La definizione tommasiana di persona divina è la più pregnante, sintetica e adeguata fra quelle offerte finora nella storia della teologia

La definizione tommasiana di persona divina è la più pregnante, sintetica e adeguata fra quelle offerte finora nella storia della teologia

IL DIO DELLA FEDE CRISTIANA, OSSIA IL DIO DI GESÙ CRISTO, È IL DIO TRINITARIO, E TOMMASO NON POTEVA NON RIFLETTERE A FONDO SU QUESTO MISTERO CENTRALE DELLA DOTTRINA CRISTIANA IN NUMEROSI SCRITTI

Di Alessandro Cortese

Nella cornice della splendida Abbazia di Maguzzano, sul Lago di Garda, si è svolta la Giornata Doctor Humanitatis 2021, organizzata dalla Sezione di Verona della Società Internazionale Tommaso d’Aquino.

L’ospite dell’evento è stato il prof. don Riccardo Ferri, Ordinario di Teologia Trinitaria e Decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, a cui è stata conferita al termine dell’incontro la targa di socio onorario.

L’argomento della relazione è stato la Teologia Trinitaria di San Tommaso, a cui ha dedicato il saggio “Il Dio Unitrino nel pensiero di Tommaso d’Aquino. Dal Commento alle Sentenze al Compendio di Teologia”, Città Nuova, Roma 2010.

Il prof. Ferri ha esordito sottolineando che tutta l’impresa intellettuale di san Tommaso affonda le radici in una profonda esperienza di fede, che lo porta innanzitutto a contemplare le verità rivelate e successivamente a comunicarle, in maniera coerente con il motto domenicano (Contemplari et contemplata aliis tradere).

Il Dio della fede cristiana, ossia il Dio di Gesù Cristo, è il Dio trinitario, e Tommaso non poteva non riflettere a fondo su questo mistero centrale della dottrina cristiana in numerosi scritti. Tra quelli in cui il tema è affrontato in modo sistematico, si distingue la Somma teologica, un’opera enorme, sebbene paradossalmente destinata ai principianti, il cui approccio è squisitamente teologico, perché considera tutto sub ratione Dei, alla luce, cioè, di Dio origine prima e fine ultimo di ogni cosa. Non a caso la prima parte comincia parlando di Dio e del Suo essere Uno e Trino. Dopo averne dimostrata l’esistenza, Tommaso indaga servendosi del lume razionale l’essenza di Dio, percorrendo l’unica strada consentita al nostro intelletto, la cosiddetta via negativa (o via remotionis), consistente nel dire non che cosa è, ma cosa non è. Ecco che gli attributi che possiamo predicare di Dio, la semplicità, l’immutabilità, l’infinitezza, l’eternità risultano dalla negazione delle rispettive modalità d’essere (composizione, mutevolezza, finitezza e temporalità) che riconosciamo proprie della dimensione creaturale, e che pertanto non appartengono a Dio.

A queste Tommaso aggiunge che Dio è uno, nel senso di indiviso. Tutto questo discorso è la premessa fondamentale della sua dottrina trinitaria, in quanto il mistero trinitario non può comportare alcuna divisione in Dio. Dopo aver trattato dell’essenza di Dio da un punto di vista razionale, Tommaso passa nella Somma a considerare quello che Dio ha rivelato di Sé, ossia che è una trinità di Persone. In virtù della fede, quindi, il credente è messo nella condizione di conoscere in modo più completo la natura divina, benché durante la vita terrena, la conoscenza rimanga sempre imperfetta.

La rivelazione fa sapere che in Dio ci sono tre Persone, Padre Figlio e Spirito Santo. Ora la riflessione tommasiana cerca di illustrare, non certamente di dimostrare, tale dato di fede salvaguardando nel contempo l’unità e semplicità divina. A partire dalla Sacra Scrittura, Tommaso per definire le Persone si avvale della nozione di processione, azione immanente che non produce un effetto esterno all’agente, quali nell’esperienza umana sono l’atto di conoscere e di volere. Ecco che in analogia con queste ultime azioni umane, Tommaso parla del Padre che genera il Figlio (che non a caso è definito Verbo da san Giovanni) e del Padre e del Figlio che spirano lo Spirito Santo. Da queste due processioni derivano quattro relazioni fra le persone divine: rapporto di paternità del Padre verso il Figlio, di figliolanza del Figlio nei confronti del Padre, di spirazione attiva e passiva tra Padre e Figlio nei confronti dello Spirito Santo. Tali relazioni, precisa l’Angelico, sono reali, ossia hanno la loro consistenza nell’unico essere di Dio.

La conclusione della sottile e profonda riflessione, impossibile da sintetizzare in poche battute, è che le Persone divine devono essere concepite come “relazioni sussistenti”, ossia le Persone coincidono con le loro relazioni. Secondo il prof. Ferri la definizione tommasiana di persona divina è la più pregnante, sintetica e adeguata fra quelle offerte finora nella storia della teologia, l’unica che non conduca nell’errore. Anche in questo caso san Tommaso si conferma guida sicura per il credente che voglia inoltrarsi in uno dei misteri più profondi e affascinanti, ma per questo anche difficili, della fede cristiana.

* Doctor Humanitatis
Sezione di Verona della Società Internazionale Tommaso d’Aquino

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