La massa appare anestetizzata, materialista, priva di un fine ultraterreno da raggiungere
TRE SECOLI DI CULTURA LIBERALE – OVVERO L’AFFERMAZIONE DEL SOGGETTIVISMO E DEL RELATIVISMO, CHE NON AMMETTONO VERITÀ OGGETTIVE – HANNO PORTATO A VIVERE COME SE DIO NON ESISTESSE
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Di Matteo Castagna
La massa del XXI secolo appare anestetizzata, materialista, priva di un fine ultraterreno da raggiungere. Si osservano persone vivere alla giornata, non in funzione di un Aldilà, come era proprio delle generazioni passate, quando l’Italia era profondamente cattolica.
Oggi, ciascuno per sè, senza più alcun senso comunitario, sceglie di sopravvivere come un pagano, senza prospettive trascendenti, come se Dio non esistesse. L’hanno ucciso le ideologie intrinsecamente perverse e oltre tre secoli di cultura liberale, ovvero l’apogeo del soggettivismo e del relativismo, che non ammettono verità oggettive.
Nel nichilismo che ne deriva, ogni forma di pensiero non ha cittadinanza e la religione diviene come un insieme di norme sulla carta o un’ ipocrita abitudine. I media plasmano le coscienze con un’informazione viziata all’origine dal cosiddetto mainstream per annichilire ogni libera espressione di un giudizio critico e circostanziato. Siamo ridotti a degli automi del pensiero o della prassi altrui.
La filosofia, salvo rare eccezioni, è considerata una materia inutile. La teologia è una cosa imperscrutabile, da preti intellettuali. L’esempio evangelico e la Tradizione cattolica sono costantemente irrisi, laddove non palesemente occultati, per non urtare la suscettibilità di altri credi. Gesù non si pose mai questo problema, predicando a tutti e pagando gli strali lanciati ai sacerdoti del Suo tempo, con la morte infame di croce, vinta con la Resurrezione e la redenzione del mondo dal peccato.
Oggi, chi vive in funzione della vita eterna, con le buone opere? Siamo uomini razionali diretti dalla fede, oppure consumatori che hanno accettato la fine di tutto con la morte? Ammettiamo che siamo sempre meno. Il gregge rimasto fedele è ampiamente ridotto.
Il disaccordo delle opinioni sulla persona di Gesù Cristo e sul suo insegnamento, che erano già diffuse quando Egli era su questa terra, fa del mondo una specie di Babele. La gente, oramai, ritiene illusoria la Rivelazione cristiana oppure c’è chi pensa di dover interpretarla a piacimento. Ma non può essere così perché Dio ha parlato chiaramente. Ad un’anima di buona volontà, ad un’anima che cerca la verità con desiderio di trovarla e senza essere schiava di istinti malvagi… ad un’anima che creda ancora alla possibilità per l’intelligenza di trovare la verità…è possibile, con la grazia di Dio, conoscere con certezza la divinità di Gesù Cristo, uniformando, per diretta conseguenza, la propria volontà alla Sua, guardando all’unico fine che non è di questo mondo ma in Paradiso, alla Sua destra, per sempre.
Gesù stesso ci ha avvertiti: “Io sono la via, la verità, la vita, e nessuno può venire al Padre mio se non per mezzo di me” (Gv. XIV,6). San Pietro in Atti IV davanti al Sinedrio ha proclamato che “non c’è salvezza in alcun altro”. San Giovanni Apostolo ci avverte nell’Apocalisse: “per gli schiavi del rispetto umano, per gli increduli, per gli uomini di cattivi costumi, …la loro sorte sarà lo stagno ardente di fuoco e di zolfo” (Ap. XXI,8).
Papa Leone XIII estende la conversione personale alla società: “o il mondo ritornerà alle istituzioni cristiane, o il mondo non si rialzerà” (Rerum novarum). il Santo Padre fu così profetico da rispondere a coloro che perdono tempo nel cercare risposte meramente umane come la creazione del partito dei cattolici o altre simili amenità, scrivendo: “ce ne sono e in gran numero, che spinti dall’amore della pace, vale a dire la tranquillità dell’ordine, si associano e si raggruppano per formare ciò che essi chiamano il partito dell’ordine.
Oh! Vane speranze, fatiche sprecate! Di partiti d’ordine capaci di ristabilire la tranquillità in mezzo alla perturbazione delle cose ce n’è uno solo: il partito di Dio…Tuttavia, venerabili fratelli, questo ritorno delle nazioni al rispetto della maestà e della sovranità divina, non avverrà che mediante Gesù Cristo. L’Apostolo in effetti ci avverte che “nessuno può porre altro fondamento al di fuori di quello che è stato posto e che è Gesù Cristo” “. (1 Cor. III; San Pio X, E supremi apostolatus)
“Non vi potrebbe essere vera pace – questa pace di Cristo così desiderata – intanto che non seguiremo fedelmente i principi e gli esempi di Cristo, nell’ordine della vita pubblica come della vita privata” (Pio XI, Ubi arcano).
Pio XII fu realmente profetico nel messaggio di Natale del 1956: “i Cristiani sono sicuri che la contraddizione di cui soffriamo oggi (da una parte: progresso tecnico inebriante, e dall’altra parte: insicurezza) costituisce la prova di una grande rottura tra la vita e la Fede cristiana e che è questo male che bisogna innanzitutto guarire“.
L’unione tra la piena conversione personale alla Regalità Sociale di Gesù Cristo costruisce il motto di San Pio X: “Instaurare omnia in Christo“. Non possono esserci compromessi con l’errore e col peccato, come prevedrebbe la politica politicante. Perché la Verità ha plasmato il mondo, prima d’essere rifiutata, bestemmiata e detronizzata.
Come diceva S. Agostino: “delle due l’una: o il mondo è stato convertito dai miracoli che noi reclamiamo esser stati fatti in favore della Religione Cristiana, ed allora Essa è divina; o il mondo è stato convertito senza miracoli: in questo caso l’insediamento del cristianesimo è per se stesso il più grande dei miracoli“.
La nostra soluzione a tutti i guai del momento presente sta qui: “io credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio“, come predicava con ardente fervore padre Ludovic Marie Barrielle (1897-1983).