire nella vita nel modo migliore, perché possiamo essere felici e accogliere sempre meglio la vita.
La parola angelo viene dal greco anghelos che significa messaggero e che in ebraico si dice malak. “In ebraico la parola “angelo” è malàkh (מלאך), il cui significato può essere anche quello di “inviato”, “ambasciatore” o “profeta”. Questi termini hanno come radice la triade formata dalle lettere làmed, àlef e kaph (ל-א-ך). Da questo nucleo si formano altre parole legate non tanto all’idea di “essere messaggero” quanto a quella di “lavoro” e “azione”. Gli angeli perciò, sono chiamati così per il compito che svolgono, quello di annunciarci i messaggi di Dio, “messaggi” che il più delle volte non sono solo parole, ma fatti, incontri, realtà, situazioni.
Non solo la Bibbia, ma anche la liturgia ci fa attenti alla presenza degli angeli e ci invita a rendere grazie a Dio per queste presenze che noi non riconosciamo, ma che possiamo percepire, perché esse ci portano i messaggi della Bontà di Dio per la nostra felicità. La Bibbia menziona molto gli angeli, dal Libro della Genesi fino all’Apocalisse, gli angeli accompagnano il cammino di Dio che si unisce al suo popolo nelle diverse alleanze che si rinnovano nell’amore. Gesù stesso, nei Vangeli, parla degli angeli con grande naturalezza e così anche la prima comunità dei credenti è assistita dagli angeli e da essi accompagnata.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 328-336 ci fornisce un’esaustiva spiegazione sugli angeli. Riportiamo alcune parti significative:
328 L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione.
329 Sant’Agostino dice a loro riguardo: «La parola “angelo” designa l’ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l’ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo». In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che «vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli » (Mt 18,10), essi sono «potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola » (Sal 103,20).
330 In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria.
331 Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono i suoi angeli: « Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli […] » (Mt 25,31). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: « Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui » (Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: « Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? » (Eb 1,14).
335 Nella liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; invoca la loro assistenza (così nell’In paradisum deducant te angeli… – In paradiso ti accompagnino gli angeli – nella liturgia dei defunti, o ancora nell’« Inno dei cherubini » della liturgia bizantina), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).
336 Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita». Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.
Ebraismo, Cristianesimo e Islam si trovano concordi nel venerare gli angeli. Riportiamo un brano del Talmud che ci può far conoscere come gli ebrei considerano gli angeli:
Rabbi Akivà~Rabbi Akivà ha detto “La Torà è per gli uomini e non per gli angeli Rabbi Yehoshùa ben Levi afferma che quando Mosè è salito sul monte Sinai per ricevere la Torà gli angeli volevano opporsi e hanno detto al Signore Benedetto: «Lasciala a noi angeli e non darla agli uomini». Essi avevano compreso che l’importanza e il valore della Torà superavano ogni altra cosa sulla terra. Il Signore disse a Mosè: «Dai loro una risposta!». Egli quindi si rivolse agli angeli e disse loro: «Nella Torà è scritto: “Io sono l’Eterno, il tuo Signore che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”. Voi siete mai stati in Egitto? Siete forse stati schiavi del Faraone? Come potreste voi ricevere la Torà ?».
«E ciò non basta; nella Torà è scritto che occorre onorare il padre e la madre e invece voi non avete né l’uno né l’altra. Come potreste mettere in pratica questo precetto?». Gli angeli dovettero ammettere che Mosè aveva ragione e di conseguenza noi abbiamo meritato questo meraviglioso dono che è la sacra Torà.”
Nel mondo cristiano già dal IV o V secolo d.C. il teologo e filosofo siro, lo Pseudo- Dionigi l’Aeropagita, compì uno studio attento delle Sacre Scritture e delle diverse testimonianze della tradizione orale di ascendenza giudaica e, in una grande opera sugli angeli, fissò una gerarchia angelica che divenne molto preziosa perché fu un punto di riferimento per tutti coloro che hanno cercato di conoscere gli angeli. L’Aeropagita si accorse infatti che ciascun angelo menzionato nella Bibbia o nella tradizione religiosa ebraica ha una funzione specifica e perciò concluse che non tutti gli Angeli hanno le stesse funzioni né lo stesso aspetto, ma sono strutturati secondo una gerarchia ben precisa a seconda delle loro mansioni. Per intenderci ci sono varie nature e varie categorie di Angeli. Secondo Dionigi l’Aeropagita gli angeli sono suddivisibili in tre categorie a loro volta suddivise in altrettante sottocategorie. Questo tipo di classificazione richiama la trinità e il numero divino, ovvero il 9, che è il numero perfetto (3) elevato al quadrato. La gerarchia angelica, inoltre, non è stilata in base al potere o alla forza degli angeli che la compongono, perciò un angelo che appartiene alla prima categoria non è più “forte” di uno appartenete alla terza o viceversa, perché le differenze sono soltanto in rapporto alle mansioni svolte: si tratta di una gerarchia “ministeriale”, di compiti, non di santità.
PRIMA GERARCHIA: Serafini, Cherubini, Troni
SECONDA GERARCHIA: Dominazioni, Virtù, Potestà
TERZA GERARCHIA: Principati, Arcangeli, Angeli
PRIMA GERARCHIA
SERAFINI
Immediatamente attorno a Dio si trovano i Serafini.
Funzioni: il loro compito è di ascoltare la Parola di Dio e intuirne il significato. Proteggono l’Empireo e cantano in eterno lodi al Signore. Sono degli esseri di pura luce o di fuoco dalla forma mutevole. In effetti la radice ebraica del loro nome sta a indicare anche il fuoco.
CHERUBINI
Dopo i Serafini si trovano i Cherubini.
Funzioni: proteggono il cielo delle stelle fisse. Rielaborano le prime intuizioni dei Serafini per estrapolarne pensieri e riflessioni teologiche, ideologiche e filosofiche.
La capacità dei Cherubini di comprendere e tradurre in concetti la Parola di Dio ha fatto sì che alcuni autori li considerassero addirittura superiori ai Serafini. Ciò però è confutato da molte altre interpretazioni che sottolineano la differenza tra intuire qualcosa e analizzare e comprendere logicamente i concetti. L’azione della ragione e la traduzione in parole e concetti della volontà divina sarebbe per così dire limitante rispetto all’intuizione pura attuata dai Serafini.
Si pensa inoltre che la comprensione logica della parola di Dio da parte dei Cherubini sia ampiamente superata dall’amore verso il Padreterno nutrito dai Serafini.
TRONI
A chiudere la prima gerarchia ecco i Troni o Ophanim se si preferisce usare il nome ebraico.
Funzioni: loro compito è percepire i pensieri elaborati dai Cherubini e materializzarli, ovvero attuarli. Essi sono i protettori del cielo di Saturno e gli attuatori materiali del pensiero di Dio.
SECONDA GERARCHIA
DOMINAZIONI
La prima schiera della seconda gerarchia angelica è composta dalle Dominazioni.
Funzioni: essi gestiscono il lavoro e le mansioni delle schiere angeliche più esterne. Prendono ordini direttamente dai Serafini e da Dio stesso. La loro gestione però non è invasiva, essi si limitano a osservare e intervenire solo in caso di bisogno. Proteggono, inoltre, il cielo di Giove.
Aspetto: sono descritti semplicemente come lampi di luce. Non si sono mai mostrati agli umani.
VIRTÙ
Funzioni: le Virtù proteggono piccoli gruppi di persone e ispirano loro pensieri di arte e filosofia. Proteggono il cielo di Marte e presiedono ai grandi cambiamenti della storia.
Aspetto: come le Dominazioni anche le Virtù sono descritte come lampi di luce.
POTESTÀ
La terza schiera angelica della seconda gerarchia è da qualcuno ritenuta più importante delle altre due.
Funzioni: proteggono il cielo del Sole e sono i custodi della storia. Ispirano anche tutta la sapienza, la filosofia e l’ideologia umana. Hanno anche il compito di scegliere chi dovrà governare sulla Terra. Le Potestà si suddividono in altre due sottocategorie. Le potestà vere e proprie che pensano e creano le ideologie e i pensieri e le Autorità che codificano e trascrivono suddetti concetti.
Aspetto: sono rappresentati come una sorta di nebbia dai colori vivaci e cangianti. Sono molto simili, nella forma, alle nebulose che possiamo ammirare nello spazio.
TERZA GERARCHIA
La terza gerarchia angelica è quella più vicina al mondo materiale
PRINCIPATI
Funzioni: i Principati proteggono il cielo di Venere. Oltre a sovrintendere all’operato di Angeli e Arcangeli essi sono custodi di tutto ciò che avviene sulla Terra.
Sono guardiani degli stati e dei loro confini, della storia, della politica, dell’agricoltura, del commercio, dell’attività militare e della pace.
Aspetto: sono descritti come un fascio di luce senza una forma definita.
ARCANGELI
Funzioni: sono i più grandi amministratori e consiglieri della corte angelica. Proteggono il cielo di Mercurio. Furono inviati nel penultimo cerchio affinché svolgessero uno dei più delicati e importanti compiti: gestire la vita nel Creato. Il loro compito quindi è quello di proteggere tutto il Creato. Questo non li rende meno importanti di altre schiere angeliche. Molti degli arcangeli sono Serafini e Cherubini a cui, proprio per la loro potenza e per la fiducia che Dio nutriva in loro, fu assegnata questa mansione così delicata. Michele, Gabriele e Raffaele erano anche Serafini. Lucifero, oltre a essere un Cherubino era anche un Arcangelo.
Aspetto: per svolgere il loro compito, gli Arcangeli, hanno dovuto più volte mostrarsi agli essere umani . La forma che hanno assunto per non spaventare coloro ai quali si manifestavano è quella umanoide alata.
ANGELI
Funzioni: proteggono il cielo più vicino alla Terra: il cielo della Luna.
Proteggono in particolare tutto il genere umano e sono i messaggeri di Dio.
Gli angeli custodi, guidati dall’Arcangelo Raffaele, appartengono a questa schiera angelica.
Aspetto: si manifestano al genere umano ricorrendo a forme umanoidi munite di ali.
Per il tempo che ci resta, ho scelto di soffermarmi sugli arcangeli, il secondo coro della terza gerarchia, secondo l’elenco di Dionigi l’Aeropagita.
Nella Bibbia la parola arcangelo non è quasi mai usata e, diciamolo pure, la Bibbia Cristiana menziona solamente gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, mentre il Corano, testo sacro dell’Islam, menziona anche Azrael e Metatron, il precursore, il Principe del Volto, fratello genello dell’aracangelo Sandalphon.
La tradizione Giudaica, che menziona 7 Arcangeli: Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Raguel, Saraqael, Remiel. Secondo l’angelologia giudaica ogni singolo Arcangelo ha un talento particolare attraverso il quale deve assistere l’umanità, ma i primi quattro arcangeli , che Dio ha posto intorno al suo trono (Michael, Gabriel, Uriel, e Raphael) sono incaricati di assistere il popolo d’Israele. Vediamo insieme le diverse mansioni degli arcangeli:
MICHELE– in ebraico Mîkhā’ēl, significa “chi è come Dio?”. Quindi il significato del nome Michele è una domanda contenuta all’interno dell’espressione Mi-ka-El. Ci aiuta quando dobbiamo ritrovare la motivazione e ci aiuta a liberarci da attacchi psichici o fisici.
GABRIELE– Il “Messaggero di Dio“. L’arcangelo Gabriele ha anche un ruolo importante nell’Islam. Secondo la religione islamica Gabriele è uno degli angeli che trasmetteranno le conoscenze che Maometto trascriverà nel Corano. L’arcangelo Gabriele riveste anche un compito un po’ più sinistro per certi versi. Infatti il suo ruolo è anche quello di angelo della morte e della distruzione. Gabriele fu inviato da Dio per combattere contro le truppe del re babilonese Sennacherib armato di una gigantesca falce nera. Fu Gabriele a distruggere Sodoma con un enorme esplosione di energia. Ci aiuta ad ascoltare e ad essere ricettivi ai messaggi che ci arrivano dal Divino.
RAFFAELE– “Dio è la mia cura”, “Dio guarisce” oppure “la cura di Dio”. Raffaele è l’angelo che cura le malattie e aiuta la guarigione da ferite e malattie. Raffaele è anche il capo degli angeli custodi. L’arcangelo Raffaele è quindi l’angelo guaritore per eccellenza e a lui in genere vanno le preghiere dei malati e dei degenti. Raffaele è anche il protettore dei viaggiatori. Sarà lui ad accompagnare e proteggere, sotto le mentite spoglie di Azaria, il profeta Tobia nel suo viaggio. Durante questo viaggio Raffaele insegna al figlio di Tobia a creare un unguento in grado di curare la cecità temporanea di suo padre. Secondo alcune versioni, dopo la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, l’arcangelo Raffaele divenne il guardiano dell’albero della conoscenza del bene e del male. Egli è anche protettore dei medici, dei farmacisti, dei giovani e dell’amore sponsale (coniugale). Ci aiuta nella guarigione, ci assiste nel liberarci da dipendenze, o a ritrovare parti della nostra Anima che abbiamo “perso” o quando abbiamo perduto una persona cara.
Secondo la tradizione mistica ebraica (Zohar Vayera, Sitrey Torah 1:98b-99a ) : “I tre angeli Michael, Gavriel e Rafael corrispondono all’arcobaleno superno che contiene tre colori: bianco, rosso e blu-verde. L’angelo del bianco è Michael (che significa “Chi è come Dio?” e anche “Quale amore può essere paragonato a quello di Dio?”) perché appartiene al lato destro dell’Albero della Vita [Chesed/amore]. L’angelo del rosso è Gavriel (il potere di Dio) perché appartiene al lato sinistro dell’Albero della Vita [Ghevurah-costrizione]. L’angelo blu-verde è Raphael (la guarigione di Dio) [dalla colonna centrale dell’Albero della Vita – Tiferet]
URIEL– “luce di Dio” o anche “fuoco di Dio”. Ci fu un periodo in cui Uriel era l’arcangelo più importante, più importante addirittura di Michele. Uriel è l’arcangelo della saggezza e il suo incarico è quello di trasmettere le conoscenze scientifiche, e anche alchemiche, al genere umano seguendo sempre il volere di Dio. Secondo alcune interpretazioni fu Uriel ad avvisare Noè del diluvio universale. Fu lui a rispondere alle domande e chiarire i dubbi del profeta Esdra. Alcune fonti ci informano che Uriel è un cherubino ed è uno dei due angeli che sorvegliano i cancelli dell’Eden armati con una spada fiammeggiante. Secondo altri invece è lui ad avere con se le chiavi dell’Inferno e ne sarebbe di conseguenza il guardiano. Uriel è l’angelo che durante le piaghe d’Egitto, più precisamente durante l’ultima piaga (la morte dei primogeniti maschi), passò tra le case a controllare quali porte fossero segnate con il sangue d’agnello (che scongiurava la piaga). Per questo motivo viene definito anche come la “vista di Dio”. Aiuta le popolazioni colpite da disastri naturali e ci assiste nello studio in generale.
Completano la lista: Raguel, Zarachiel e Remiel
RAGUEL – significa “amico di Dio”. Lui è l’angelo giustizia e dell’equilibrio. Il suo compito è anche quello di punire chi viola la legge di Dio. L’arcangelo Raguel è dotato di un cerchio di fuoco con il quale tormenta per l’eternità gli angeli caduti che incontra.
ZARACHIEL– Il nome Zarachiel significa “comando di Dio”. Il compito di questo angelo è quello di scegliere quali angeli custodi mandare sulla terra e quali figli assegnare agli uomini.
REMIEL – “fulmine di Dio”, è un angelo un po’ particolare perché ha sotto il suo comando 200 angeli caduti e imprigionati. Il suo compito + quello di accompagnare le anime dei morti verso il Paradiso.
Pseudo-Dionigi l’Areopagita tramanda invece un’altra lista di angeli che completano i sette arcangeli ovvero: Camael, Jophiel e Zadkiel.
CAMAEL – “colui che vede Dio”. L’angelo Camael scacciò Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.
JOPHIEL – “la bellezza di Dio”. Insieme a Metatron è a capo dei serafini.
ZADKIEL – “il favore di Dio”, è l’angelo della libertà, della grazia e della misericordia. Secondo alcuni fu lui, e non Gabriele, a fermare la mano di Abramo durante il sacrificio di Isacco. Zadkiel è inoltre diretto sottoposto dell’arcangelo Michele.
Secondo la visione di papa Gregorio I i tre arcangeli che chiudono la lista sono: Simiel, Orifiel e Zachariel.
SIMIEL – fa parte dei sette arcangeli più importanti ma di lui non abbiamo alcuna informazione a parte che dovrebbe essere l’angelo che rappresenta l’amore incondizionato.
ORIFIEL – “collo di Dio” ed è l’angelo protettore della natura incontaminata libera dall’influenza umana.
ZACHARIEL – descrizione identica a quella diZadkiel della precedente classificazione.
Secondo i cattolici e gli ortodossi a completare la lista dei sette sono: Barachiel, Jehudiel e Salathiel.
BARACHIEL – “benedizione di Dio”, è come Zadkiel e Zarachiel, l’angelo della misericordia, della libertà e della grazia divina.
JEHUDIEL – “lode a Dio”. Egli porta con sé una corona d’oro che dà a chi supera grosse difficoltà e grandi sfide durante la ricerca spirituale. Jehudiel proprio per questo è l’angelo della ricerca spirituale e scientifica.
SALATHIEL – “Dio comunica”, ha il compito di intercedere presso Dio in favore degli esseri umani. Egli riporta le preghiere degli umani al Signore.
Secondo alcune interpretazioni i quattro arcangeli fissi rappresenterebbero i quattro punti cardinali. Altre interpretazioni invece collegano i sette arcangeli ai giorni della settimana. Entrambe le teorie sono molto incerte.
Concludiamo allora questo insegnamento con una preghiera tratta dal formulario ebraico delle preghiere, per contemplare l’amore di Dio che ci circonda di creature celesti, perché possiamo unirci sempre di più alla gioia del cielo. Con questa preghiera che canteremo e accompagneremo con i gesti, chiediamo allo Spirito Santo che apra i nostri occhi spirituali, gli occhi del cuore, perché possiamo riconoscere l’opera degli angeli nella nostra vita e ringraziare con loro il Signore che ci ha voluti insieme a onorarlo: noi con la volontà e la libertà di rispondere al Suo amore e loro, gli angeli, con la capacità di accompagnarci, in modo puro e santo, ad accogliere la presenza di Dio in noi. Ecco, questa preghiera per gli ebrei deve essere recitata prima di coricarsi e in genere sono le madri (o in alcuni casi anche i padri) che insegnano ai loro bambini questa preghiera di protezione e di invocazione della grazia di Dio.
Be Shem Hashem Elohei Israel
(Nel nome di Y-H-V-H Elohei Israèl)
mimini Michaèl umismoli Gavrièl
alla mia destra Michael (l’arcangelo dell’amore e della misericordia)
e alla mia sinistra Gavrièl (l’arcangelo della forza e del coraggio)
umilefanai Uriel
e davanti a me Uriel (l’arcangelo della luce)
umeachorai Refael
e dietro di me Refael (l’arcangelo della guarigione)
ve al roshì Shekinat El
e sulla mia testa, la Shekinà [la presenza divina] di Dio.