Anche i sammarinesi sceglieranno di spargere il sangue degli innocenti?
LA REPUBBLICA DI SAN MARINO OGGI DECIDERÀ, CON UN REFERENDUM, SE AI PROPRI FIGLI È LECITO O NO VENIRE AL MONDO NEL CASO PRESENTASSERO DEI PROBLEMI, NON FOSSERO VOLUTI O SE NATI DA UNA VIOLENZA
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Di Maria Bigazzi
Ci risiamo. Purtroppo, come dice il proverbio, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
E qui non stiamo parlando di semplici vizi, ma di un altro grande male per la cui approvazione si sta battendo parte della popolazione.
È strano vedere come in una società come la nostra, dove si sta accettando qualunque cosa senza alcuna o meglio con pochissima opposizione, le azioni contro la Vita stiano invece avanzando tranquillamente nel nome della propria libertà personale o come diritto “inalienabile”.
Si stanno accettando vili e inutili ricatti sulla vera libertà senza battere ciglio, ma si fa guerra per legalizzare pratiche assassine come l’aborto.
A trovarsi in trincea stavolta è la Repubblica di san Marino, che oggi 26 settembre 2021, deciderà con un referendum se ai propri figli è lecito o no venire al mondo nel caso presentassero dei problemi, non fossero voluti o se nati da una violenza.
La Vita, che è uno dei principi non negoziabili più importanti e che mai dovrebbe essere messo in discussione, continua tristemente a essere oggetto di scontri.
Questo perché ormai si è perso il senso del valore della Vita stessa e l’importanza della tutela che essa deve avere in ogni suo stadio, dal concepimento fino alla fine naturale.
Che la vita inizia dal concepimento è la scienza stessa a definirlo, e a darne ulteriore conferma è la posizione della maggioranza dei biologi del mondo, i quali, secondo una ricerca condotta dal ricercatore Steven Jacobs della Università di Chicago del Dipartimento di Studi Comparativi sullo sviluppo umano, affermano che la vita umana inizia dalla unione di uno spermatozoo e un ovulo.
Infatti, la cellula fecondata (lo zigote), oltre a racchiudere in sé il sesso del bambino, contiene anche tutto il suo DNA: le caratteristiche genetiche, il colore degli occhi, della pelle, dei capelli… tutto ciò che lo caratterizzerà una volta nato.
Dunque, è inutile e senza alcun fondamento portare a favore dell’aborto il parere che la vita inizia con la nascita e che prima l’individuo è solamente un gruppo di cellule privo di significato.
A venirci in aiuto è anche la Legge che, pur contraddicendosi con la legalizzazione di tale pratica, riconosce al concepito alcuni diritti sanciti dal Codice civile italiano.
Per i pro choice l’aborto viene considerato una scelta per la donna che del proprio corpo deve decidere da sola, ma anche tale affermazione non sussiste, in quanto se è vero che del proprio corpo ciascuno è libero di scegliere, non è affatto tenuto a farlo per la vita di qualcun altro, e il bambino, pur dipendendo dalla madre per il sostegno vitale, è un individuo a sé che si sta formando con diritti (e quello alla Vita è il primo) e dignità.
Resta ancora la discussione circa la possibilità di abortire se il bambino è frutto di una violenza. Ma è bene sottolineare che se la violenza è da condannare, in quanto atto gravissimo e già disciplinato dalla Legge all’interno del Codice penale; non lo deve essere per alcun motivo la vittima che oltre ad essere la donna, consiste anche nella persona del bambino, innocente da ogni punto di vista.
Se analizzata alla luce della ragione, non esiste alcun motivo per rendere legge l’uccisione attraverso diversi metodi di un individuo la cui vita è sacra e inviolabile.
Questa verità purtroppo non viene più considerata, e dopo la triste vittoria della cultura della morte a Gibilterra, che lo scorso 24 giugno ha votato a favore dell’aborto, oggi tocca una piccola Repubblica vicina a noi, dove tale pratica è considerata ancora reato, eccetto nel caso in cui vi è un reale pericolo per la vita della madre.
Ai sammarinesi sarà dunque chiesto di scegliere su un argomento che oggi viene affrontato come se si dovesse scegliere quale film vedere con gli amici, con una grande superficialità o peggio accecati dall’ideologia che pone solo pretese senza tenere conto di tutti quei valori che non possono svanire dietro un sempre più egoistico modo di vivere, dove al centro della propria esistenza esiste solo ciò che soddisfa i desideri e le voglie del momento.
Lo Stato di ogni Paese deve sempre difendere i più deboli, a partire dal grembo materno, senza mai perdere di vista il valore e la sacralità di uno dei principi che è alla base dell’esistenza umana e che dev’essere tutelato e protetto attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi e gli strumenti possibili.
Ogni medico inoltre deve fare il possibile per salvare entrambe le vite se si presenta un problema, senza dover scegliere di eliminare il bambino e ricorrere alla pratica abortiva, tenendo bene a mente il ruolo e il dovere che egli ha, affermato anche nel giuramento di Ippocrate, ovvero quello di “perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo”.
Ad essere inaccettabile sono leggi come la 194/78 in Italia, che rendono legale e incondizionata la morte volontaria di un soggetto inerme in quanto senza la facoltà di parlare.
È questo quello che vogliamo per il futuro della nostra società e che vuole la Repubblica di San Marino?
Non si può definire umana una cultura che predica la difesa dei diritti ma che ne viola uno fondamentale, e nemmeno una società che invece di tutelare e valorizzare la Vita, la sopprime ancora prima che essa nasca, uccidendola all’interno del grembo materno che dovrebbe esserne la culla.
“Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo” (Gen 9:5-6).
Così ci ricorda Dio e il Suo insegnamento non può essere rigettato, in quanto essendo Egli stesso il Creatore della Vita, a ciascuno ne chiederà conto assieme ai crimini commessi contro di essa.
Preghiamo che la cultura della morte venga vinta da quella della Vita, via luminosa di speranza che può ridonare pace al mondo, perché “Finché ci sarà l’aborto non ci potrà essere vera pace nel mondo”, esso infatti “è il più grande distruttore della pace” (Madre Teresa di Calcutta).