Gli italiani sempre più costretti a sottoporsi al rito del “dio vaccino”
di Diego Torre
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OBBLIGO VACCINALE. DOV’E’ LA NOVITA’?
L’avevamo scritto in tempi non troppo sospetti che l’obbiettivo ultimo delle manfrine governative era l’obbligo vaccinale per tutti; cani, gatti e porcelli compresi. Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi, Mario Draghi glieli ha tolti giovedì scorso. Il governo punta all’obbligo vaccinale contro il Covid appena Ema e Aifa lo dichiareranno (qualcuno ne dubita?) non più farmaco emergenziale ma ordinario.
Con la politica del carciofo, foglia dopo foglia, il popolo italiano viene sempre più costretto a sottoporsi al rito del dio vaccino. Si è cominciata con i “consigli” per i più fragili, gli ultrottantenni; poi le RSA; poi il personale sanitario; escludendo i minorenni. Poi la forbice si stringe, si abbassa l’età della fragilità, ma anche i minori di 18 anni vengono sempre più pressantemente “consigliati”.
Subdola e sfrontata allo stesso tempo, arriva poi l’imposizione del green pass, che è di fatto un obbligo vaccinale. Prima il personale della scuola; ma anche la stretta sulla frequenza dei locali di svago, sport e ristorazione e per alcuni mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Per gli altri mezzi pubblici invece no; perché? Il capo del governo per bus e metro stracolmi ha l’assoluzione pronta: “L’applicazione del green pass mi pare stia andando bene. Sui trasporti ci saranno sempre dei casi di foto di mezzi pieni, ma in generale la preparazione è stata ben fatta.” E il discorso è chiuso; ma a breve apriranno quello relativo all’obbligo per i lavoratori del pubblico impiego e per le imprese. Dice Draghi di volere coprire l’80 % della popolazione ma vedrete che anche questo cifra aumenterà.
Toccante la condanna del presidente del Consiglio della “violenza particolarmente odiosa e vigliacca” dei no vax contro “chi fa informazione e chi è in prima linea a combattere la pandemia”. Ci associamo. Ma è da qualche mese che il fronte dei dubbiosi viene continuamente insultato e disprezzato dalla stampa, dai virologhi televisivi e da tanti uomini politici; anche questa è violenza Ma di questo Draghi forse non se n’è accorto.
Quanto l’imposizione del green pass sia strumentale diventa ancora più palese da due fiorellini apparsi in bocca ai ministri che affiancavano Draghi.
Speranza è già mobilitato per lanciare la terza (perora) dose. L’aveva del resto già anticipato. E’ ovvio che scadute l’effetto di quelle precedenti si continuerà ad inoculare in secula seculorum.
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, la butta invece in poesia. Nelle scuole “si potrà tornare a sorridere”, e nelle classi in cui tutti sono vaccinati si potrà evitare la mascherina. Ma perché, gli inoculati non rimangono contagiabili e contagiandi? Nelle scuole entreranno milioni di alunni potenziali untori ma la preoccupazione del governo rimane quell’8% di personale che non ha ancora il greenpass. Certamente però con questa misura lo studente non vaccinato verrà esecrato dai compagni come responsabile dell’obbligo di indossare la mascherina e sottoposto al doveroso linciaggio morale; un bel risultato dall’esiti scontato: il disertore sarà costretto a vaccinarsi e tutta la classe potrà tornare a sorridere come auspicato dal ministro.
Pensate che bello! Continuando così potremo a breve raggiungere le nazioni-pilota nel mondo che hanno già l’obbligo vaccinale: Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia.
Cogliere l’unità di un processo, aldilà dei suoi singoli passaggi e delle dichiarazioni formali, è quanto deve sforzarsi di fare ogni uomo che vuole rimanere libero. Il fine ultimo di quanto sta avvenendo non è la sconfitta del virus (basta vedere l’ostinata opposizione alle cure domiciliari), ma l’asservimento di un popolo, iniziato con dolcezza e sorrisini ma che si concluderà con il lavaggio del cervello dei più e la repressione dei rimanenti.
Il vaccino è il marchio della bestia.